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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 6650 poesie in esclusiva dell'argomento "Donne"
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 | Intarsiata
in un ramo intrecciato
dai colori sbiaditi,
nel frammento invecchiato,
sei la rosa
della radice intatta,
indimenticata e amata.
Incredibile
lo stelo,
lasci incredula,
i tempi passati
dietro un amore,
i ricordi,
un vivere
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non ho virtù
se non il peccato che ignori
quel colore in esubero
di una sinfonia stonata
nel giorno che non
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 | Vicino a casa mia, di antonata,
c'è una sprèndida villa col giardino
e lì vedo una bimba, esagerata,
che ruzza sull'erbetta per benino.
Cià una Barbi dimorto sciagattata
a topallaria sopra un passeggino
e, via via,
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 | Sono la sognatrice
quella che contempla il cielo
e ad ogni nuvola dà forma
l’amazzone che cavalca il vento
che passa ore a rimirar la Luna
Io sono la funambula
quella che non ha paura di cadere
ch’è a suo agio
solo, su una fune
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| Jibi |
12/01/2014 16:29 | 3871 |
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| Il mio sorriso
in una faccia imbrattata di pianto,
vermiglia maschera
in un carnevale senza letizia,
fragile parvenza di normalità
Infranti gli schemi dell’apparenza,
è tardi per fingere.
Un incubo nella realtà
un timido
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| Gli anni pesano, grevi,
sulle fragile ossa
di cristallo divenute,
come la fragile vita
che resta d’assaporare,
nel tempo, i ricordi
si confondono con i pianti
e le risa si mescolano
coi pensieri offuscati.
L’oggi è un incrocio
di
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Parlò piano
Il lieve passar del tempo
SILENZI,
Ali sussurrate, docili forme di vita
Sono,
Le tue umide labbra
Mentre
Tutto si
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Attendeva il crepuscolo, paralizzata dalle ombre,
palizzate ardenti delle sue odiante sembianze,
scarnificata su quei rami di nulla
che le offriva il suo dolore.
Non era attesa né, tantomeno, amata,
strisciava, come sottile cortina di fumo,
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Con ali d’aquila e di colomba
la mia anima fugge.
Da una cintura di nebbia
nel crepuscolo morente
si arrampica sulle spine pungenti dei rovi
e s’innalza
come parola appena pronunciata
tra gli altissimi silenzi
dove la solitudine tace
e urla
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 | Sogni ali per volare
ma la libertà prima
di parlare muore suicida...
L’anfora dei desideri
vaga senza limiti
nella dimora inospitale...
In questa gabbia
che ti cela al mondo
annega la tua volontà.
Rassegnata a una legge
atavica,
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| Con le mani nude
la bambina dipingeva
mentre il suo canto
saliva oltre il tetto.
Era povera di colori,
verdi margherite
stendeva sul foglio
bianco e ondulato.
Guardarla io voglio.
Su quel manipolo
di teneri petali
distese un
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 | Signora della Notte
Gelida femmina d'argento
Con tacchi a spillo
Come una puttana
Ciondoli nella tenebre solitaria
Dai solchi umidi dell'imperturbabile
Protendi
Navighi sui torrenti gelidi delle vene
Colante di luce
Ammicchi sguardi di
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| Jibi |
06/01/2014 22:47 | 4068 |
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| Pasteggiava il tè con Prevért accanto,
assaggiando morbidi biscotti al burro
mentre un soffio lieve d'ali di farfalla
nel suo giardino di zaffiri
le accarezzava il viso, rugato dai ricordi.
La sua vita, in penombra
scandagliava il
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| Si trafiggeva di amori incompiuti!
Penetrandosi la carne
sino a sanguinare inquietudini e tempeste.
Li attraversava!
Quasi fosse la
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stella cadente
luna che non mente mai
una parola (D)
Lei sentiva i suoi passi leggeri
nell'ombra di una notte greve,
il respiro appena votato al male
su un lamento atteso nel languore
Le porte aperte e le finestre scure
spalancate al ritmo
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Scrivo
l’ammenda curiosa del mio tempo
come giudice estremo dei miei peccati
nelle trecce rosse tagliate alle radici
gridando gioia al sorriso della luna
che adorna le mie notti, confidando nelle stelle
il pianto antico, sul quale mai l’alba
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Spengo le luci.
Voglio cogliermi
essenza allo specchio.
Porgere l'orecchio
all'ansimante malinconia
racchiusa nel mio occhio.
Fruscii d'esistenza
mi spalancano a cieli liberi
e ad accordi misteriosi.
Credevo d'essermi perduta!
Ed invece fu
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 | Mi par di sentire il cicaleccio
attraverso le vetrine
e l’uscio aperto
di mattina...
-Qui
i rintocchi rimbombano
alla morte, indifferente
il corridoio ha i silenzi
di bambini senza dimora
al pianterreno
tra muri alti
il tempo
se ne va,
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| Nella dimensione del sacro volo
ella ritrovò la tempra
che le permise di cambiare direzione.
Folate di vento salvifico
la estirparono
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| eri luce e desiderio
nascoste nelle insenature
di barche alla deriva
plagiate sulle spiagge
di memorie sfuocate
fragrante di pioggia salata
ti ho visto
nelle lontane abitudini
di pensieri stanchi
profumavi di viole
nel vestito plissettato di
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Guizzi di divino sopravvivono
sotto la corteccia indurita,
screpolata, offesa.
Salgono palpitanti lungo le radici
fino in cima all'ultimo ramo.
Silenziose correnti di linfa
ascendono dalla profondità della terra,
invisibili, si
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Giallo affilato
al tramonto
s’appiglia al mare
fascio di luna, pretendente
non erge muri
ma si frange, nel buio
...
il grembo, svelato
muove mondi
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Sei brividi al mattino...
Regalo nuovo agli occhi appena aperti
sei petali di rose sul cuscino
morbida piuma accarezzarmi il viso.
Radioso è il tuo sorriso,
bocciolo tenero di mandorlo d'inverno
sei brina che rinfresca le colline
è
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Sembrava un gigante
ascoso dal buio della complice stanza
Penombre corree
coprian le sue membra
Il corpo mio esile
fra i lenzuoli confusi vibrava
sotto le mani giganti
che tutto avvolgeano
Fu gigante il sussulto
del corpo imponente
che mia
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O madre che ti sei persa per strada
lungo il viale illusorio senza ritegno
lasciando alla deriva il senso materno,
hai giocato col fuoco nel vortice del tormento
e ora piangi svilita lacrime amare
per quel pargolo che non puoi accostare.
Quel
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Il velo ambrato che ti veste,
presto si dissolve sfumando la macchia dell'estate.
Bussa alla porta il colore della luna,
ti dipinge e in te s'accasa.
In lembi di stoffa più ampi t'avvolgi
e così allo sguardo del mondo
svanisce la
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Tracimo il silenzio.
Come uragano
vado a gravare la tua coscienza
di una zavorra che mal sopporta.
Divento soffio.
Evaporo
per darti il tempo di riflettere.
Ti concedo molto
considerato il poco che mi hai dato.
Sono catene che scorticano il
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Floket e tua ngjajne si floke ere
Buzeqeshja jote me duket si nje stine pranvere
E ecura jote me ngjan me detin
I them vetes, tek mundohem te te bej portretin
Ditet i praruan tiparet e tua
E zbukuruan t e madherishmen fjale te dua
Zhduken dhe
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Mi sei rimasta proprio dentro al cuore
come le donne folli e coraggiose
la gente come te non sa tradire
hai steso ad asciugar le delusioni
Vorrei averti conosciuta prima
quando i giorni erano lotte ardite
e vivevi nascosta dietro ai
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| India |
22/12/2013 08:43 | 3904 |
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 | Tu, splendida donna d’oriente,
con il tuo dolce viso,
che dietro il velo di seta
coprente nascondi,
ancor più provocante e attraente,
la tua misteriosa femminilità diventa.
Quale magnifica creatura cela
questa seta fluttuante al vento.
Quali
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Mi costa scrivere questo ultimo poema
questi versi... ultimi petali
di rose appassite
Sono come un naufrago alla deriva
in un oceano di solitudine
e la tristezza mi inonda
Dicono che la speranza
è l'arma più potente del mondo
ma
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6650 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2941 al n° 2970.
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