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Le 70055 poesie con accompagnamento multimediale
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Il mio mare tra le onde nasconde i miei silenzi
ed il profumo dei giorni felici
il mio mare guarda oltre
dove c’è un inizio vuole finire
il mio mare
geme
accarezza gli scogli
bacia la spiaggia
dolce ma amaro
rimane selvaggio
non si addosmetica
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sento la gioia legare il silenzio alle note del paradiso
momento vorace che bruci la chiara celeste nostalgia del dolore
sei mia sorella gioia nei passi avanti battuti sulla terra
l’alba sgocciola pensieri bellissimi che uccidono il buio
ascolto
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Dove siete finite parole?
il foglio come una culla vuota
il silenzio dove c’era un vociare di colori
dove siete finite parole?
arido è il percorso
che porta un foglio bianco
nel cammino di un poeta
dove siete finite parole?
smarrite agli occhi che
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Un tempo le nostre anime eran ruscelli,
scorrevamo tra rocce verso il fiume,
fino a sfiorare l’ombra dei salici,
dove la luna piena ci baciava.
Eravamo nubi rimescolate di stelle,
giungemmo alla quiete tra i cigni,
nel silenzio sacro del loro
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navigo su una zattera legata da nodi scorsoi del cielo
io tatuato dal silenzio prono all’arcobaleno celeste
ruvida verità che sgoccioli nell’universo rintocchi di follia
mi denudo nelle risate selvagge figlie di una furiosa calma
avvinghio il buio
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 | In un sogno, camminavo
in quel viale che da Piedigrotta
va verso il suo cimitero,
nel cader del sole i fitti cipressi
alternavano luce e nero
che rallentava i miei passi.
La sera era scesa sulla deserta via
quando da lato un’antica figura
mi
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| sono caduto nel buio e mi ha fatto male sbattere per terra nel silenzio
non voglio uscire più di casa perché ho paura del mondo che mi condanna
sento la crisi lentamente indebolirmi della serenità che avevo acquistato
ho pianto dalla disperazione nel
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| ho paura di rompere con i miei occhi iniettati di silenzio l’aura di purezza di un bimbo
non mi piace che le mie ferite sporche di notti si accostino ai figli immacolati degli angeli
io raggomitolato nella mia anima ferita non riesco a vedere in faccia
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| figura sfregiata dalle chiacchiere ipocrite dei farisei del mondo
tu che ami il silenzio della preghiera sfinito dal tuono della tua bellezza
sento la tua nudità amare gli sbagli terreni dell’uomo
santa croce che scoli il sangue vivo dell’agnello
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 | Ho visto a Gaza le rovine d’un paese
coi muri sventrati dalle bombe
le madri spente e mute nelle attese
di trovare uno spazio per le tombe.
Dei bimbi ho visto gli occhi, ho visto il viso,
soli, sotto uno straccio alle intemperie
con la morte
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| ho avvinghiato il corpo nudo del lunghissimo buio e l’ho messo nell’angolo del silenzio
io tatuato di mille ferite che cantano la strada dei miei sogni nella promessa della luce
sento il tuono della bellezza battere il cuore inquieto di incubi muti
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| io apolide di un silenzio strutturato di parole orlate d’infinito
fogli spaginati che volteggiate amari in cerca d’ispirazione
sento la penna della mia anima tratteggiare l’inchiostro brevilineo del mio essere
poeta sfatto di una barba vestito di
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| cantano le rondini in fondo al cielo e lo fanno in sincerità
prendimi e non concedermi alcuna replica alle tue fatalità
mi hai lasciato da solo davanti al cielo stasera io viso pieno di schiaffi occhi pieni di te
mi viene da piangere quando sbocciano i
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 | Segno il mio tempo
come tutti,
traversando gli altri,
venendone segnato.
Parole lascio
che dopo,
forse,
flebili,
a tratti affioreranno
per
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| sento le sembianze sfatte di un volto di lacrime
inverno insopportabile impaginato di un silenzio smargiasso di parole
ho lasciato il cielo in disordine tra cirri di nuvole ed un tramonto illibato di angeli
voglio resistere come un giglio bianco
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 | Ci siamo stretti le gambe per ore ed ore
ma ora pare mancare l’appoggio caldo
ora che mille medaglie vinte alla fiera della gioventù
al confine d’una povera vanità
brillano di rosso sul petto.
Noi ormai silenziosi nemmeno ci guardiamo.
La mia
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Come rimane la leggenda di un amore
come un giorno dimenticato al tramonto
pieno di vita
ma già legato mani e piedi al ricordo
come rimane la leggenda di un amore
le sue parole sono parte del vento
il suo pensiero è nudo
nessun vestito adatto
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- . -
Stasera mi scopro
sono sempre lo stesso
e mi spiace vedere
ch’è tanto oramai
che nulla si rinnovi in me
fuorché il dolore
di vivere
come un randagio dell’amore
un mendico del successo
un fallimento d’uomo
che non riesce
a trovare se
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sento che gli eroi sconfitti si riposano impolverati di cuore nelle tombe sopra la collina
tu che hai assaggiato l’amara umanità di Piero il folle suicidio di Miché e la libertà ubriaca di Jones
voce stentorea che cantavi la pietà dolcissima di Tito ed
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Nella penombra, fra fessure e anfratti,
mi imbosco perché sono un assassino.
Esile è il mio corpo, con i peli a tratti,
con tre gruppi di occhi scruto il destino.
Ho un tatuaggio di violino sul dorso,
segno proprio di un sinistro presagio.
Mi
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Immobile come il cielo ma sempre in divenire
le tasche piene di risposte
la domanda sono io
perché un mare nasce
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Forse il destino, un vento misterioso,
mi condusse fra ombre silenziose,
dove i sogni dei viandanti si eclissano,
oltre l’uscio aperto su mondi antichi.
Tra fremiti d’emozioni proseguivo,
mentre la luna svaniva nel buio,
giù per scale di marmo e
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io ascolto il tarlo della stanchezza di accuse sempre meno piene di vita basta
voglio produrre il silenzio nitido dell’autonomia vissuto in una normale solitudine
voi mi fate male con le vostre liti statiche e cattive ci vado sempre in mezzo alla
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Un libro di poesie di poeti del passato
oggi per caso ritrovato e tra le pagine
una vecchia cartolina senza destinatario
mai spedita con scritte qui da me due
d’amor parole e un mughetto secco ormai
senza profumo e non so se da me colto
oppure a me
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sento le prime luci dell’alba affiorare dal profondo vuoto dal mare dell’oscurità
fuori dal ruggito del silenzio io ascolto le notti soffuse di bellezza tuonare la voce di miele
la forza del coraggio lenisce la ferita bellissima dell’incubo quella che
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 | C’era Napoli
e quel cielo,
di azzurro estremo
e sregolato
(adombrato da un vulcano).
Lì, a specchio,
fino a lambire l’orizzonte
vicino e arcano
con una carezza,
incantava il mare.
Smisurata
l’onda lunga di emozioni
da un vocìo
che saliva
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| quante anna e marco squadernano i nebbiosi locali di periferia
anna bello sguardo anna che perde qualcosa ogni giorno nel silenzio
tu chiudi gli occhi e lei lo sa scontrosa lady di periferia
sento il bacio stretto nella notte appassionata di
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A Venezia, tra antiche e immense sale,
avvolto da una luce assai vivace,
vaga lo spirito, con il suo male,
del frate filosofo senza pace.
Un signore potente aprì le porte
al suo pensiero rivoluzionario,
che lo portò verso un’infausta
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 | Non c’è più poesia
fra le macerie di Gaza,
non melodia,
strozzati i versi
urlano lamenti
sotto i continui bombardamenti.
Non c’è umanità, né Dio
fra le miserie, solo scempio
indifferenza, profitto e odio
mentre l’inerme soccombe.
Gongola
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Da molti anni, abbandonata in un luogo,
una casa fu presa da un gran rogo.
Strane ombre furono viste riflesse,
quivi inquietanti urla nell’aria emesse.
Tra le rovine, un mistero celato,
il tutto avvolto da un velo incantato;
perché fra le tracce
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70055 poesie pubblicate nel giorno . In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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