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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 7991 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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Mute... parole
Carezze, balocchi:
No... neanche sogni
Il tempo si è fermato
su cigli d'indifferenza
che incredula anima sgomentano.
SOLI
a cercare un abbraccio
un sorriso
un respiro d'amore.
- Sono Bambini
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Le fronde
di giovani alberi
piegate dal vento
Violento
che spira dalle voraci bocche
di uomini poveri
d'umanità:
Oro non si compra
Tesoro non si nasconde
quando non s'ha.
Il Cielo
piange lacrime
d'un uomo...
?
Che forse
non
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Caro amico mio...
beato te
racconti delle tue paure
nascoste come nei film
dentro gli armadi
mostri così grandi
da far perder il sonno...
...io già non dormo
non so chi entrerà dalla mia porta
se lo zio dottore...
o il
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 | Undici anni,
giocavi con le bambole
sognavi cose belle,
accarezzavi il mondo,
speravi nella vita,
ma un giorno
il sole è tramontato,
ti hanno ferita e calpestata.
Piccola,
neanche la mamma
ti ha accarezzata.
Poi la notte è
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| Una biro di un blu notte
o nera come un mantello in fuga
scarabocchia il foglio,
mentre un sole goliardico,
disegnato tra i tetti rossi delle case,
imprime il giorno.
Sotto la chioma di un albero in fiore,
compare un omino pieno di dita
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 | Quando abbracci tuo figlio,
e lo stringi al petto
come se avessi paura
di perderlo per sempre.
Quando lo vorresti legare a te,
con quelle radici
che cerchi nei suoi occhi,
che hanno quel colore così strano
come nessuno che conosci
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 | Non ricordo l'infanzia...
mi addormentai piangendo
e al risveglio ero già grande
custodisco un segreto...
si, l'ho promesso,
non lo dirò a nessuno
sono giochi da grandi...
no, non li posso dire
altrimenti mi
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 | Ti guardi
allo specchio
...
cerchi
nei tratti del viso
un po' di lei
quello che ti ricordi
è un attimo breve del suo sorriso che corre via
la mente non vede, non vuole provare
il suo ricordo confuso nasce e poi muore
all'angolo la
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 | Piange la vita,
dove le strade,
sanguinando
impolverano il cuore.
E i giorni inciampano
sulle mie guance,
le gambe di pezza
delle mie bambole di cera
quando l'alba è rumore
e le mani grondano
orizzonti feriti
mi stringo il
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| Eri il più piccino della banda rivale,
la vita fu breve ma di un poco che vale.
Mentre fuggivi dall'assalto al fortino,
ti colpii con quel legno un certo mattino.
Esultava la banda per la breve vittoria,
nel pomeriggio solo Dio t'ebbe in
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 | Rintocchi di cuore, mani sicure,
verde fiducia in te respirai,
di cui fidar poter mi parea,
calda e accogliente dimora
in te aspirai,
potendomi tu, altrochè,
difendere da bieche intenzioni,
di sciagurate menti.
In seno alle tue
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Spesso le dimenticanze cantano
un mondo di volti dal cieco caso
tra le notti simili e chiare
ad albe sterili e fredde,
e passante senti
la solitudine a pezzi, traspare
fra il tuo, mio, nostro nome come un vizio
che invecchiando cresce
spesso come
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| Sal |
16/10/2010 19:00| 1283|  |
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Ora
che la polvere
ti accoglie
ti scrivo
per raccontarti
del veleno
che m'hai lasciato nelle vene
e di come s'insinua
indissolubile
a sommare i miei anni.
Il capo è sempre chino
come se i miei piedi
potessero parlare
ma la
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 | La chiamavano cigno
per il suo lungo collo
la diafana pelle
e le gambe sottili.
Saltava la corda
correva nei campi
leggeva le favole
di azzurri principi.
In un giorno d'agosto
l'avvicinò l'orco.
Le luride mani
le accarezzarono
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Sul ciglio della strada
tra l'odor di viole e ciliegie
si perde
l'ultimo pudico saluto.
Tra la seta di candida purezza
disegnata su gote
adornate da acerbe fragole
e l'ingenuità trasparente
dentro occhi cristallini
-Ora solo polvere
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 | Questo tuo mondo non più amico,
verso chi ha invece voglia solo di sorriso.
Questo tuo percorso per sempre spezzato,
per colpa di chi la tua mente ha annullato.
Questa tua infanzia negata verso valori persi
su cieli senza piu' venti,
e tu
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piccoli passi di danza
la musica che ti accompagna
il pianto e il riso di giorni gai e spensierati
come un valzer a piedi nudi
senza pudore
senza vergogna
viso nel viso
di chi
la tua danza ha interrotto
piccolo
angelo di
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| Eirene |
16/10/2010 16:46 | 1627|  |
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Son rimaste impigliate
sugli zoccoli delle chimere
le fanciulle dita per contar gli anni
e dispiegar l'amarognolo della saliva
sul mio viso già vecchio se la tua mano passava
vorrei ridarti indietro
quel mercoledì di sventurate
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Il contachilometri va
gli ossiuri accasati
macerano il colon
Cercavi una copertina
per essere qualcuno
Grossolano quadro
è dei giorni nostri
scambiare l'essere
per profumo di sostanza
conio d'incertezza
è selce sul tuo
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Sogni isolati d'età
legati da collane di nuvole
sperduti nei taciturni respiri
privi di lacrime che incidono le gote
solo stracci di corpi, spogli di un futuro
dimorano tra ipocriti, all'ombra del mondo
circondati da bare avvolte di sola
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Non avevano spine - a quei tempi le rose
rigogliosa stagione, bendava sua vita
rideva sempre bimbo, appagato di cure
forse in eccesso, purtroppo elargite
s'agita inquieto il mare notturno
t'attrae e risucchia nel fondo gorgo
non sempre,
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Credevo che un giorno
tutto cambiasse,
un mondo senza dolore o cattiveria
dove ogni pensiero s'avvera
Invece, cara vita mia
eccomi qua, al tuo cospetto
e noto subito che ancor
non v'è nessun rispetto
Ho lottato, si lottato
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Padre Nostro, che sei nei cieli,
non mi chiedi perché il mio sguardo
è adombrato di tristezza,
non mi chiedi perchè
non gioco con gli altri bimbi,
non mi chiedi perchè
di notte mi sveglio piangendo,
non mi chiedi
leggi

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Stringevi un aquilone
tra le dita di rosa,
si affacciavano mandrie di nuvole
al tuo passare,
nel parco si udivano risa
d'infanzie serene.
Tu stringevi quel filo
e guardavi nell'azzurro il tuo aquilone
confezionato da lacerti di seta,
ma nascosta
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Mille vite passate
e una bambola rotta
tra le mani
lacere vesti insanguinate
e uno sguardo
che guarda troppo lontano
quando nessuno lo vede
ombre si rincorrono
mai stanche
nella luce variegata
delle tue iridi
c'è un sogno
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Bianco
il tintinnio delle mani
saltella di giochi e risa
-gli occhi ascoltano i colori-
Nell'ombra muta
canta un cipresso
e s'inserpenta il fango
Tacciono
i fiori d'arancio
vestiti a lutto
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 | Fiato rancido
addosso
in bocca,
negli occhi,
colpisce
e stana
la serpe frusciante,
presunto
tutore della crescita.
Il filo sottile,
spezzato,
incrina la vita
e marcisce
in cambio di una caramella.
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 | Il cielo, terso e solare ch'era
d'improvviso si fa scuro
quando il mondo degli adulti,
perché è sempre colpa loro,
attacca quello dei bambini.
Chi ha messo tra piccole braccia quei grandi fucili
e le ha lasciate ad un fronte non
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| Luce, stella, piccolo fiore
sussurri nel silenzio
rubando attimi al presente.
Nel tuo corpo imprigionato
gocce di perle scendono dal viso;
risate improvvise
di fulminei viaggi,
cullano il cuore distratto.
In questo triste momento
di orizzonti
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qui persero la vita cinque vite sai?
e come pesare la vita lo sai?
per lo scoppio di una bomba
un ordigno disgraziato
che non era mai scoppiato
scoppiato mai!
erano cinque bambini squartati dalla guerra
non è giusta questa terra!
ma
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Dentro i suoi occhi
brillavan due gemme
che accecavano
la nostra arroganza.
Dentro il suo cuore
esplodeva la vita
di corse innocenti
in campi assolati.
Fuori, la guerra
mieteva le vite
tra l'indifferenza
di popoli sazi.
Fuori, in
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7991 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 6331 al n° 6360.
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