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Le 37675 poesie in esclusiva dell'argomento "Riflessioni"
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 | Silenziosa è ora l’onda ciarlatana
che si frangeva sugli scogli giù alla baia
non cricchia più la schiuma
tra i sassi all’arenile
Tutto è silenzio adesso
e tutto grida
ed è una lacrima la perla nella valva
e l’alga è un fiore
portato a quella
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Cadono un dì le foglie
e come per gli anni,
logore della voglia
di desideri e affanni.
Cavalcano il vento
barcollando in volo;
frusciano un canto
agognano il cielo.
Una persa guerra
una scontata sorte,
fuggire dalla terra,
al marcio e
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Ho offerto le mie mani
colme di lacrime
a cespugli di rovi
e le ferite
ancora
sanguinano disprezzo,
amara ingratitudine
contro dolcezze illimitate...
Quanti sguardi,
quante parole vuote,
castelli
di carta velina bagnata,
fracida,
senza
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Cielo distratto, inutile serata,
il cane sembra zoppo ma cammina,
la piazza è vuota, tutta una spianata
ai lati qualche inutile panchina,
caffè, brioche e in mezzo un po’ di crema,
caffè, brioscina, che diventa rito,
per un progetto logoro e
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Ti prenderò un giorno,
al calar della sera,
nel silenzio dei miei battiti
che tuonano impazziti.
Solo io li sento
mentre attendo
e quando il
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Libero volo
tra una virgola inutile
e una pausa
il verso scardina e solca
pomeriggi di pura melodia
arido senso
scorre ruvido
il pensiero diluito
da punteggiatura elementare
e per ogni punto
una nota scandisce l’essenza
di un “se ...”
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 | Balbuziente
sarò già consegnata alla fortuna
se col mio viso sfiorerò il palmo alla tua mano
Di mirra ambrata e dolce miele bruno
sedata dal profumo
sazia sarà l’anima mia breve
Sola sfiderà la morte
rinchiusa in una teca
dai millenari
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| ricorda che il corpo è in scadenza
e se lamenta acciacchi è nel volgere
naturale delle cose
anche l’albero mostra le sue
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| Il sole tramonta
in fondo alla valle,
la luna rispunta
in alto nel cielo,
le stelle argentate
son vive, brillanti,
la notte piano piano
si tinge di buio.
La fine di un giorno
che muore in silenzio.
La gente riposa
le membra spossate,
attende
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| Sfrontata timidezza,
mi nascondi agli occhi di chi sono,
illudendomi di esistere,
deviando da me il sorriso.
Cresco in seno alla solitudine
che allatta stretta a silenzi di carne,
così aderenti nell’intimità delle notti,
che mi erodono
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 | Fisso lo sguardo
tra le alture e il colle,
mi perdo riflesso
nel mare di spighe dorate.
Un tiepido venticello
solletica chicchi maturi,
accarezza rondinelle migranti
nel cielo dipinto d’azzurro.
L’eco vibrante
armonioso e allegro
delle
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| Si gira e si rigira
anche giù in fondo
per portar fuori
ogni ombra occulta,
si scava su terra
e oltre il mar profondo
insieme al vento
che più volte esulta.
Non c’è pudore
non c’è più rispetto
se uno è nato
in provetta o... in affitto,
ci si
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E tornammo all’ovile
come tutti i lunedì,
ignari,
di chi moriva in mare
sognando la seta.
E fummo finti poeti
in rifiuto del diverso
e finte suore
in preghiera ostile
e senza velo.
Fummo i fratelli
dimenticati e logori,
fummo un filo di
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Nel pomeriggio azzurro mi confondo
fra le pagine scritte in gioventù,
mi appare tutto chiuso in secondo,
ma poi mi accorgo che non ci sei tu.
Evapora il ricordo e nello sbando,
mi arrampico all’ antica melodia
che canta la bellezza andata
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Cinque alle venti ed è sabato sera,
il campo con la rete in mezzo è vuoto,
LA STAMPA appena letta, l’atmosfera
mi porta a quella stessa in cui, immoto,
con gli occhi fissi, seguo quella sfera
gialla, che vola lesta con suo
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Non c’è più spazio e tempo
per il vibrar di foglia
e la luce chiara
che filtrava dalle persiane
adesso è polvere di luna
sui fiori vicino al
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 | L’acqua non trattenne
le anime degli annegati
l’alba non conta mai i peccati
e sorge, come il male dalla terra
come le vene di un corpo
l’acqua scorre nei fiumi
sotto la pelle, silenziose
memorie perse tra i sassi
io ricordo il tuo nome
come un
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| Ogni sera vado a letto
per attender l’indomani
e sognare un mondo nuovo
con i sentimenti umani.
Al mattino sorge il sole,
pur con gli occhi addormentati
vedo subito che in giro
non ci sono i risultati!
E’ rimasto tutto uguale
come il giorno
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| quanti miti
in quest’Olimpo!
Quante eccellenze
in questo sacrario!
Anche le
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| Tutto ciò che ha del bene ha pur del male:
è questo avanzo di un antico dio,
che mischiò tutto, e ancora da lui sale
un indifferenziato brulichio.
Tutto ciò che fa ben fa pure male:
è farmaco veleno, ed anche io,
che spesso sono innocuo, so far
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| Mostrati come pupi inanimati
barattati come ninnoli ripescati dal mare,
dall’ira ipocrita di chi piange senza lacrime,
estratti a sorte in una bilancia cieca.
Biechi frontalieri servi di un inferno di galere,
traghettano serragli di carne da
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 | discite
con poche cose
la vita si sostenta
così poco
chiede la natura
ma duemila anni di storia
ancora non inchioda
nella mente bramosa dell’uomo
la trasparente verità
di un giovane poeta
ma per imprimerla
bisogna fare presto
ora che il
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| Il mondo sta cambiando sempre in peggio!
Nessuno vuol parlare per paura ...!
Il buco dell’ozono è un gran dispregio
e l’aria è diventata quasi impura!
Persino l’acqua, ormai, è risaputo
che tra vent’anni se ne andrà in “pensione”.
Un litro
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 | Se solo quella luce, ci scaldasse dentro
se andasse fin sotto la pelle e non solo
- riflette in superficie -
c’è un lungo inverno in ogni anima
- un solo
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| La nostalgia del cielo blu cobalto
si dissolse con l‘ultima impressione
di tenue levità sopra le cose,
che un refolo imperfetto ed inatteso,
non so da quale Olimpo giù disceso,
contribuì a diffondere, e alle spose,
colpite da improvvisa
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| Da culla del Rinascimento
e giardino del diritto
a landa deserta
dell’imbarbarimento di massa.
E poco importa se il ruggito della burrasca
ingoia altri disperati in balìa delle onde
su uno scafo di legno nudo
simbolo di un’anonima Croce.
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Strano il destino
Tu il principio di tutto
Del risveglio
Del fluire dell’acqua
Nodale particella
d’un ingranaggio vitale
E per un fuggevole attimo
La felicità
Fugace illusione
che fossi meta
di un lungo viaggio
Ogni tango ha
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 | Solstizio d’estate
al calar delle stelle
in una luna pallida
tornita di giallo.
Sorride la notte
nella sua veste pura
mentre s’addentra il chiarore di
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| E tuttavia
abbiamo spazi per le andrene
che prendono buio d’alberi
e sabbia per tane di miele
- e le pupe, le pupe nel nettare, profonde
e poi, prònube, dalle emissioni d’orchidee.
Albori incessanti nel nome di tutti, infine
come per gli sciami
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Lia |
29/06/2018 21:25 | 1022 |
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| Non potrò dire: “una seconda volta”,
il giorno cede il lume al suo tramonto,
lo ingoierà la notte in un confronto,
ma la parola ormai gli è stata tolta.
Restano gli occhi amari del perduto,
il fiato del profumo accarezzato,
l’alone di poesia
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| No, non basta un vita
perché non puoi rimediare egli errori
non puoi tornare indietro nel tempo
non puoi accarezzare il bambino che eri.
Una sola vita non basta
non basta perché gli errori sono montagne
e la vita non le sposta
e tu rimani sempre
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37675 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4981 al n° 5010.
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