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Le 48 poesie pubblicate il giorno 21/01/2018
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Muti
immobili nel vento
anche i gabbiani
stavano a guardare
un’acqua così azzurra
un’acqua così bella
da non sembrare vera!
Il blu del cielo
ci nuotava dentro
e gocce di sole
splendevano come diamanti
Su quelle onde
di pura luce
la
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| Vorrei che un alito di vento
ti portasse fino a me
e che una carezza delicata
mi sfiorasse il volto.
Vorrei che il vento amico
mi facesse sentire
le tue parole mai dette
i tuoi baci mai dati.
Ma il vento mi scompiglia
l’anima e il mio
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| Nei tuoi occhi blu
si abbatte il vento,
quello dei coriandoli
in questa grande festa
che il carnevale ci dona.
Il tuo sorriso azzurro
si perde nel mio cielo,
ed io vivo attimio
che il tuo l’amore
non mi aveva mai dato.
Sulla piazza dei
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| Vele spiegate
di palpiti di
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Frantumo le notti
in briciole fulgenti
di annose
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Alla futura compagna di mio figlio
non saprei cosa raccomandare.
Potrei soffermarmi
sui morbidi pensieri
che ogni madre
saprebbe evocare.
Potrei disegnare
con matite color
arcobaleno
i suoi anni più dorati.
Potrei ricamare
le lacrime
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Di luce aurata
risplende
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| Bullismo... reiterata prepotenza
nella società divampa,
diffuso tra giovani e bambini
alimenta paura,
frantumando al più debole
l’Io e coscienza,
la quiete al dolce vivere.
Del gruppo... il più forte
agisce perdendo la ragione,
disperdendo al
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| E andare come va la foglia al vento
senza domandarsi
sfiorando le oscurità
leggerezze dell’uomo
Planare sull’incurvatura del dolore più forte
cicatrice di negazione
limando il sorriso muto
Apriremo il brindisi del giorno più vero
e diremo
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| La tua voce era la mia ...
quando fuori dall’uscio ti sporgevi
mi parlavi nei rochi silenzi
ti imprimevi sul grigiore inchiostro
con rintocchi d’anima.
Ti sentivo palpitare ...
eri bozzolo tra le mie dita
ti aprivi volando.
Lenivi ogni
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| Il vento e la follia
accesa dalla smania su celeste
trasporta dentro l’aria la passione
che non conosce l’odio e l’occasione
presenta nuovi spazi all’occorrenza
nel gioco dei sospiri incontrollati
e come per magia
ritrova sopra il letto i segni
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| Amo la carezza del vento
quando scrive
i miei pensieri nell’aria
quando mette in agitazione
le foglie tra i rami
quando dissolve le nuvole
come un angelo in volo
quando culla i campi
e abbraccia i fiori.
Conosco quel respiro
che sembra
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| E d’improvviso
la vita con un nonnulla si riempie.
Il calore prezioso dell’abbraccio
dopo mesi interminabili di assenze,
quel desiderio irrefrenabile di dirsi,
con le parole che s’accavallano
l’una sull’altra
in corsa frettolose,
quasi corridori
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| Dolce e armonioso il suono delle foglie
che il vento sopra il viale sposta lieve
ed il tuo nome canta dentro l’eco
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| Chi siamo noi,
se non palpiti, intermittenze
che anelano incontrarsi e fondere.
Corrispondenze incorporee:
aderenze ritmiche,
visioni inquiete
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Passi d’autunno a dare forma
alle scarrollanti nuvole di zucchero filato
al vento leggero che sale dai colli,
la luce dà ai tuoi occhi scaglie di stelle
così si mischiano le pause dei silenzi.
Dilaganti fra noi le parole impigliate
dai freddi aliti
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Un mistero quella sedia,
un tormento ad aspettare
in questo momento di strada,
in questo equilibrio di via
dove non impugno la spada
ma aspetto comunque vada.
Lo so che è là che dovrò andare
in quel luogo che ora non ha nome
ma che è diverso
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Ladro di sogni il destino
già dalla culla ha fatto il vuoto
Spogliato rami
sradicato radici
Oscurato stanze
Rubato ha giochi senza limite
e sotterrato stelle marine
Ladro di sogni il destino
senza stile ha chiuso bocche
dalla fame, come
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| Fluttui nell’aria lieve pagina scritta
muoversi della memoria
dondolare leggero fra flutti
aria che penetra solleva
e odora di edera.
Avevi lo sguardo rivolto a ponente
quanto hai guardato sulla scia della gente
quante volte hai scorso i grani
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| Raglianti,
in stridor di zoccoli
spalancan bocche sbraitanti.
Imitando il verso del volgar
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| In ogni respiro
c’è un’attitudine a rinascere,
quella voglia salga in cima
ed increspi la corrente
mentre un sorriso
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La debolezza
non cancella momenti
di dolcezza infantile,
nel suo esilio
non sarà lacrimosa
ma ancora
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Voce che echeggia da orecchio ad orecchio
spinge da dentro fin allo scoperto,
prende di mira sfrontato un punzecchio
che va a diffondersi al chiuso e all’aperto
in lungo e in largo ed in ogni suo lato
diffonde al largo la propria
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sento già
il sibilo
della bufera
che arriva
quatta quatta
e la paura
che avvolge il cuore
in questa notte
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Con te si può parlare dentro al silenzio
vale la pena anche d’affidarti il niente
la debolezza il pianto del mattino il canto
quando il colle d’Artimino mi è sorgente.
Se l’amnesia del tempo divorasse
di tutte le cose genti anche i colori
il gusto
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Nei tempi appena andati
non era cosa facile davvero
gestire l’agognato incontro
con l’innamorata che sognavi
e che più
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Nessuna strada
in guerra
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Avvolgente è il tepore di docile luna
che vagando sul tortuoso sentiero
di una notte silente
respira fango d’umana indecenza.
E non c’è pudore alla disperazione
l’anima dibattendosi in sospiro opprimente
precipita nel baratro d’un mondo
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Il giorno frena la stridente corsa
la foce indossa gli ultimi vagiti
dell’orizzonte,
si spegne il frastuono
di
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Un brivido di resina
che si posa a coprire
paure di foglie caduche
basta un alito di vento
a piegarti al volere del tempo.
S’accartoccia l’attimo
tra un respiro e una piaga
che ti lascia uno sfregio d’aria
a prosciugare giorni stanchi.
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48 poesie pubblicate nel giorno 21/01/2018. In questa pagina dal n° 13 al n° 42.
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