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♦ giovanni bianchi ♦ Luciano Vacca | |
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Le 69985 poesie con accompagnamento multimediale
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io apolide di un silenzio strutturato di parole orlate d’infinito
fogli spaginati che volteggiate amari in cerca d’ispirazione
sento la penna della mia anima tratteggiare l’inchiostro brevilineo del mio essere
poeta sfatto di una barba vestito di
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cantano le rondini in fondo al cielo e lo fanno in sincerità
prendimi e non concedermi alcuna replica alle tue fatalità
mi hai lasciato da solo davanti al cielo stasera io viso pieno di schiaffi occhi pieni di te
mi viene da piangere quando sbocciano i
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| Segno il mio tempo
come tutti,
traversando gli altri,
venendone segnato.
Parole lascio
che dopo,
forse,
flebili,
a tratti affioreranno
per
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| sento le sembianze sfatte di un volto di lacrime
inverno insopportabile impaginato di un silenzio smargiasso di parole
ho lasciato il cielo in disordine tra cirri di nuvole ed un tramonto illibato di angeli
voglio resistere come un giglio bianco
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| Ci siamo stretti le gambe per ore ed ore
ma ora pare mancare l’appoggio caldo
ora che mille medaglie vinte alla fiera della gioventù
al confine d’una povera vanità
brillano di rosso sul petto.
Noi ormai silenziosi nemmeno ci guardiamo.
La mia
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Come rimane la leggenda di un amore
come un giorno dimenticato al tramonto
pieno di vita
ma già legato mani e piedi al ricordo
come rimane la leggenda di un amore
le sue parole sono parte del vento
il suo pensiero è nudo
nessun vestito adatto
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- . -
Stasera mi scopro
sono sempre lo stesso
e mi spiace vedere
ch’è tanto oramai
che nulla si rinnova in me
fuorché il dolore
di vivere
come un randagio dell’amore
un mendico del successo
un fallimento d’uomo
che non riesce
a trovare se
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sento che gli eroi sconfitti si riposano impolverati di cuore nelle tombe sopra la collina
tu che hai assaggiato l’amara umanità di Piero il folle suicidio di Miché e la libertà ubriaca di Jones
voce stentorea che cantavi la pietà dolcissima di Tito ed
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Nella penombra, fra fessure e anfratti,
mi imbosco perché sono un assassino.
Esile è il mio corpo, con i peli a tratti,
con tre gruppi di occhi scruto il destino.
Ho un tatuaggio di violino sul dorso,
segno proprio di un sinistro presagio.
Mi
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Immobile come il cielo ma sempre in divenire
le tasche piene di risposte
la domanda sono io
perché un mare nasce
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Forse il destino, un vento misterioso,
mi condusse fra ombre silenziose,
dove i sogni dei viandanti si eclissano,
oltre l’uscio aperto su mondi antichi.
Tra fremiti d’emozioni proseguivo,
mentre la luna svaniva nel buio,
giù per scale di marmo e
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io ascolto il tarlo della stanchezza di accuse sempre meno piene di vita basta
voglio produrre il silenzio nitido dell’autonomia vissuto in una normale solitudine
voi mi fate male con le vostre liti statiche e cattive ci vado sempre in mezzo alla
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Un libro di poesie di poeti del passato
oggi per caso ritrovato e tra le pagine
una vecchia cartolina senza destinatario
mai spedita con scritte qui da me due
d’amor parole e un mughetto secco ormai
senza profumo e non so se da me colto
oppure a me
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sento le prime luci dell’alba affiorare dal profondo vuoto dal mare dell’oscurità
fuori dal ruggito del silenzio io ascolto le notti soffuse di bellezza tuonare la voce di miele
la forza del coraggio lenisce la ferita bellissima dell’incubo quella che
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| C’era Napoli
e quel cielo,
di azzurro estremo
e sregolato
(adombrato da un vulcano).
Lì, a specchio,
fino a lambire l’orizzonte
vicino e arcano
con una carezza,
incantava il mare.
Smisurata
l’onda lunga di emozioni
da un vocìo
che saliva
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| quante anna e marco squadernano i nebbiosi locali di periferia
anna bello sguardo anna che perde qualcosa ogni giorno nel silenzio
tu chiudi gli occhi e lei lo sa scontrosa lady di periferia
sento il bacio stretto nella notte appassionata di
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A Venezia, tra antiche e immense sale,
avvolto da una luce assai vivace,
vaga lo spirito, con il suo male,
del frate filosofo senza pace.
Un signore potente aprì le porte
al suo pensiero rivoluzionario,
che lo portò verso un’infausta
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| Non c’è più poesia
fra le macerie di Gaza,
non melodia,
strozzati i versi
urlano lamenti
sotto i continui bombardamenti.
Non c’è umanità, né Dio
fra le miserie, solo scempio
indifferenza, profitto e odio
mentre l’inerme soccombe.
Gongola
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Da molti anni, abbandonata in un luogo,
una casa fu presa da un gran rogo.
Strane ombre furono viste riflesse,
quivi inquietanti urla nell’aria emesse.
Tra le rovine, un mistero celato,
il tutto avvolto da un velo incantato;
perché fra le tracce
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| La tua carne ha il colore
del tramonto
che incendia lo sguardo.
Il tuo profilo ha il segno
di un panorama struggente
che si perde lontano.
Le tue movenze si avvertono
sulla pelle,
lievi e calde
come un soffio di scirocco;
un alone che
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| Le finestre sbadigliano fiochi lucignoli
incensano la notte fumosi comignoli,
conforto e tepore è la stufa odorosa
di cembro, ginepro, di ceppo bruciato
e poi sognare un sorriso, un bacio scoccato.
Mi sorprende l’alba
nel fluttuare dei
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| ho ascoltato la scarsa pietà che provo per quel benedetto piantone che ci impedisce di correre
no non lo voglio con me nell’ora di libertà settima melodia di una strozzatura umana di prigione
ho imparato una polemica di dignità per quel volto che sfiora
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Ogni onda un silenzio
di un oceano
che nella parola ritorna sorgente
con gli occhi
sai muovere il tempo
zone d’ombra sotto un grande albero (forse
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La nostra amicizia è come la luna
che splende sulla veranda affacciata sul mare,
un gioco di specchi e stelle cadenti
nel silenzio infinito dell’estate.
Il tuo sguardo mi guida
nel segreto scambio del dare e ricevere,
rivelando e nascondendo con
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| Noi due, siamo sogni di poeti
piccole briciole fatte di magia
fragili petali di parole
che il vento non porta via.
Siamo gote arrossate
per timidi respiri
e frasi non sussurrate
perse tra i sospiri.
Sfacciata ostinazione
ad improvvisare
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| ascolto il silenzio della pioggia che cade sulla mia testa reclinata nel vuoto
è fortissimo l’abbraccio delle mille amicizie che mi ha spinto in strade nuove battute di gioia
la forza bellissima delle ferite offerte a Gesù bambino nudo fa sentire i miei
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| ll coro dei gruccioni mi dice
fuggi da chi distribuisce
semi d’oro rosso e culle in affitto.
Gonfiano l’ali verdognole
con la pancia azzurra
urlano avvertimenti
ma anch’essi inghiottono insieme
pungiglione d’api e miele.
Convinta ormai da suoni
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In questo vago luccicar di stelle,
mi immergo in un oceano infinito,
navigando tra le onde dei pensieri,
scoprendo isole di puri desii.
Ogni astro è un faro cosmico, una guida,
che illumina sentieri mai percorsi,
ed errando nell’universo
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sento il mostro della depressione ferito dal silenzio del mio coraggio
ascolto la reazione della mia stabilità vincere le crisi ottuse di pianto
guardo nel cuore la folla nuda degli incubi cadere nel fondo illuminato dei tramonti
portami via dai
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Tace anche l’ultimo lampione
come un cane randagio
ha le tasche piene di silenzi questa notte
non importa dove tiri il vento
non decide lui la rotta
è la punta di un iceberg
il mare dei ricordi
ha le tasche piene di silenzi questa
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69985 poesie pubblicate nel giorno . In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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