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Satira
Le 2580 poesie pubblicate sull'argomento 'Satira' Poesie di satira |
Ridi
ampio e rumoroso
fulminando di sguardi
ogni donna che incontri;
ti proponi
navigando cibernetico
proponendoti amante
e professionista danaroso,
e sei sicuro della moglie,
tua ed inalienabile
quale animale domestico e fedele.
Ma
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Fior de cerasa,
Se so' magnati il conto de la spesa
E bonanotte mo se chiude casa!
Fior de mentuccia,
Ce se magnano
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 | Mentre sono fin troppo indaffarato
a lavarmi per bene le p... udenda,
mi viene in mente un fatto del passato
che c’entra come i cavoli a merenda.
Chi se lo scorda quando m’hai lasciato
a causa dei quattrini del Commenda?
Che incubi facevo!
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 | Quando arriva il corteo dei " Capoccioni"
che vogliono far sfoggio di sapere,
di solito mi faccio ben volere
perché ci sguazzo in queste situazioni.
Siccome sono, spesso, dei coglioni
che avrebbero bisogno d'un clistere,
li
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| Che mi dici, Lorenzo, non ci credo
che possa l'ironia starsene zitta,
né la satira, quando è bella fitta,
che nasconda il tenace suo corredo.
Ma se qualcuno vuole la sconfitta
del libero parlare in verso puro,
allora a Salomone, te
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 | Ora bisogna bere
ora bisogna battere la terra
con libero piede.
Ho abbassato la guardia
voltando le spalle al nemico
frutto del mio ventre
frutto d'amore
coperto di rosee attese.
Ho guardato soltanto al suo cuore
ma la sua mano
nascondeva
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 | scorre tra le mani
il resto del giorno
sorrido
pensando alla faccia da clown
del destino
un naso rosso, soffiato dal
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| Mannaggia a ‘sto specchiaccio maledetto!
M’ ariporta maligno ogni difetto.
“Nun è n’inezzia ‘sta bella rughetta...
e quer capello bianco? In fonno
potrebbe fà er filosofo dicenno
“so li segni der tempo, so facezzie”
e’nvece lui, impracabbile...
me
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 | Quel groviglio di memorie
che stanno in fondo al cuore,
chiedon di riemergere
e sospingon con vigore.
Cercan una penna compiacente
che le porti presto in vita,
subito immantinente,
che cominci la partita!
...Ed ecco sul far dell'alba
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| nessun limite per chi con le parole
fa collane
bugie mezze verità
non è importante
conoscere il segreto di
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| La mia fu tremendissima illusione
Allor, dopo la guerra, fra' Tommaso,
Quando dare si volle la ragione
Al popolo beota in
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 | Viva la guerra, gli sbudellamenti,
le rapine alla banca, le sassate,
viva gli schiaffi, i morsi, le puntate,
la droga che
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| siediti, vicino a me
albeggia fuori della stanza
si sveglia la città
ascolta il battito furioso
dentro al
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 | Mi guardo intorno e vedo sempre sesso:
in fabbrica, in ufficio, in officina,
lo vedo dalla sera alla mattina
perché, ovunque vada, l'hanno messo.
Dice che sia un segnale di progresso!
La donna viene messa alla berlina,
nuda, vestita,
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| Il popolo è una perfida invenzione
Perché è soltanto folla, moltitudine
A cui piace di stare
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 | larve di uomini
cortili di sbarre chiuse
terrore negli occhi
paura nel ventre
vaga la mente
pensiero distante
come il
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| La poesia ha perso il suo fogliame
D'alloro messa fuor dal giornalismo,
Dal video, dai prodotti di costume
E dal
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| La satira, per chi tiene il potere,
è giusta medicina per capire
il senso del ridicolo e vedere
di migliorarsi pur
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| Infarcir paroloni
e frasi fatte
in discorsi vani,
inconcludenti come mosconi
ronzanti
in pomeriggi d'estate,
babele linguistica
nel brusio del mondo;
citarsi addosso,
simulando regni
per esser sovrani
ed inventar filosofie
per esser
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| Stamane quatro rime go pensà
parché 'nte 'l cao le me ga martorià:
de meter do' righe in fila
xè boni tuti e no te ciapi 'na gran pila.
Chi se ne frega se go scordà 'l trentin
(che no go mae savu parlar)
e se
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| E' diventato un colle
rivestito di verde e di fiori
il butto
che nella mia infanzia
ammorbava l'aria
col suo puzzo.
Ora,
accanto a una villa,
ha perso la sua veste sinistra
e dorme
una quiete umbra.
Sul suo manto vegetano
ulivi
che
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| Folla è quella che al gioco del pallone
Scuote lo stadio d'urla ad un rigore,
E' quella che ascoltando una
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È una donna stupenda
l'Occasione
le ali ai piedi
lunghi capelli riversi sul volto
corre veloce
più dell'Ermes del mito
e cambia nome a seconda del vento.
Ora
ad esempio
è Sisma il suo nome.
Bisogna afferrarla
prima che
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'N povero ecologgista,
vedenno 'no spazzino perde 'na carta
e sembrannoje 'na cosa trista
lascialla pe' tera come 'na cosa morta,
la raccolse pe' jettalla ner cestino...
nun l'avesse mai fatto:
cominciò a strilla' er
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Chi sputa sentenze dall'alto
negando qualsiasi opinione
dovrebbe stare al riparo
da qualsiasi altra ragione?
Arrocato in
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La quaglia non raglia
nè mangia la paglia
e nessuna steppaglia
solo tra questa se la squaglia
-L'arguto grazioso
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La scienza, già stimata
Diabolica per dogmi,
Ora santa è proclamata,
Giacché contro la
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Il tramonto
pantofole rosa
svestiti d'anima
e mettiti in posa
basta soffrire
carie d'amore
fuggi sdentato
corri soldato
in appariscenza
Senza timore
grida di pianto
irridono il lutto
piange la mandorla
ride la volpe
ma non
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O padre Giunio, castigatore degli impuniti,
insegnami a libellare nel modo in cui solo
tu sapesti porre il nesso, fra la nefanda malèdica
ed il verbo della Satura stessa!
Sii tu il mio Verbo ed il mio pensiero!
E, come già un tempo,
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Una volta si sentì di un Tale,
uxorato (ed anche male,
ad una Hera assatanata che,
tapino, difendersi con amore
tentò dalla moglie,
dalle Furie consacrata
ad un pietoso fato.
Tentò trovar naviglio al suo naufragar,
osando
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2580 poesie pubblicate sull'argomento Satira.
In questa pagina dal n° 2221 al n° 2250.
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