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            | Giuseppe NacchiaLe 23 poesie di Giuseppe Nacchia |  
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        | Nell'aura di un pomeriggio 
di fine aprile 
ti vai rivoltando, 
come un labirinto 
dove le siepi 
crollano al suolo.
 
Dove anonime sentinelle 
vanno razziando 
briciole di carne e di bellezza.
 
A piccoli balzi, 
a piccoli morsi, 
alacri, 
come
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        | Riordina istantanee della memoria, 
diapositive che scorrono sul soffitto 
sopra un letto immaginario, 
questa malattia, 
che affoga nel quotidiano 
divenire di una dialettica 
senza obiettivi, 
né orizzonti, 
dove la realtà fa a
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        | A guardia di un tramonto color vino, stormi di uccelli intagliano nere
 traiettorie circolari sull'acqua.
 
 Vaghi.
 
 Come sabbia d'asfalto su calma di ghiaccio.
 Sormontando da babordo l'oltremare.
 
 Vuoto.
 
 Concetto razionale di un giorno
 che
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        | Si assiepa su precipizi, senza profumo.
 Senza pulsione
 di scavalcare limiti.
 
 Ne ho vista un po' in giardino,
 ricordo di scampagnate
 e di giornate
 che rincorrevano
 seta umida tra le dita.
 
 Erica gracilis,
 piccola figlia
 di un filiforme
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        | Assorta, al limitare della battigia, ha un tronco marcio per sedersi.
 Una mano per smuovere
 i capelli.
 Un orecchio per ascoltare.
 
 E tace.
 Scivolano i suoi capelli lunghi,
 come le linee delle onde,
 sulle sue braccia,
 profondi, come gli
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        | Sto pensando te come si pensa
 il calice di una rosa
 nera.
 
 Rossa, la tua bocca
 è vortice
 di parole non dette.
 
 Violenta
 sento uscire
 dallo stomaco
 rabbia
 
 e profonda
 è la tua sete.
 
 Mentre sto soffocando
 nel mio
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        |  | Gocce salmastre sulle tempie vagabonde
 scivolano.
 
 Come schizzi
 di sangue
 da succhiare con le labbra.
 
 Le auto
 corrono,
 squarciando per la strada
 mulinelli d'asfalto
 e di ghiaia.
 
 Sessanta frustate
 nella testa
 rintrona la
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        |  | Ho fatto mia la sofferenza prendendola per mano.
 
 Negli oscuri sentieri dell'odio
 ho camminato,
 lasciando alle spalle
 briciole
 d'ordine,
 frammenti
 di razionale,
 dove tutto è compasso
 e rotondo.
 
 Dio squadra le galassie.
 
 Gli uomini
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        | Basta poco. Un sorriso. Una carezza.
 Un gioco di sguardi.
 Scusa si è fatto tardi,
 ci rivediamo in giro, poi chissà...
 
 Basta poco.
 Vagare col tuo azzurro
 nel mio azzurro,
 nel mio fumo
 il tuo profumo.
 
 La fame e il male.
 Dolore
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        |  | Datemi un foglio e una penna, voglio dipingere l'arcobaleno.
 
 Tanti colori stretti in un solo colore.
 
 Come quando abbracci una donna
 e le senti fiorire i seni.
 
 Come quando tocchi una nota
 e il piano ti trasporta
 più piano, più
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        |  | La mia notte alla finestra va dondolando,
 nelle infinite spirali
 della strada
 disegna
 sentieri
 di oceano e di fango.
 
 Silenzio.
 
 Rosei gli orizzonti,
 ombra
 i palazzi.
 
 A sprazzi gorghi
 di Borea
 lascia passare,
 scivolando
 nella
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  Invia un messaggio privato a Giuseppe Nacchia. 
 
 
 
 
  
  
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        | Vagando con lo sguardo nell'universo,
 dipingevo il cielo
 dei tuoi colori.
 
 Spazi infiniti
 tra l'Orsa
 e il Sagittario,
 i tuoi occhi.
 
 Di stelle,
 le tue pupille
 toccavano le corde
 di immacolati strumenti.
 
 Divisi dal filo
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        | Accartocciato giù dall'altalena, lascio vagare
 granelli di terra
 dalla mia mano,
 come una clessidra
 incastonata tra le pieghe
 del tempo.
 
 Quante clessidre avrai visto
 scorrere, prato mio,
 quante...
 
 E' come se le anime del
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        | Triste e pensoso, il capo chino
 s'incurva sullo scrittoio
 a disperar riposo.
 Insonne e rabbioso,
 l'animo mio consuma
 il suo pasto.
 La solitudine
 s'insinua dalla finestra:
 ha il dolce del miele,
 il suono della tempesta.
 E il mio spirito
 si
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        | La persiana socchiusa si mostra come l'avevi
 lasciata quindici
 anni prima
 in qualche
 recondito
 anfratto
 della tua mente.
 
 Come il libro
 di storia
 che lo sguardo
 diverte al vuoto,
 stessa storia,
 stesso vuoto.
 Stessa vita,
 altra
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        | Tu un giorno morirai, laida megera,
 ed il tuo ventre
 marcirà nel putridume
 di una palude;
 ma le tue orripilanti
 ferite resteranno
 nelle nostre infantili
 memorie, stridule punte
 confitte nel cuore.
 Non le guarirà
 uno sputo di
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        | Avviluppati nel silenzio delle coltri
 stanno,
 umidi corpi,
 ed il respiro
 è affanno.
 
 Sibilavano lambiti
 dalla luna,
 ora riposano,
 senza miseria
 alcuna.
 
 Lacera pelle,
 tatto,
 spasmi velenosi,
 tra viscidi
 sentieri,
 e della morte
 il
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        | Una finestra illuminata osservo nella notte
 da lontano;
 parla con l'anima
 e il mio cuore
 trema.
 Contemplo l'infanzia:
 una marcetta
 d'epoca
 si frantuma,
 calice,
 tlin...
 
 Solo.
 Catapultato sulla terra,
 tra l'ombra dei lampioni
 del
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        | Saltellan gabbiani su porti, su piani,
 si posan silenti
 tra rada verdura
 e riedono all'aere
 se in core han paura,
 ti avvolgon le membra
 qual dolce ossessione,
 mondana creatura,
 divina mia Alcione.
 
 Sollazzan gabbiani
 medulla
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        | Sciabola il gelo sulle mani aridi
 solchi nella notte
 sannita, brividi
 nel silenzio tremano,
 vani, al volgere
 di una figura vaga
 e sbiadita.
 
 Bianca, sul candore
 della pelle
 ha una trama
 fatta di stelle;
 palpita, discorrendo,
 piuma, e, poi,
leggi
  
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            | 23 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
 
 
 
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