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Le 32546 poesie in esclusiva dell'argomento "Introspezione"
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Si sveglia la notte
nidificando il silenzio
Sulle orme del tempo
un fiore indaco
si scioglie nell’incenso
Dal suo velo
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Perché mi avvinghi come l’ipomea
che cavalca Il gelsomino
e l’edera che imprigiona la quercia?
C’è una malia segreta nelle foglie.
Mentre contemplo la luce
che gioca tra i rami
mostrandomi
solo un aspetto ridente
braccia d’ombra
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Stiamo insieme, in silenzio, siamo
soli,
raccolti nel grembo
del nostro sconforto
nel nembo smarriti dei
pensieri di giorni infiniti o di fiamma
che illuminò tutti
i deserti ma ora
tempeste immobili nelle voragini vuote
le menti ingombra
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Sono altre voci che reco stasera
tratte da dizionari polverosi per forza di levare
tremito primitivo sulle labbra
quasi ponte immobile tra echi di un cantare
e coppe profumate di sangue e vino di brughiera.
Nel crepuscolo una nube si contorce
in
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Si sta al riparo del sole nel profumo dei tigli
ad inseguire il vetro che naviga il mare
trasparenza che cela magra speranza
d’un messaggio breve che non si può equivocare
Si resta ammutoliti al chiaro di luna
in assenza di note e d'armonici
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Cosa nasconde
il corpo decadente?
Un nucleo di bellezza
ormai sopito,
l'onda costante
e ostinata della vita.
A ogni respiro
muta la scena
nel multiforme cambiamento.
Noi, naufraghi del tempo,
stranieri e
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Una cosa difficile al mondo
è scrivere le cose facili,
la storia nasce in noi,
noi che viviamo il momento
forte è anche l’esempio
del nostro breve passato.
Ci porteranno sul palmo,
si... sul palmo di una mano,
per poi
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Seduto
sopra un ceppo di rottami,
osservo l'onda
che si rompe sugli indugi,
deflagrazione di sorrisi
ad annientare odio
e antiche rabbie.
E sperpero
gli ultimi spiccioli di bile
in inutili cazzate,
sgoccioli scampati
al reato contro un
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Ho tranciato paure
tra filo spinato
e lame taglienti
illesa la pelle...
Diserbato la mente
da pensieri infestanti
fino ad esaurimento scorte
di
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Verso nella memoria
il succo dolce della vita.
Mi disseto, di poesia
d'acqua limpida e pura
anima, che non tradisce
che se ne va nella
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Lascia tutto e segui il tuo spirito,
quando scalza via le ciabatte e inizia a correre.
Non badare al fulmine che squarcia il cielo e cade dietro di te,
non ti avrà toccato.
Corri, anche se è notte,
anche se la strada ti sembra troppo
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Come una foglia,
leggero,
non avverto
i pesi della vita,
i passi del continuo moto.
Una piuma bianca
nello spazio.
Aleggio.
Il vento mi oltrepassa,
e anche il sole,
nessun pensiero viene a galla
in cerca della mano
per essere curato.
Tutto
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Ne voce, ne eco risponde
nel vicolo grigio che sempre più scende
regno di solitudine
cinereo il suo colore
unico rumore, la pioggia che discende
si bagnano le pareti corrugate
che raccontano dolere
ormai raro, un bagliore
sparuto, il
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Quando e dove:
è necessario e indispensabile,
il tempo vive e concretizza il tracimare di se
nell'incertezza del suo incedere.
Apri il cuore al domani che t'appartiene
e asciuga al vento e al sole pensieri e solchi
di un viso troppo tempo
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Ponzando su qualunque malinteso
che trova suo riscontro in mia demenza
distante come in orbita sospeso
fa suscitar e ispira repellenza
ch’internamente a me essa prevale...
mi porgo verso singola adunanza
affetto da una sindrome anormale
ch’aberra
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 | Non dirò mai di no
a lacrime che
bagnano il mio volto.
Non alzerò mani
pronte a colpire
se verrò derisa
oppure offesa.
Non calpesterò fiori
che hanno spine
pronte a pungere
e strappar le vesti.
Sorriderò
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L'Inquietudine grida e mi consuma,
mi corrompe il respiro quand'io dormo.
Ma in un Sogno mi sembra il dì la Luna,
la Notte oscura nient'altro che giorno.
Non so (io) qual sia il mio Desiderio; e sfuma
ogni vissuto istante quando
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Un cielo immobile
sovrasta l'acqua
/ distesa d'anima /
è cosi sottile
l'esiguo resto,
/ esistenziale /
l'onda, trasparente
si spegne sulle labbra
/ e sono solo /
come i mondi lontani
il viso, nel vuoto
della sera
/ muraglia
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L’ombra troneggia e in dimore segrete
dell’astro echeggia il precoce declino;
tetra è la volta e su rotte inconsuete
navigo a vista invocando il mattino.
E mi accompagna una cocente quiete
mentre la neve mi imbianca il cammino
a raccontarmi una
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Raggomitolandomi
nel punto esatto
dove il mondo è cieco:
rinasco intatto,
tra i fiori rossi
e le bacche di ginepro.
Mi infilo negli spazi che ho taciuto
e mi riscrivo fra le ombre amiche,
che si vestono del mio stesso
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Questa malinconia
improvvisa, immotivata
che coglie il cuore
alla vigilia di un verso
La sera conosce così bene
la tristezza dei poeti
le rime nate dal dolore
Il foglio è un confidente muto
accoglie parole e non giudica
Candido
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Sabyr |
02/06/2017 17:53| 787 |
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Se non avessi me,
se non avessi il provo.
Fortuna,
ho ali per volare di notte
quando cielo indossa la toga nera
del giudice supremo,
quando appaiono le stelle
e la luna strizza il bianco dei suoi occhi.
Se non avessi me stesso,
l’armonia del mio
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L'ombra scivola via, lungo la sera,
e il mio Sole tramonta in un Rosario,
ché Tutto divièn quest'ombra, e la cera
del giorno si ricopre di un sudario.
D'intorno (io) odo il silenzio, e una preghiera
dal cuor mi sorge e dal mio
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Mi siedo un attimo devo riprendere fiato
non ce la faccio più a sbrigare quelle piccolezze di un tempo
pare impossibile ma il respiro fa le bizze non regge più
eppure il volto emana una vivacità invidiabile
parlano gli occhi recitando quel sentire
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 | Beata gioventù, irriverente,
di fiamma ricca alle carni,
cosparsa d'amore sapiente,
d'alcol e ninfe i suoi inverni.
Oh! nostalgia ladra di quiete,
nettare di questa terra siete.
Oh! la gioventù nei vostri volti,
compagni miei
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| Ecco l'alba,
raggiante mi appare,
nuovi gorgheggi
bucano il diradarsi delle tenebre.
Antichi stupori si risvegliano,
come boccioli di rosa
accolgono la rugiada
del primo mattino di maggio.
Frammenti di cristallo
i giorni della
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Non ci so fare
con lo zucchero filato,
sono inabile nel
creare mondi
di uncinetti ed aghi.
Da sempre specialista
nell'accumulo
di polvere sugli specchi
attendo temporali
per lavare i fiori.
Eppure ho talento
nell'immaginare mondi
di
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Suadenti
lontananze
dolcemente mi conducono
oltre
l’angusta dimensione dello sguardo.
Di collina in collina
lungo ripidi crinali
oltre valli profonde
e ondeggianti distese di campi coltivati
a poco a poco
mi perdo.
Tra le nebbie
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Rapido guizzo prossimo alla folgore
esasperante riflesso di contro
all'estinguersi lento e poi
corsa (a perdifiato fuori dal tunnel)
sì promiscua al
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A briglie sciolte
incontro a un sogno,
indomito destriero,
cavalchi l'onda
che a riva sciaborda.
Non frena la tua corsa
il vento che scompiglia
la criniera,
nel tempo in fuga
che innalza la marea.
S'impennano i battiti,
fremita
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 | Qualcosa -come un podalico parto
la partenza dall’arrivo.
Genova, devi vederla dall’alto
o dal mare, chiusa com’è
in una strettoia d’infinito-
corpo verticale abitativo.
La scopri salendo, ascetico
camminare spedito-
dal porto a un cielo
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32546 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 6241 al n° 6270.
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