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 Gli ultimi 5 iscritti: Ivan Catanzaro - Fabio Paci - Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 - Ava 
 ♦  Ernesto Di Martino    |           | 
   
 
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            Pier Giorgio Cadeddu
            Le 256 poesie di Pier Giorgio Cadeddu
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        Ti guardo con lucenti occhi di vetro 
Scolpire il giorno con le tue mani di foglia 
Tralci di luce e fili di movenze  
e battere il tuo tempo di donna; 
danzano le tue dita di musica stentorea 
come simboli d’aria e farfalle veloci 
pennelli a disegnare
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        Acqua 
Acqua che canta sopra la roccia 
Acqua tiepida sopra il tuo cuore; 
sobbalza, cattura, incanta 
nel rimestio dei giorni che ingialliscono 
dondola uomini e animali 
copre di chiaro le montagne 
porta a valle saggezza e nostalgia. 
Acqua 
mormorio
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        Esplorando viaggi di improbabili versi  
immagino parole diradate e straniere 
dove pensieri morbidi si appoggiano 
alle rugose mani stanche, 
dolorose propaggini lanciate ad afferrare  
il profumo stentoreo della tua poesia; 
la sartoria delle poche
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        Verrà forse un giorno regalato 
tra le foglie secche di bruniti viali  
per l’amaro ritorno su pensieri di vela; 
quel giorno infilerò risposte di saggezza 
distillato di tempo sui tuoi rami aguzzi 
di rosa canina; 
è stato tempo
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        Tace la sera pallida di luna 
il tuo respiro caldo, 
ultimo baluardo prima della notte; 
appoggiato sui vetri della curiosità di uomo 
osservi strade stravolte di passanti. 
Il cuore strama i ricordi del tempo  
calzoni corti e gambe nude, 
polvere
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        Verso la sera dei sogni 
cambiano i vestiti delle parole 
manichini abbandonati 
negli angoli del cuore: 
polverosi ricordi  
nascondono strade e canzoni  
allegrie rimaste senza direzione; 
dopo le feste giovani del cuore 
sarò pietra nel freddo
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          | Chiari di falce sul tuo corpo, 
la sera cesella fiammeggiando  
proiezioni di spazio  
spigoli vivi a irridere pensieri;  
l’odore di terra consunta e fradicia 
attraversa la mente  
e ispira tracce di ginestra 
fra i lunari fantasmi sovrastanti il mio
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        Mi racconti degli anni teneri 
quando ancora l’amore 
era fragile  
con sussurrante lentezza. 
Le sillabe scandiscono di gioia 
il fondo dei tuoi occhi 
iride dei colori del tempo; 
scorre in ascolto il mio calendario 
barca di fiume navigata 
tra anse di
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        Sopra il vetro tremulo dei nostri caldi 
debolmente piangono i miei sogni artigianali; 
l’invisibile amore delle nostre altere braccia di corallo 
scivola leggero d’ansia e del veloce amplesso, 
straniero ed infedele ai giochi della notte; 
Nel chiuso
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        Fumano spirali di nebbia padana 
nel respiro di strade appoggiate 
ai muri di case sghembe e fuorvianti; 
cartelloni di pubblicità liofilizzate 
gonfiati a ripetere banalità mortali 
per anime morte da sempre. 
Avvolte da passi
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        Cristalli di ore fragili 
in scampoli di vigna estiva 
dove risuonano ancora di preghiere  
le litanie di canti sommessi, 
inni sussurrati alle ultime movenze  
delle ombre avanti il fuoco; 
la vita in controluce  
inganna gli occhi spenti 
e la
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        Tutto è finito nella notte senza più luci; 
con quali occhi posso vedere quei corpi 
straziati, dolenti, abusati 
ancora caldi di musica e gioia? 
Quale dio si può pregare 
per arrivare al silenzio dei pazzi, 
quale umanità
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        Eccomi, 
palpebra a chiudere il dolore degli occhi, 
silenzio che risalta di rughe,  
fronte inespressa e pensieri stanchi; 
mi immergo nei giorni dell’oblio  
per negare il futuro; 
eccomi, 
sono pietra di scandalo 
a rimbalzare su cerchi
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        Niente è rimasto dei ghirigori di domenica 
nell’abbrivio del tempo riciclato 
tra il risveglio delle rose e l’ultimo caldo dell’estate; 
al traguardo della verità sconsolante, 
il tuo amore è un tornante scivoloso 
sulla salita
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        Gira il colore dalle forme morbide del giorno 
a quello spigoloso delle ombre 
mentre sento l’incomprensione di un cammino  
rovente; 
piango il sentore delle tue mani 
a sfiorare la pelle consumata del mio viso: 
il desiderio pallido  
è grano che
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          | Attraversati da una notte ineffabile 
i colori del giorno sono acqua che scivola 
sopra pochi diradati pensieri; 
il piccolo giardino tace anch’esso  
di un silenzio assente al cuore, 
nero di solitudine e di attesa; 
il fiato caldo racconta 
di bambini e
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        Stasera il cielo gocciola di stelle morbide 
margini e chiose di eternità stramate e pendule.  
Nel crepitare di un tramonto impassibile 
vagano stemperate matite di luce ad ingannare 
traiettorie filanti per cullare la notte. 
Nella lontana
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        La carta rigida e macchiata 
da immagini consunte, 
è vela di ricordi restituiti alla notte 
sussurri lenti di un andare indolente; 
in assenza di vento, 
aleggiano spezzoni di sequenza finale: 
crepuscolari inganni per giardini promessi; 
son
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        Nella pianura al confine  
tra un presagio d’autunno 
e l’audacia invernale,  
diradati sogni,  
abusivi di necessità 
tra le sughere e il cisto. 
Stenta il verde a colorare un intorno 
e debolmente incanutisce quell’assenza di bianco 
ogni
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        Dietro l’urlo delle montagne  
flettono stormi d’uccelli curvi di ali, 
pennellate di grigio per deserti di mare,  
invocazione di spirali per unire terra ed aria; 
sopra le chiazze aliene di un verde incoerente di stoppie, 
dilagano fugaci brividi da
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        Stretta fra i vestiti di un tempo di seconda mano 
Attraversa il futuro che rotola  
Verso un’altra inutile notte. 
Una borsa bianca, 
prezioso cimelio dell’ultima disfatta, 
come schermo a riflettere 
le immagini della lanterna magica 
di città
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          | Percorrendo una vita sbagliata 
resto assorto da una qualunque idea vagante;  
tra i passi lenti e il freddo che mi assale, 
riciclo sensazioni usate come frasi sconnesse;  
sillabando il ritorno  
mi ubriaco di strada;  
il connubio tra l’acciaio e
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        Dietro gli occhi accecati 
pochi schizzi di luce; 
rossi di plasma i campi 
e caldo d’afa che non sale: 
solo papaveri 
o sangue della terra 
che esplode e macchia 
riflessioni e i silenzi? 
Faticosa la sera 
si riprende il suo vizio 
di appassire
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        Ghiaccio sulle tue labbra  
sottile brina sul mio desiderio 
lievi screpolature divaganti amore, 
deludente apertura di un’alba pallida. 
Il bacio abbandonato del mattino; 
aspettavo quel tepore tenue di risveglio 
come seme assonnato sotto
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        Quando anche il silenzio delle emozioni 
diventerà plausibile, 
antica di una sua storia e della nostra esistenza, 
la sera degli amori sfiniti 
verrà improvvisa;  
sarà stato forse un tempo colorato ed annichilito  
da logore parole
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        Occhi di vetro antico 
nelle donne in festa di Lisbona; 
trasparenze cangianti di colori terrosi 
lusitane sembianze muliebri danzanti nelle piazze: 
enormi e giovani di luce accecante 
cerulee e austere di bolle pontificie. 
Nei grandi viali liberi da
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        Cadono da un cielo inamidato e serico 
parole in libera uscita:  
un addio svogliato e dai contorni incerti; 
sul palcoscenico errante 
ascolto una sequenza in controcanto 
di racconto per finti pomeriggi, 
bugiardi ed incantati da miserie di
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        Improvvisamente è luce 
Asettica, incolore, silente; 
Le mie agonie notturne ormai 
sono sogni spruzzati sulle ore dell’alba, 
tracce indelebili di fantasia odisseica 
tempesta e girotondo fra montagne e dolori. 
Ma l’obliare della mente
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        Vorrei scrivere con usata lentezza 
di storie raccattate per la strada, 
quelle piccole amare storie 
vissute clandestine nei racconti del fuoco 
mai banali di un galateo per poeti di corte 
o sfrangiate di inutili masse di parole  
vorrei scrivere di
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        In tralice alla luce fioca della prima ora 
I passi lievi del vecchio frate sono contraltare 
Alle cadenze degli ultimi amori della notte; 
timidi amanti per le strade della città vecchia 
confusi nelle grigie ombre sfumate  
delle rovine dei
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             256 poesie trovate. In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
       
    
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