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 ♦  Ernesto Di Martino    |           | 
   
 
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            Silvia Gotti
            Le 449 poesie di Silvia Gotti
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        di quest'opera buffa 
io sono eterno poeta 
di questo corpo che mi è manto 
tu sei l'abile sirena 
non vi è luce che io possa 
riflettere senza splendore 
tu sei la mia testa 
io sono il tuo cuore 
se un giorno avessi il tempo 
di fermarti
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        mi siedo davanti ad un mare 
improbabile e costruisco un castello 
sicuramente rotto dalle acque 
che salgono veloci a tarda sera 
la luce è bassa fa la rena  
quasi grigia e i corpi abbronzati 
sfiorano l'arancio penso  
alle estati da bambina
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        non credo di aver voglia di parlare 
stasera non avrei nemmeno scritto 
tanta la stanchezza di una vita incasinata 
e parlo di cose stupide quando non 
voglio uscire da quel buco enorme 
che ho nel petto ma tu, tu come fai 
con la tua dolcezza a tirarmi
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        tu mi abiti come un giorno 
di sole che mi scalda come 
l'acqua che fresca mi dilata 
la gola e mi salva come 
un sogno che avevo e non ho 
più fatto tu mi abiti in questa 
notte di vorticosi pensieri 
e di sonno svanito come 
l'unica ragione per
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        luna che mi guardi da quel  
mezzo cielo che tu popoli 
di fate e fantasmi ti sembro 
cresciuta da quei giorni 
in cui la civetta si posava 
sulla mia spalla o il barbagianni 
strideva roteando al lampione 
perso come la mia anima 
in cerca di amore? mi
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        amore stammi dentro 
quando il tempo scorre veloce 
e non riesci ad afferrarlo 
quando non trovi pace 
io alcova di senso mi farò 
stammi dentro quando 
smania ti prende le mani 
appenditi ai miei fianchi 
quando gli occhi s'annebbiano 
di rabbia
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        una piazza e tanta gente 
racchiuso il suono si diffonde 
brusio sommesso ed una vecchia 
amica di fronte in fondo basta poco 
per volersi bene che vita hai fatto 
come ti ci sei incastrato dentro 
di quanto amore hai bisogno 
tu non dici ma io penso 
che
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        perché l'amore che fa male 
è come un vuoto che mal si colma 
come una voragine che tutto 
risucchia perché non placa il suo 
volere una trottola rumorosa 
che prima o poi si ferma 
lasciando attoniti e inermi 
spettatori dal cuore
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        una tenda urtata dal vento 
una vela in un mare blu 
intenso il letto una zattera 
che ondeggia fra gorghi di brama 
e la salvezza nostra forse 
è starsene qui sdraiati 
per sempre che nessuno venga  
a salvarci in questo lasso 
di tempo svelami
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        portami con te nei tuoi paesaggi 
collinari fra lo spigo e l'alloro 
nei tramonti rossi acceso e 
fra le stelle della notte tiepida 
toscana non ti darò fastidio 
come il sangue nelle vene 
scorro vivifico e amo il corpo 
che percorro portami con
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        che meraviglia lisciarti il braccio 
mentre guido, urtarti la spalla 
mentre camminiamo 
o toccarti il piede mentre 
mangiamo ascoltando musica 
in un bar, sfioro il tuo profilo 
spigoloso girato verso il palco 
non riesco a non toccarti 
tu mi ossigeni
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        poterti vivere addosso 
come un verde rampicante 
senza soffocarti ma dandoti 
frescura l'estate e riparo 
dal freddo intenso 
essere il tuo sentiero 
che scegli per pigrizia 
o per scelta riflettuta 
e che porta in un luogo 
che solo tu conosci 
questo
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        dove dovrei partire con te  
dove dovrei desiderare di andare 
se il viaggio più lungo ed  
avventuroso è quello di conoscerti 
se il paesaggio più bello è 
il tuo corpo nudo da toccare 
e stringere ed avere posso farlo 
con
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        all'alba le anime si sciolgono 
i fantasmi si dissolvono 
nebbie e rugiade si accucciano 
per chi ha il cuore peso 
giorno nasce ed io fiorisco 
te nella pelle il tuo profumo 
nell'aria che mi avvolge 
io ho il cuore leggero perchè 
appoggiata
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        Sì tu sei come uno stambecco fiero 
e solitario fra i boschi del mondo 
non ti allei e non addomestichi 
non ti pieghi ma non puoi fare a meno 
quando scendi dai pendii di meravigliarti 
davanti a qualche creatura che non conosci 
e per farlo la
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        in questo buio fitto 
io mi sdraio lenta 
stasera non trovo uscita 
da questa densa vita 
se non abbandonarmi 
nelle tue mani chissà 
perché sei silenzioso 
se nascondi qualcosa 
o se vuoi solo ascoltare 
me che mi sciolgo 
è bello
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        catturami tra le pieghe 
dei miei sogni mentre 
un po' incompleta tiro 
le somme di giornate 
faticose destami con amore 
se nella notte ti capitasse 
di avermi accanto e 
stringimi forte che nessuno 
mai lo fece con affetto 
catturami tra le pieghe 
del
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        ecco mi piego un attimo 
per uscire di corsa al mattino 
presto le scarpe e il tuo profumo 
su una spalla rimasto ardito 
dopo una doccia ed una notte 
di cucina aromatica e baci 
cosa fai in questa mattina 
ancora fresca ti organizzi 
o ti rilassi
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        ti amerei anche solo  
per come mi guardi 
con un misto di dolcezza 
e stupore come se scorgessi 
un fiore in una discarica 
ti amerei anche solo  
per come mi sfiori 
il braccio altalenante 
tra l'aggrapparsi ed il 
trattenermi senza dolore 
ti amerei
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        tu sei un polline che lento 
fra le spire gioca senza saper 
che non trasporta e anche se 
fosse lui ha in sè il segreto 
di natura e si permette di 
lasciarsi andare e allora 
perché riflettere se ovunque  
cadi sarai germoglio
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        prima del gelato della frutta secca 
delle gomme da masticare 
del cheescake del rum delle sigarette 
della musica e del disegno 
della cioccolata del cous cous 
delle corse in macchina 
delle giornate al mare di londra 
dei libri preferiti dei film
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        ogni tanto guardo il cielo 
mentre parli scuro sopra noi 
no non cerco ufo o astri cadenti 
ho solo paura che vengano a 
portarti via da me siamo già 
abbastanza alieni a questo mondo 
i tuoi occhi brillano come stelle 
forse ti vedono da là
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        sdraiati amore che non c'è tempo 
la notte è corta e il sole preme 
chiudi gli occhi ti bacio le palpebre 
e ti accarezzo i capelli neri che 
profumano di te poi ti veglio  
da qua nella tua notte afosa 
mentre giri il cuscino caldo 
per
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        di amore e morte sanno 
le mie passioni nascono in fretta 
e presto muoiono in un gran vapore 
che io sia essere infernale o stella 
di ghiaccio a te ho rivolto il mio 
ultimo sguardo la morte è sola  
chiusa in uno scrigno in me 
forse sogghigna
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        a volte sono strana dici tu 
non capisci cosa ho 
e mi fai domande a raffica 
e trovi nella mia voce  
intenzioni che non nutrivo 
nutro altro, un sentimento 
che in quel momento cresce 
e mi stordisce tanto è forte 
ti guardo e ti amo e questo 
mi
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        io e te un altro appuntamento 
non fumi mentre cammini 
io cammino e fumo e ti ascolto 
e sento che è buffo come  
ti contraddici a volte con dolce 
insicurezza sono qui non scappo 
so che non lo ammetterai mai 
ma il sapere che ci sono 
ti da
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        io non ho dignità in amore 
non ho orgoglio né necessità 
non ho lamenti né rimorsi 
forse sono solo un amplificatore 
di colui che amo o come un cane 
mi accuccio aspettando il mio 
padrone credo che sia per 
il poco affetto
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        la tua voce così dolce e profonda 
che mi culla e mi scalda 
si è fatta di vetro nel momento 
che ha avvertito un pericolo 
non so quale ma mi scuso 
lo stesso per aver toccato 
un passato scomodo d'intrighi 
o semplicemente
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        ti ascolto parlare e ti osservo 
nella tua espressività a volte 
mi smarrisco e vedo te a spasso 
col cane un po' triste ma fiero 
in queste piccole fughe che ti 
sei concesso da una realtà 
che hai stentato a riconoscere 
come non tua e
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        quando ti vedo sono nuda 
d'incomprensioni stanchezze 
e dolori più o meno acuti 
ho solo voglia di spogliarmi 
e di mettermi nelle tue mani 
e nella tua bocca un posto 
giusto dove stare e lasciar 
passare il tempo forse 
starei lì
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             449 poesie trovate. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
       
    
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