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Fabrizio Raccis Darko
Le 17 poesie di Fabrizio Raccis Darko
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Rincorro nella notte
luci arcane che si assottigliano
pian piano, sotto le porte.
Annego lentamente
in quest'acqua salmastra
vengo tirato verso il fondo
di un incubo terribile.
Rincorro me stesso
lungo questi corridoi interminabili,
sono
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Mi trascino tra le macerie
corpo sospeso alla ricerca
di te.
Vedo volare i corvi
nel mio cielo di miseria
cerco te.
Mi rammentano voci lontane
il tuo sacro profilo,
il mio riflesso non c'è.
Vedo petali neri sulle tue mani
tracce di
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Siamo un cumulo di spazzatura
uomini e schiavi, punti di sutura
troppo evidenti
Siamo incubi con la brossura
bugie prorompenti
attimi di paura
Siamo cani senza padroni
luci fiacche sui lampioni
cerini spenti sul asfalto
misere nuvole sul
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Sono tornato per quei portici
umidi ed ingialliti dal tempo
sono tornato per rivederti
assetato di arcane e irriverenti
passioni estive
le pietre incastonate
lungo il viale
sono rimaste immutate
come le vecchie palazzine
o le strette
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Dolce candido sorriso
cala tiepido sul viso
disattento mi appassiono
vengo rapito dal tuo suono
uno strumento che cattura
ti trascina con la paura
di liberar ogni tua voglia
dare sfogo alla tua natura
sono schiavo del tuo suono
quello nascosto
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sono io
che ti seguo
con lo sguardo
ed ardo
di te al tuo
passaggio
sono in balia
del tuo osservare
disattenta,
sono io
che a stento
ti sto lontano
a dissetarmi
in questo deserto
con il tuo richiamo.
Sono io
ali spezzate
a fasciarmi
delle
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Mi assale la voglia
come una malia
di averti, possederti
pensieri slacciati
si dileguano
fanno il diavolo a quattro
al
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Si affanna quel uomo
a cercar di corsa
ciò che gli può dar vita
si affanna senza pausa
stringe tra le mani
una rosa
cammina sul suo polso
una goccia di quel rosso
un ombra lo osserva
lo richiama alla calma
cosa cerchi
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S'annida scaltra la sagoma
di un uomo
tra le tenebre della galleria
un po' di quà, un po' di là
lo spettro di un minatore
che chiama la sua amata,
sarà il tempo che consuma
questo cuore tra la pietra
sarà la
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Arranca e si trascina
tra le strade della Cagliari
arcana
passa tra le genti
sfiorando animi
e frangenti,
poeta sotto voce
nessuno s'accorge
tutto attorno tace
nello scorrere veloce
del caotico richiamo.
Il poeta morto
oltrepassa quelle
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Fabrizio Raccis Darko.
Sono l'anima che vaga
nelle tue dolci curve
a cercar vie di fuga,
solo l'ora che scandisce
minuto per minuto
il tempo attorno a te,
sono il petalo che cade
dalla tua profumata
corona,
sono quella pace che si prova
standoti vicino
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battiti ad uno ad uno
risalgono la corrente,
s'infrangono le onde su di me
dove va il tuo cuore
quando l'inferno colora la sera?
dove sono i tuoi occhi
quando sale nell'aria
l'incenso?
battiti dal profondo
risalgono a galla
liberati da un nero
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stillicidi goccia a goccia
consumano la sua faccia
il calcare sussurra
nella profonda gola nera
dove janas (streghe) danzano
sotto la tetra musica
di un violino,
una piccola luce
come un filo sulla fronte
ci fa da guida
profonda
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creatura dannatamente
affascinante all'aspetto
corvo ingordo ed ansimante
aspetti ieratico un passo sbagliato
per nutrirti del mio amore
quell'amore ottenebrato
dalle mie folli malinconie
gli artigli affilati penetrano
le mie fragili
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Questo sole brucia le labbra
sul patibolo di legno
questa corda al collo color ambra
striscia ruvida
estate maledetta
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Quest'isola di fuoco
regala alla riva
intensi attimi
candido gioco
riflette limpido
gli animi
i tuoi occhi sanno
ma taciono
un amore ruvido
seppellito sulla sabbia
di sentimenti avido
inumidito
Quest'isola di fuoco
e stelle la
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Le tue mani sono tenui
riflessi
gli occhi ingenui
opressi
acclamano vittorie
saranno baci appassionanti
le mie dicerie
lusinghe tonanti
per amarti
non basteranno stelle lucenti
per la luna oscura che sei
vorrei salire al
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