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♦ Rosita Bottigliero | |
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Luglio 2025 |
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Elena Poldan
Le 545 poesie di Elena Poldan
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Sono rimasta qui ad aspettare
intere ore
Interminabili minuti raddoppiati
moltiplicati
Mentre una pioggia di dubbi e domande
brulicavano variopinti nel cervello
È d’acqua questo specchio che mi rimbalza e m’irride
Mentre salto il vento
In un
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Sentirsi
una zolla di terra in attesa di pioggia
un granello di sabbia
senza un mare che lo invogli
a unirsi al flusso che ricomincia
Sentirsi
una ruota sgonfia
una scarpa rotta
una camicia stinta
una singolare farfalla
e
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Succede così
sdraiata sui miei pensieri
sul bordo d’un tramonto
che acciuffo una nuvola di passaggio
e scavo nel tempo
nella sonnolenza d’un affanno
Succede così
all’ombra d’un ricordo
che mi interrompo
e scendo in quegli antri bui
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ritaglia i contorni di questo giorno
oh violino gitano
che profumi di sale
e di vento selvaggio trascorri
membra stanche
risvegliate da note graffianti
biondo arpeggiatore di moti ardenti
sospingi sul bordo
di questo delirio
ogni residuo
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immobile
lascio scorrere questo fiume di tristezza
sul mio passo incerto
ostinata onda
che procede travolgendo
che annienta assordando
col suo silenzio
fuori da ogni tempo
facendo scintillare il Ricordo
- amato disperato sconsolato-
in
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il mio silenzio ha ali di cristallo
che alte sfiorano l’eterno
il mio silenzio contempla distanze
dove dagli incerti contorni
nascono sogni
la mia solitudine nasce col vento
per trasformarsi a primavera
in un giglio bianco
la mia solitudine
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si fa largo fra nebbie e nubi nere
un timido raggio di luce
mentre stordita
tra frantumi d’una vita estinta
annichilita da spettri divenuti giganti
e battaglie contro ansie risvegliate
riemergo barcollante
ampio e splendente è l’orizzonte
ma
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Tolti i tacchi
strappati i capelli
sprangate le imposte
dimenticato il giorno
col suo caldo raggio
cancellate le labbra
e poi le ciglia
denudata di pizzi e orpelli
indossata una tunica stanca
ruvida compagna d’invisibile insonnia
scivolando
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grumi d’emozioni
s’annodano in gola
pesano dentro al petto
ecatombe di sospiri e ricordi
che vagano reclamando risposte
in questo autunno bugiardo
che svuota il cielo
e senza tracce
disperde il sereno
eri tu
quel focolare sempre acceso
ad
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rimarrò ancorata alla tua anima
-candida spuma di pace
che scivola al cuore
inondandolo d'amore-
tuona forte oggi il cielo
sconfortati fratelli si stringono infradiciati
al focolare del ricordo
mentre s'allontana sempre più
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oggi ho chiuso diverse stanze
rimaste aperte per caso
dove soffia un vento distratto
agitando divelte imposte
su dimenticate cianfrusaglie
oggi ho chiuso
quegli occhi grigi
che facevano capolino
in angoli bui
nostalgici d'un che di ormai
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Osservare il tempo
(forse con troppo sgomento)
e avvertirsi diversi
una pelle che reclama
mentre gambe sicure danzano
sull'orlo di tramonti infuocati
e domani sembra così lontano
in questa notte dilatata
quando il caldo serra
in
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immobile
nel ticchettio insolente
fermi i pensieri
inerte il corpo s'acquatta
ai margini del tempo
lontano da tentacoli di vita
per meglio avvertire
l'amaro sapore del male
in questa estate
che sa d'attesa e di fine
e di te
che sei
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tenendoci per mano
avanziamo lungo un sentiero di luce
protetti
i nostri passi
sorvolano su livori e miserie
che non giungono a lambire
i nostri cuori
dove piovono lacrime silenti
nella notte senza tempo
ma immersi nello spirito
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cancellerò l'ultima nota bianca
dal silenzio dei meriggi
squarciato a tratti
da urla di gabbiani
ritmato da cicale
che tessono mai stanche
l'indolenza dell'estate
sepolta dall'inedia
un brusio di voci
mi tratteggia un
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Immersa
in abissi senza fondo
assaporo un dolore eterno
e mi perdo
senza ancore
affrancata da ogni legame
sprofondo dentro un vortice di tenebre
senza veli
senza mistero
nessuna maschera o bugia
nessun finto sorriso
o viso angelico a
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Elena Poldan.
Indirizzo personale di Elena Poldan: elenapoldan.scrivere.info
vorrei stringermi alle tue parole
che continuano a parlarmi
in un giardino segreto
custodito in un angolo
di pensieri clandestini
senza nubi e senza vento
m'agito dentro uno strano tormento
che si nutre di tua assenza
così
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questo sole
d'improvviso grigio
oscura quadri alle pareti
svanendo i colori
vola via
col vento della nostalgia
ogni cura e magia
che di tepore cinge
e assesta ogni malcapitato macigno
donandogli della piuma
leggiadria
sei andato
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s'addensano talvolta
a guisa d'improbabili avventori
nembi di pensieri
ottenebrando il giorno
gravosi e lerci
pessimi compagni
un tempo avvinti amanti
oggi
diradata la nebbia
m'inoltro fra rami e sterpaglie
fendendo il folto
d'un
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Sospesa al filo dell'attesa
sgretolo il tempo
in frammenti di spazio
senz'aria
soffoco
strangolata da un delirio di perle
che moltiplica e
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crollano impianti
fuggono certezze
smarrita
navigo in un mare d'angosce
sbiadita la mia immagine
svanisce in tabernacoli di ricordo
paura s'attanaglia
al cuore selvaggio
in dedali senza ritorno s'inoltra il senno
lasciando al suo
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solo ieri
col vento fra le ossa
sfiorando i giorni
m'inebriavo di polline e tempesta
mi crogiolavo nel vuoto
d'uno specchio compiacente
spumeggiante
carezzavo il mare
inoltrandomi fra nuvole e megere
ma avulsa dal reale
suggevo dai
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Trasparenti
sospesi nel tempo
dondolano desideri
arsi dal fuoco d'un pensiero eterno
d'implosi abbracci e umidi baci avvertono il sacro
sferzanti come schiaffi
annientano il giorno
che d'improvviso cupo
piove rimpianti
alitano in
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e poi cadde il silenzio
come d'improvviso un sipario
in quella gabbia di tralci e di rovi
dai cinti muri
dove ogni parola è un fendente
che affonda in grovigli di ragioni
dipanati da beoni
un labirinto di vertigine
che annaspa
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ali di gabbiano
sulla strada
incidono la polvere
tu mi tiri
e mi riporti a galla ogni giorno
dilato ogni piccolo pensiero
compressi implodono
nella mente bugiarda
gravata da macigni ingrati
perduto il senno
navigo smarrita
sul mio
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il Silenzio
é un loquace signore
e quando inizia a parlare
svela il volto vero di realtà amare
nitide appaiono
verità e offese
strazi e ferite
inferti senza ragione
o forse per malsana visione
Silenzio e Tempo
fanno
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perfora i pensieri
questa notte d'ovatta
mentre mi perdo
in gironi di cemento
concentrici giri
verso l'annichilimento
dov'ero chi ero
d'un tratto un'altra
triste sconfitta compagna
che rimpiange se stessa
prigioniera occulta
che si
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C'è uno spazio dentro te
dove fragile il tuo sguardo indugia sulle cose
svelando natura gentile
e t'avverto sorella
oltre architetture mentali
mancanti di suture
forgiando pensieri di sera
su social affollati
distrattamente
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mi sparpaglio in mille stelle
depredate di luce
e come densa nube
mi sciolgo
sono lacrime inascoltate
rimaste impigliate
in uno squarcio di cielo
che negava risposte
celando il vero
sorrisi svaniti
nel riflesso d'un languore
mai
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smarrita
fra viali di garofani grigi
come il sole a gennaio
o il mare in inverno
come la mia malinconia
- triste bagaglio
di viandante malfermo -
ho visto
dentro cornici dorate
artigli di storpi allungarsi
fino al mio cervello
ho sentito
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545 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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