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gianni garibaldi
Le 19 poesie di gianni garibaldi
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Bambini di new york
il cavaliere scherza.
Comunque.
Siccome il tempo passa
anche se stai seduto
anche da
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Cenere e terra
polvere fredda
come le parole dette nella stanza accanto
quando ancora ci senti
sarà verde rame
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dorme l'anima nel buio
scorre il tempo come un fiume
in tondo nella sveglia
l'aria pesante salmastra del mare
attacca la vita
dio dal canto suo
si affaccia a tutto schermo
ma tace - ha il viso viola
una tetta di donna incinta
s'intravede
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potrei apparirti
all'improvviso
potrei camminare piano
accanto
come un idea grigia
come la tua borsa verde
potrei seguirla
su questa spiaggia
a piedi nudi
toccando l'acqua
oppure
con lo sguardo
fino a perderla
nel fondo
cercare la
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è più calmo del mio
il tuo amore
di un rosso fuoco
fatta rifatta
ti credi
seduta
scrutata dalla notte
ed io mi bacio
il piede
sotto un cavolo
di niente
in un tuo giorno
tu sei sempre scalza
a mare
cammini sulla sabbia
io la
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libri senz'ordine
pieni di parole
cervelli saturi di uomini morti
suoni di inchiostro nero
muti in fila
nel silenzio dell'attesa
dite
cosa nascondete
nell'eviscere del rigo
a noi che lottiamo contro il buio
contro l'uguaglianza
di un rigo
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rutto - rumoroso
butta fuori l'aria - godi
gonfio - pancione
stomaco malato
vita a spasso
dentro tutti noi
m'avesse inventato un dio
inseguirei il mondo
gli girerei intorno
anonimo e leggero
sarei libero
un momento
un pensiero
esce dalla
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gli occhiali
mi guardano
dal basso della sedia
riflettono sul muro della stanza
la lampada
astigmatica
la messa a fuoco
levati di mezzo per favore
tu non toccarlo
begli occhioni
e sono tracce
che sporcano la vista
di pneumatici
che ci
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dormo
senza sogni
dormo
caldo
di sudore
dormo
lenzuola
caldo
senza sogni
dormo
stelle
fuori
il cielo
dove
dormo
caldo
sudore
lenzuola
stelle fuori nel cielo
il cielo
sudore
dormo
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mutande stese
allo stesso filo
lo stesso vento di scirocco
caldo
pittore di notti buie
dormi sulla sabbia
solo
si scioglie il tuo profilo
nel sudore
riproducendosi
nel sogno del poeta
la luce incalza
spinge questa vita
ferma
matande
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alle due smetto - per dio
adesso è l'una
ho un'ora buona
uno alla luna...
alle due devo smettere
ma è ancora l'una
ho quasi un'ora buona
dormire
un'ora buona
fino alle due
due al bue...
il tempo è fermo
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a gianni garibaldi.
macchia di sporco
cancelli chiusi
oltre gli occhi
aperti
luce di qua o di là
non vedo
confine
suoni
nessuno grida
tuoni
sporco di terra
a tatto mi tocco
odore di pioggia
alberi
del suo colore
corrono
dentro la
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rumore di freccia partita dune di sabbia
soffio di naso
rumore di freccia e di piuma di pollo
nel cuore di donna bussate al 31
bugie tacchi a spillo stivali scuciti
colore del sangue al calcagno
inutili gli sguardi tempo al rovescio
di uomini e
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moriremo col pil e le stelle
in una notte di luna e di lupi estinti
dopo un giorno di sole velato
da innocui fumi ricchi e potenti
in un tutto di corsa- cadono in fretta
perché - mi scusi - i capelli
chiude la posta
lasceremo armadi di cose
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velocissime vergogne
intaccano
la faccia
vecchia
colore rosso
indigestione
anime glorificate
in fila
numeri sempre uguali
a ripetizione
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fumo di treno umido
veloce abbaglio di luce
vuoto di tempo - freddo -
argento di monete
luccichio di lucertole
filo di paglia - nodo -
brillano un momento
occhi sbarrati
nel dopo luce
c'è un battere di ciglia
buio caldo
persistente
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non ho un muro bianco
per il mio vuoto
stanco
la sera cammina già
dentro al pomeriggio
gela
l'occhio che non
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mi disse umhh?
non dissi nulla
uscì. per sempre.
la finestra sbatte' due volte
bbumm - bummh.
non ruppe il
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dimentica il quadratino
ti cade- la lancetta -
è andata - perduta.
hai perso il tempo
nel tempo passato
di luoghi remoti
anime impelagate
nel fango
incollate a disfare il
già esistente
mattino con
lavori migratori
di fatue
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