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 Gli ultimi 5 iscritti: Ivan Catanzaro - Fabio Paci - Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 - Ava 
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            | Alessandro LabriolaLe 269 poesie di Alessandro Labriola |  
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        | Io sono La Rabbia Covata - incarnata i venti anni che lacrimano dal cielo saette di mercurio
 e zolfo per l'orrore degli Uomini
 nel crogiolo dell'eterna dipartita.
 Sono la frenesia che aleggia nel miglio gramo,
 mi agito la notte nelle
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        | Giumente pezzate, l'ilarità del fieno pallido - la pelle magra e sottile
 morsi dai fili d'erba candida;
 un intrepido arcobaleno
 
 e già osservano le Incantatrici del frassino
 l'imbrunire d'ebano al livore nei soffi
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        | La conca di tufo è un trono su cui t' adagi: donzella lattea;
 dai fianchi scoscesi e tondi,
 nelle pendici lanose e languide
 
 del viatico antro dai mille occhi.
 Ti faceva ancor più dolce e magra
 - la paura
 
 e la passione veniale dei
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        | Rubando a questi passeri fantasmi, la fame del grano
 e delle vastità incolte nella pianura grezza,
 dove i pensieri ristagnano nei fossi congiunti
 
 da un lampione all'altro - la nebbia
 cercando ad ogni costo ed ogni mattina
 quelle dita
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        | Deridimi, dal biblico ondeggiare macabro: ellisse di Gea; il turbante fumoso ti si addice
 - aria di Polo che si cristallizza e ti adorna
 
 lungo passo che scuote maree ed animi tumultuosi
 - la tua aura austera
 erotica e materna.
 
 Il cielo terso
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        | Ho avuto il coraggio di rotolarmi ancora in quelle pozze di limo,
 farmi ricrescere unghie e capelli
 - volteggiare attorno ai fuochi del mattino
 
 correre per boschi ciechi e imbevuti
 della mia passione ruggente - gridata per vendetta
 agitando le
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        | Prendi fra le dita pregiate e dolci il mio respiro che gocciola,
 lascialo scivolare tra le tue spire:
 
 mendica solo la protezione del tuo fianco,
 ogni spasmo felino dei tuoi piccoli occhi
 - quel fugace battito, galoppo sfrenato!
 
 Tentazione
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        | Agitano, le schiene vetuste di muschio i crani abominevoli,
 le stuoie aberranti: odore di fafael selvaggio
 - eresie della nostra condizione e specie
 
 fogne che innalzano vapori ocra al cielo,
 lodi di liquame, pece:
 urla bestiali per le vie -
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        | Strane foglie hanno iniziato a cedere tingendosi di sangue
 - e cadere
 
 Le vette canute
 - seni gemelli
 nuvole strappate in pizzi orridi e storti:
 
 ci stringono con un cappio violetto,
 
 ammiriamo anche la luna
 - ancora "in
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        | Terribile come abbia scalato sepolcri solo per ritrovarmi altre vette oltraggiose
 - spietatamente darsi un'altra ragione
 Ri -morire
 e non trovarne altre.
 
 Terribili!
 questi anni rubati al petto e alle mani
 scivolati ancor presto in quel
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        | L'aria ha suonato i fusti bianchi, spronato nuove foglie alla Musica
 - le ragnatele di diamante: arpe, solfeggiano nel prato...
 
 è l'armonia!
 Non la rinnego, mi colga!
 
 Spogliati eterno bambino di frutti e "verdure"
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        | La Sua melodia è rivolo grave tra i tetti, mano d'ambra vibrante sui rami: risate!
 Mitigante apertura di qualunque poesia
 lenta e invadente; L'amore Unico.
 
 Simulò varie morti del giorno
 - l'icore rappreso e il balsamo sudavano dai
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        | Ida, sei un nero lusso, ma non Mio;
 la grande attrazione illuminata e focosa
 - ad un prezzo.
 
 Tu non sei romantica, io non cerco amore,
 eppure ci adoriamo in luci di sangue:
 nessun passante ci darebbe che avanzi e
 gli Scontenti insorgono soli
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        | Mangrovie sbilenche, tempo rubato a questa voce e
 attirato nelle mattine di festa
 scivolando nella parodia Domenicale;
 
 nei dì in processione ritta,
 se ne sta, il mio esile spirito contratto e trafitto
 fuori dalla bolgia sentimentale -
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        | Divincolarsi alla marea del dovere, rifiutare ed esultare alla Danza spietata
 nell'incoscienza spinosa
 
 che presi a dosi spietate per vivere.
 
 Ostinata e caduca - Prometto
 di deludere ogni tua aspettativa,
 di scoraggiarti;
 
 e se il tuo viso si
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        | Io non finirò come voi tra gelsomini e candele affrante,
 in letti comodi e ultimi accerchiato dagli affetti.
 Io sarò una notizia macabra ai bordi di qualche strada,
 inaspettata e perfettamente prevedibile...
 - Ignorata anzitempo
 negli
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        | Passioni dolci fanno avvampare l'orgoglio: paura, delusione e la sciagurata febbre
 prendono parte a questo rito Innocente
 gravando comunque infide sulle tue invisibili promesse;
 
 sembrano non aver bisogno di carezze, carne
 e certezze - molte son
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        | Questi battiti atoni fanno il rumore del voluttuoso sul "materiale"
 - schianto di cuscino, lattea rugiada dal tuo petto
 Entropia mia! che è solo fame...
 
 Favore vero dei miei arti vetusti
 della mia arte - la Verità
 Della
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        |  | A che servono i vostri push up se siete nella grazia di Dio?
 (o le slot)
 No! - Io avvelenerò prima il corpo
 dell'anima:
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        | Limitrofi archi trafitti e mille piaghe attorno - sbuffano
 facendo avvampare la parata, dapprima
 con amari filamenti di nuvola, carezze di lana
 
 ricordi di cipria cristallizzata in omaggio;
 Poi setosa arrivò - allungando il passo
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        | Circuiti idrici e scomodi partono (ponti orribili) e si rituffano facendo tracimare
 immondizie e indifferenza dalle strade
 fino alle nostre anime di vile tabacco:
 
 la città urla da sotto!
 Il giorno scompare Fiammingo nel lume.
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        | Continuate vi prego, fate di questi fiotti e queste lenzuola
 una cascata scarlatta ascendente;
 
 immergete nude
 le vostre lingue di lava - i vostri gemiti segreti!
 Fate che il piacere sorga dalle vostre labbra
 
 divampando
 dai grandi capezzoli
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        | T'ascolto le mie corde nel petto tese
 al tuo seno come fili dorati d'ombra
 - di un Desiderio finalmente ritrovato
 Affondando nel tuo cuore,
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        | Farei cento passi addietro stamane per non commetter peccato.
 Faresti di te una fata per salvarmi?
 
 Perché le nebbie che già confinano coi tuoi balèni,
 la giugulare pulsante e mobile di cigno eterno
 - ove scalpita il fiero
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        | Chi spegne le luci sulla tua fronte? Chi se ne va' per le strade paventando i chiarori
 della tua corona nera oh sera?
 Forse gli alati figli della mezzanotte
 
 i fuochisti dello stagno (le rane)
 il folklore?
 
 Le lucciole arse dei quartieri
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        | Ho accettato l'offesa e la condanna: 
 sospingono centrali sobrie pavesate d'aste,
 ginestre gelide fanno da bandiere e segnali al neon:
 sui battenti inospitali si ricrea la nostalgia scevra
 dei pomeriggi assurdi e delle novità brevi
 
 che
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        | Dirigiti svelta al fiume la cui foce è cara alle fragole - e alle carogne
 ai tuoi piedi di bimba graziati dal tempo,
 alle palazzine squallide, barbe furbe
 
 cappotti senza vita della città furente;
 spariscano!
 
 Scava solchi nella
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        | La mia voce - puoi udirla ha le vanità dei venti caldi
 e la fragilità dei soffioni sbiaditi
 
 ma arrendevole supplica alla tua mano
 una carezza morbosa e calda
 - la passione dichiarata per sbaglio dalle tue dita
 
 nel leccare via i
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        | Viene alla buon'ora il rimpianto - ha il sapore disgustoso del presentimento
 cede il suo fardello alla stanchezza. Calano
 ostilità sorridenti e si accumulano;
 appena il tempo d'una svelta penetrazione "animale"
 - muta e sorda
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        | Un uomo di cavalleria. Un veterano dei suoi tempi corso alla ribalta
 del fango e del sangue scalando volti.
 
 Un uomo intrepido a suo tempo,
 decorato e valoroso fra molti - distintosi
 per essere tornato;
 
 Quanto ardore scherniva il
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            | 269 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
 
 
 
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