 | E al rosso venato di un marmo
spiovuto,
liscio e graffiato,
grezzo e adirato,
duro e massiccio,
nell'impasto che intreccio,
sbatto e m'appoggio
la mia pelle al capriccio.
Solo un tramonto:
uno solo, lo stolto...
O un inutile
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 | Il dì s'accosta a terminar anch'oggi,
consapevole che, ancora una volta,
l'indomani rinascerà.
Di un roseo color
il cielo è pronto a macchiarsi
e di scaturire
in quel delebile passaggio,
ch'io con te viver vorrei.
Culmine
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 | Luna,
tu mi osservi silenziosa,
tu sussurri,
ed io t'ascolto,
parole d'amore.
Luna, noi
eravamo uno,
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Nudi di tutto
e, affranti.
Senti sulla pelle
lo scorrere del nulla.
Desolazione, silenzio
scempio, scivolano muti.
Aggrappate a rami secchi
del domani, anime in gabbia
si dissolvono nella nebbia.
Involucri accartocciati
stracciati, vuoti,
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 | Il mattino sul lago
trascorre deserto.
Nella nebbia d'autunno
il verde è come incupito
in attesa d'un raggio di sole.
Le piante di kiwi coi frutti maturi
esigono il loro raccolto.
Lontano il frastuono
di auto e gente
che cammina di
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| Sparsi a terra
sogni flosci
illusi dalla gioventù
marciscono
alla realtà
nei colori
dell'oro
e nelle sfumature
del sangue
tutte.
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 | Si scioglie al vento
Come il cader delle foglie
Dai rami spogli
Quell'illusione
D'intimo tepore
Reminiscenze d'Estate
Sto qui a godermi
Il cielo senza nuvole
Prima che tutto cambi
Prima che anche il sole
Mi lasci credere
Che possa
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 | Resiste la quercia
al freddo inverno.
Tende i suoi rami
come braccia stanche.
Ma foglie colorate
le adornano il bel viso
di un giallo – rosso
che brillano nel sole.
Resiste la quercia
non bada alle intemperie
che ogni giorno la
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| Frutti abbondanti da quella pianta
appesantita non dal tempo
ma dall'ardore della giovane età.
Mostri frutti di ogni colore
tonalità calde
altre più acerbe.
Timidi candidi fiori mimetizzati
pronti
per sostituire chi
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| Appariscente e supino il paesaggio che mi circonda,
un lago disteso sul letto senza alcuna onda,
i ramoscelli di pino silenziosi spettatori,
riportano l'uomo ai fasti degli antichi albori;
un tronco mi fissa quasi con disdegno,
poiché la
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| Cosa ci incanta dell'esser del domani
una foglia caduta nel vento,
colta in un turbinio di pensieri
scivola incauta della sua forza
Leggera, soave si imbatte nella tempesta
sola, bagnata affronta i giorni innanzi a lei,
vogliosa di essere linfa
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 | Colpo di maestosa pinna
in infinito mare
scomparisti onirica
attraversando azzurri abissi
insondabili fondali
dove l'indaco e il turchese
affondano il pennello
all'abbraccio dell'oceano.
" Mi sono rincorsa fuggendo
come l'onda che
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| Senti che aria frescolina,
vien dai monti una dolce brezza
che il tuo viso accarezza.
Autunno tavolozza di colori
giallo, bruno, rosso, marrone
si fondono insieme ai mille odori.
L'odore acro delle vigne
che se ne esce dalle cantine
odor di
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La luce fioca s' adagiava
sugli alberelli lì nel prato
mentre la nebbia si posava
su quel terreno modellato
notte buia e silenziosa
stelle come spettatori
ora ancor più misteriosa
sotto quei piccoli bagliori.
Le cicale in
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 | Pioggia di foglie
colorate d'autunno,
danzan, leggere,
sulla culla del vento.
S'aprono braccia
a raccogliere tinte:
rossa, una foglia,
sui capelli si posa,
turbina in aria,
un momento, riposa;
vola, gioiosa,
nel calar della sera.
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| Foglie che cadono
come mari di lacrime
ultimi singulti
d’una vita che fu
Fremitose scosse tremanti
incidono lo statico terreno
brumoso di gelida
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 | Sono nel mio destino,
immobile signora nei dolori.
Sono la lepre.
Per alchimia mi venisse il pianto
nell'infrazione del prossimo futuro,
per amore perdetevi nei nomi,
nei numeri ad effetto.
Sono nel mio sentiero
confusa all'ombra della
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In uno spazio dilatato dal buio
rifulgono colonne di calcare
lacrime trasudate dalla terra
nell’alternanza delle forme
un’unica direzione obbligata
lo sfiorarsi di concrezioni verticali
nell’intercapedine di un alito di stupore
Sul terreno
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Quei rovi spinosi ormai spogli dai fiori
un nulla a vederli.
Recisi e piantati con grande maestria
di chi sfida orgoglioso
con cuore sincero
il seguir della vita.
Un magico fluido trasmesso con fede
porterà un altro rovo
ben presto a
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musica
stambecchi che corrono
salti di gioia
sorrisi di amici
pesci a cui chiedere se la vita in un telo azzurro stanca
la risposta è no
perché conosciamo musica
e gioia nel nostro cuore
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Fosforescenze nella notte
appese alla paura
allertano respiri
a suppliche taglio di rasoio
Flebile vento
attrito di foglie secche
percezioni in centimetri
tra pulsioni e oblio
Strappo di nuvole
lanterna una stella
rotta e indice
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Nel'esodar d'acque
che dall'alveo fuorisce,
acque che son vita
in aridi sentieri
qua impeto di forze che natura
fa ribella a ciò che mano estirpa
dalle ossa sue terrene.
Fango, amalgama di morte
rotola a fiumana
su case e sulle
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Mi alzo in silenzio e ...
corro sui prati,
sussurrano le foglie e cantano le rocce,
al mio passare, l'inchino
è d'obbligo per tutti,
il mondo è il mio confine.
Al mio venire,
cumuli di nuvole giocano a
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 | Guardo
lo stormo d'uccelli in volo,
ascolto
il canto vibrante dei rami d'ulivo,
respiro
la natura intorno a me,
ne sono parte,
io,
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tra cancelli di felci
e pareti di rovi immacolati
riposa il bosco
tra smerli d'agrifogli
e l'ombra vigile
di grandi castagni
tra taciti tappeti di foglie
e spenti rami disadorni
anche il vento
smette
di bisbigliar l'autunno
ed asciuga
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Midesa |
04/11/2010 13:50 | 7214 |
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D'ambra adornate, rassegnate si staccano, come leggere piume, al suol si adagiano, che come umido giaciglio, in seno li accoglie. Di grigia foschia, le deserte vie, odor di fumo nell'aria, e di cald'arroste, la strada chiede, come giusta pretesa, di
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L'aveva scritto sui fianchi la montagna
prima che l'alba la sorprendesse sveglia
Lo sapeva il merlo
e quel semino stretto dentro il becco
I bottoncini sui rami della rosa
La mano ferma del compasso
E l'orologio dentro il bosco
Io
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Scura più presto
calan le nebbie
di questo tempo dalle fosche tinte.
Cupi pensieri s'accalcano nell'ombre,
tra grevi rumori e tetri colori.
Solo gli odori,
gli antichi sapori
mosto cotto e sughi,
castagne arrosto e funghi,
polenta,
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 | Ricordo
il silenzio di Innisfree
e quell'uomo
con voce gentile
che di te,
cara a Yeats,
sapeva l'incanto
e tutto descrisse.
Scendendo dalla barca,
che a te mi portava,
vidi il suo passo,
ed il bastone.
Ed allora capii:
era cieco
ma
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| Voi che dal cielo,
nuvole.
In ampolle colorate di nero grigio,
acqua propinate in torrenti;
forse, perché son grevi
gli umani tormenti?
In alto s'alzano spire di fuoco,
esperimenti.
Ti offendon con irruenza,
sarà per questo che
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 | Da questa linfa
nacque la bellezza,
dalle radici
uscì il seme del vento,
la carne riprese il suo colore
quando ad ovest
morì il sole.
Le foglie nascosero il terrore,
i rami bevvero
lacrime d'amore,
questo mio cuore grande
bagna
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