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♦ Graziano Ferrero | |
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Maggio 2025 |
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Cecilia Martino
Le 9 poesie di Cecilia Martino
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Per prostrarmi a questa terra che sa di ghiaccio
sopportandone la gravità con il peso specifico dell'Amore
per benedire il mio essere vulnerabile
appesa su un filo scaccia spiriti
avvolta nella pashmina indiana a prendere dimestichezza
con
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Mi riempio gli occhi di bianco
fino quasi a non vedere
nient'altro che luce
candida luna
nel suo giorno di nozze
Ho le stelle dappertutto
e il vento mi ansima addosso
sono vuota e sazia
stracolma di buio
dove gli aerei ci lasciano la scia
e
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Cammino basso
il freddo taglia il viso
come lama su foglio
cuore in filigrana
sull'asfalto spunta un
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Rivoli di luce sui canali
imprevedibile Venezia
eppure
ogni passo è una certezza
che dopo la pioggia ci sarà il sole
che dopo tanto camminare
qualcosa scorrerà lento
come gondole di fine estate
Rapisce lo sguardo
e, quel che
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La prima volta delle cose
è un presagio d'intesa senza nome
l'aria non è mai troppa quando
si impara a
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Sogno la solitudine
dell'andare incontro all'essere soli
mi intenerisco
fino a dove le lacrime
hanno nomi propri di persona
e le posso contare sulla punta delle dita.
Ascensori che dondolano sul vuoto
scale irreversibili su condomini
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E mi sembra
tra un viaggio e l'altro
di non dover tornare mai più
E mi sembra
di fermarmi troppo spesso
a volte
sui crinali del mio fiato tronco
a respirare gli errori
che non riesco a capire
E mi sembra
di morire giovane
tra le
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Ci penso su.
Ma è un vociare senza sentimenti.
Prova a pensare, ogni tanto,
alla "cattiveria" come umanità
un regresso limpido
nelle oscure finitudini del cuore.
Esausta.
Avrei voluto non soffermarmi
su quei toni poco
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Del sublime ignaro
quando niente appartiene e tutto è lì
usuale eppur così raro
nell'ultimo sguardo
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