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santo aiello
Le 2488 poesie di santo aiello
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Come ogni sera, piego le mie vele
e guardo, ancora una volta il mare.
Forse tu eri li, forse sei passata
ma il tramonto è silenzioso,
mentre trattengo il respiro, il tempo.
Inutilmente, curvo il mio corpo alla terra
più vicino
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 | Quello che le madri non dicono
quello che silenzioso, si fa strada
lo spazio dell'assenza, del silenzio
questo bacio sulla fronte,
l'odore che lascia, la carne della tua carne
il loro dolore e la loro colpa
il padre, la madre... l'albero e il
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Hai lasciato, impronte dappertutto.
Ovunque, dentro di me
hai posato il tuo sguardo.
E in me, adesso
sono molteplici,
i punti di assenza.
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Sento, nelle mie ossa
il tuo tacito migrare,
dall'est all'ovest, come il sole
semini le tue mani,
le tue silenziose voglie.
Tu sei d'acqua inquieta
l'anima taciturna,
ti raccogli, in una mano
come fa la foglia,
sotto il suo ramo.
dal vento,
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S'offre, il vento della bellezza
alle tue, fragili mani
e suoni un'arpa, di poesia
abbandonata,
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L'essere roccia, o sabbia fine
spiegarsi dentro, il fuoco, il lume,
l'astio o la morte, che a tutto tace.
Chi s'offre, a fin di bene,
mal s'annida, dentro le dolci forme
del fiore e la sua luce
friabile bellezza, che al tempo spiega
la
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Basterebbe un po' di sole,
ci sono mille segreti in quella luce.
Un gelsomino s'apre, e bacia il mondo
si diffonde, anche il mio sguardo
i miei occhi
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Non tutte le rondini, tornano ad Aprile
alcune diventano stelle,
altre, sabbia del mare.
Ma le senti la notte, attraversare il buio
quando anche il
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Un ricordo zen, l'accenno
e il compimento,
una farfalla nera, senz'ali
l'attimo e il distacco, il dolore, un fiore.
Non cercarmi, ora,
nelle case vuote, o nei granai
nelle risonanze acute, nelle siepi
io sono, dove tu non sai,
io sono li,
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Quel vuoto, che stride contro le pareti dell'anima.
Manco a me stesso, nel posto a me assegnato,
smarrito come un piccione dentro alla tempesta.
Un organo suona in una chiesa vicina, due mani
danzano sui tasti, tra la notte e il giorno
nella stanza
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M'accorsi, dietro un lume
di sentire un altro pianto
si rannicchiava, in un gomitolo
l'anima tua di seta,
tu tremavi, nel tuo guscio di cristallo
come neve al sole, ti stringevi.
Vento d'autunno, in me fingeva
poi raccoglierti, nelle
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Mi sta attraversando la tua voce
l'essere tua intero in me si scioglie
forse saremo un fiume, un'acqua silenziosa
forse saremo un mare, un azzurro cielo.
Due rondini, si allontanano nel cielo
dietro le nuvole, c'è il sole,
e oltre
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Scrivimi una lettera, una lunga come un treno
un insieme sospiri che diventino tempesta
scrivi, scrivi fino in fondo, fino a domani, fino all'alba se riesci.
Tutta la notte scrivi, portami con te tra quelle stelle
portami, portami con te. Faremo
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Chi può dire la veglia del mare?
Le profondità del cielo?
Mi rinchiudo nei versi
di un solo poema, di un grido
mi svuoto come si svuota una cascata
mi riverso e non so come
sono acqua silenziosa, e affondo
ritornerò
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Avere due mani,
due silenziose serve
due violini pronti alla tempesta
due carezze, ancora non date
due pugni e un cuore
due silenzi, dentro le tasche vuote
due ricordi, uno sul tuo volto
e l'altro sui tuoi fianchi.
Avere due mani, per coprire
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I bambini nei cortili, giocavano con i tappi delle bottiglie
le mamme stendevano il bucato
qualcuno faticava e altri imprecavano al tempo
l'assassino prese una pistola
il suo giudice dormiva
la nave, lasciò il porto, portandosi speranze e
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Oltre Oltre la porta (Riflessioni) |
Destino La ricerca della felicità ("Tra i diritti inalienabili dell’uomo: la tutela della vita, della libertà e la ricerca della felicità" Thomas Jefferson (1743-1826) (Sociale)) |
Bianca Tema libero |
La notte si prende tutto,
porta via l'azzurro ed il tramonto
anche le tue mani ribelli, le mie paure
- si prende tutto la notte -
E il sonno è un fuoco, acceso, per errore
brucia le ore, mi naviga in silenzio.
Una processione, sotto un
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Sacro, mi è l'azzurro,
questa quiete che avvolge
e sconvolge, le sane certezze
l'elegante veleno quotidiano,
del vivere per vivere.
Mi sei sacro o moto, inquieto sei
come l'anima mia che è nel vento
inquieto sei, come il
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Come spiegarti, che amo la poesia
come amo le tue mani, i tuoi silenzi
le tue piogge improvvise?
Entra nel mio sangue
fai di me il tuo
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Sapessi, il mistero che celano le stelle
quando nella notte parlano,
e la mia anima vuole fuggire, attratta
da chissà quale forza arcana.
Sapessi il luogo di quel silenzio
di quel colore caldo, simile
alle tue labbra bagnate,
prima di
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Caddi sulla schiena, come uno scarafaggio
inerme con le zampine verso il cielo.
Ah, come avrei voluto, qualcuno che passasse
che mi tirasse un calcio o un pizzicotto.
Ma sentii solo la pioggia, bagnarmi il corpo nudo,
e vidi, le nuvole, cosi come non
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D'acqua smorta
lo stagno si colora
come una sua tristezza
un ricamo d'autunno
che le foglie, accoglie.
Cosi tu vieni,
vicino nelle mie ore, opache
come una foglia, ti abbandoni
ti lasci,
cadere.
Nelle mani di un vento,
senza difesa
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Cercavo poesia dentro le cose.
Ma la trovai in me stesso.
Nello spazio di un silenzio, abitano le calme acque.
Un suono mio, che riconosco.
Placido e docile specchio di molte vite,
dentro di me affondi, fino al taglio, che separa
il giorno
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Morire, in te morire
sono un albero, e affondo
ho mie radici, nel mare
- nel mare -
Negli occhi dei suoi abissi
sapere, e non sapere
voci saline, e le conchiglie
- conchiglie -
L’ancore, qui mi affondano,
di silenziose rive
fino in fondo, in
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Fummo l'insieme solo di un tempo
di un tramonto.
Quello che bastò, per bruciarci la vita,
per sempre.
E adesso, come fiaccole impazzite,
illuminiamo a caso il mondo,
regalando luce ai ciechi, alle lampare.
Di quale solitudine
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Passa su di me, l'ombra di un gabbiano
sorpreso da un respiro, da un sonno
uno spavento
- L'inverno delle sabbie, a noi vicine, dilaga, oltre le verdi cime -
Vento d'estate, che a me somigli
un giorno, ci stancheremo di tutto
e abbracceremo
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Di me, non so nulla.
Trattenuto il declivio
l'anima, ne segue il moto
una linea sottile,
disegna il mondo,
dove l'ombra della terra
s'incurva e tace.
Respiro, e di me non so nulla,
lieto, ascolto le ali in volo
dinamiche lontane, si
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Tornano,
da un lungo sonno
tutte, le mie paure.
Fughe di rondini, a migrare
in altri mondi, aldilà del mare
e non ho ali e neppure scuse
cosi le seguo, con lo sguardo,
ora rapito, è nell'anima il silenzio.
Azzurro cielo,
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Vorrei tanto, piantare le mie rose nel deserto.
E desiderare che germoglino la notte, quando è piena luna.
Una silenziosa bellezza si libererebbe nelle ore notturne.
E forse, tu le vedresti, anche se sei lontana.
E forse mi vorresti ancora bene.
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Io ti amo, nei confini
a me lontani,
oltre i deserti, io ti amo.
Venne l'acqua, e non ebbe
in te dimora,
anche il fuoco venne, e si spense,
si spense nel silenzio.
Io ti amo come non lo so,
come qualcosa che muore, esala
ancora un ultimo
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2488 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1351 al n° 1380.
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