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 Gli ultimi 5 iscritti: Ivan Catanzaro - Fabio Paci - Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 - Ava          | 
   
 
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            Pier Giorgio Cadeddu
            Le 256 poesie di Pier Giorgio Cadeddu
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        Sulle gambe spezzate dell’inverno 
un'acqua fredda implode dentro la mia sorpresa 
di un risveglio chiamato dalla sera;  
cadono i petali immaturi della rosa 
come pensieri di morte  
tra le mie mani aperte;  
la mia pelle gocciola di tragedie 
urbana
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        Rovescerò tutte le mie abitudini 
Per farne un gioco; 
le vedrò digradare sulla china 
degli orizzonti chiusi, 
carabattole e noie 
per robivecchi, dame di compagnia. 
Svuoterò goccia a goccia  
tutte le mie solitudini 
nel mare
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        Amori sbiaditi di farfalla 
dimenticati nelle tasche  
della vita in archivio; 
Amori tiepidi di labbra 
screpolature dell’autunno 
e foglie di rimpianto, 
angeli di storie finite; 
Amori rimasti indietro 
sui passi del silenzio 
lasciati ad aspettare
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        Offuscata traduzione dalla sua memoria, 
cade nel vuoto la città bianca, 
lussuria amara di colline e venti; 
sui muri fragili e indolenti  
schiudono fiori e muoiono parole,  
geometrie frantumate dalla ruota del tempo, 
cinema muto abbandonato
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        Senti?  
Questi canti sottili della notte, 
sono note perdute 
intorno alle tue mani; 
danzano in fuoco e cerchio 
fiamme di luci  
magia delle mie attese 
che scioglie il tuo sapore; 
sa di un mare lontano, 
schiuma di naviganti, isole corrugate di
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        Tace la mia campagna affranta, 
troppi uomini stanchi e papaveri: 
piegati al giorno; 
gioca coi sentimenti usati delle zolle bagnate 
il dolore cattivo delle distese gialle, 
velo impietoso sui miei occhi perduti: 
in- visioni di sole. 
Nell’intaglio di
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        In assenza di vento 
scarrocciano emozioni 
fili di luce bianca 
schiume gonfie di un’aria consumata 
dolori rovesciati  
barche alla deriva; 
in assenza di vento 
giudizi come bave  
a creare le scie 
apologia di schiuma e inganno, 
uterini pensieri in
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        Avrei voluto fondere 
ogni sguardo incontrato, 
briciole palpitanti  
di un amore ancestrale, 
emozione legata ai nodi della vita 
dentro il canto serale, 
splendente di sorriso  
delle mie donne; 
avrei voluto dare 
forza e nuove certezze  
sopra
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        Ritorno sui miei larghi passi 
a cercare orme dei nostri sogni 
nella luce di un giorno spento; 
sento la dualità di un amore narrato dai tuoi amori 
come un aprile freddo irriverente alle divinità dell’estate; 
il mio tempo scolpito in un
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        Piove in sordina sotto le foglie lucenti 
degli alberi prigionieri nel giardino, 
povere sentinelle in piedi 
a difendere rade luci lenticolari 
smarrite fra le ombre del cisto 
e l’uggiolio sottile del mio amore malato. 
Le formiche dei sogni ancora
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        In controluce agonizzava il tramonto 
la sua fine; 
Una bambina stupita sull’orlo della sera 
a chiedersi storie nascoste  
fra i ceppi ardenti 
nel fuoco del camino e 
un vecchio grigio di memoria 
ornato di un antico volto scarno. 
Bagnò lo
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        Il fiore rosso aprì la sua corolla al vento 
Esile fantasia dell’aridità dei giorni di locusta; 
tutto sembrava stanco e inutile all’osmosi del tempo 
una fatica sterile di montagne scoscese; 
la ragazza dai capelli neri 
immobile alla luce
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        Seduto al limitare dei miei sogni 
mi vesto delle tue ali di gazza 
per rubare immagini e sembianze, 
proiettarle nel cielo, 
salire drago in fiamme e ritornare voglia, 
lenimento a sfiorare il tuo seno; 
sento i rintocchi della tua gioia di vita, 
sento
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          | Arranca lento fra parole e risate: 
Il treno dei poeti è in ritardo, 
sferraglia, sfuma e inchiostra 
per le strade del mondo 
riannuvolando
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        Spesso mi perdo nei sentieri d’aria 
Seguendo un sorriso di donna 
E resto immobile a sentirmi sfiorare 
dal fruscio delle ciglia di occhi vaganti liberi 
e dalle carezze morbide del volto che scompare;  
a volte li ascolto trasformarsi in
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        Ruggisce inverno fra ricordi smorti 
e rovine graffiate di un gennaio scomposto; 
scorre lucente la pietà sul vinile 
ipnosi dei miei rovelli pallidi 
di un passato immaginifico a brandelli; 
come appare scomposto desiderio di passione  
lo stilema
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        Come la metamorfosi di roccia 
cambia i tempi del mondo, 
corrode il senso libero di pace 
il passaggio inanimato di preti, moralisti, 
torturatori di ideali e prolifici addetti  
al lenimento dottrinale delle nostre paure; 
ma nell’ipotesi di un filo
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        Accartocciati nei residui occidentali 
stanno i filosofi dei viali 
sottili come fili 
ad asciugare ricordi mai esistiti 
tra rifiuti di noia e esistenze di ragno; 
eccelsi maestri escatologici in cartone 
dissertano pensieri alcolici e barbuti 
stesi
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        Ho polvere da spargere stamane 
sopra il brillare lattiginoso degli occhi; 
sottilissima e eterea prospettiva 
di ricambio di luce 
per l’ascolto dei miei feroci anni,  
senza pietas, 
nel silenzio dei vuoti di vita dell’ora prima 
bolle iridescenti di
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          | Troppi silenzi tra le case in legno  
lasciate incerte dalla nebbia trafitta 
dalla solitudine del paesaggio violentato;  
la brina assale il freddo degli istanti muti  
stride di ghiaccio  
e lascia la levità degli scheletri dei nostri
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        Fermo il cuore nel dubbio dell’amore, 
il respiro aspro del tempo si sfarina 
sul il dondolio morbido dei tuoi capelli;  
oscillano improvvidi e sottili fili di vento 
a confondere il profumo della notte, 
nera richiesta arrivata sul limite delle tue
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        Piccole luci soffuse e liquide  
sopra il pianto dei lampioni adunchi; 
i rivoli colorati di niente 
bagnano l’orlo discreto delle gonne lunghe 
modellate caviglie del sogno condiviso; 
generalmente audace il rosso del tramonto 
declina sfumature pallide
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        In coda ai miei pensieri di città, 
il mare rimugina il profondo 
rielaborando una affermata 
negazione di luce; 
il mistero della narrazione 
trova tempi migliori  
di un inverno in affanno 
a domande di schiuma; 
relitti di pensieri  
in balia
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        Salgono inconsapevoli i miei anni freddi 
gelati di saggezza e di retorica, 
scale tortuose per non si sa dove 
attorcigliando nel ritmo e nella penna 
rime taglienti e sillabe di pietra, 
sculture anomale di una qualche poesia 
finita tempo fa tra i fili
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        Non ho sentito i tuoi passi 
percorrere il vento, 
forse distratto dalla pioggia  
e dal canto stonato delle nuvole; 
sorprende e brucia l’estasi distratta 
quel tuo lasciar correre le mani 
sul mio viso di foglie, 
giallo di autunno precoce; 
Non ho
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          | Aliti di ricordi nel silenzio stentoreo  
solo sibila l’ uggiolio di un vento abbandonato, 
il mio vestito buono delle malinconie 
si macchia di memoria stanca 
chiazze sparse su penduli pensieri,  
ritagliati coriandoli di una qualche incertezza 
dietro
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        Nel sole timido di un giorno che non è mai arrivato, 
Ho sognato di un sogno che non c’era 
di una storia soltanto raccontata, 
di briciole di vita e poca luce. 
Nel sole di una giornata senza volto 
Ho rivisto l’ombra disinvolta dei tuoi
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        Vagano occhi arsi nella terra del vento 
fiamme accese sopra i balzi nascosti:  
cosa respira questa mia terra  
che non abbia già dato vita al mondo? 
Corrono i miei inutili occhi 
sulle piste del sole oscuro e profondo, 
tagliano oblique pianure
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        Una parola sola non ti basta 
A spiegare ciò che appare vuoto al poeta; 
naviga il tuo cuore 
tra i flutti del pensare 
si frammischia e si scioglie 
si distilla in viaggio 
fra gli alambicchi dello scrivere; 
klesìs: 
troppe parole
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        illusioni di luci profonde  
lame di coltello per bagnare il mare 
su un percorso di caute stelle cadute; 
il tempo avanza al limitare  
degli sbuffi velati della città, 
lenta agonia di risacca di fiume 
per lunghe strisce bianche a perdere la
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             256 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
       
    
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