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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 69883 poesie con accompagnamento multimediale
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in silenzio sogno la folla sorridente del Salone
sto crescendo nelle parole interiori di padronanza
voglio far nascere il mio primo figlio di carta
sento la riva del cuore fissare la radice del poeta
guardo con le labbra tremanti l’attenzione e la
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qui io ti amo ed il senso impalpabile di una rondine
sento il silenzio dita soffuse di un bacio che sfiora le stelle
guardo il lento autunno che sale implacabile verso le tue isole
sento l’impalpabile finzione delle mie strade rigate di lacrime
qui io
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io sento la rabbia del silenzio dita sfiorate di un seno pallido di luna
io ho fame del fulmine bruciato della tua bellezza vado e vengo dal crepuscolo staccato al silenzio
sale nei tuoi occhi la luna di cristallo l’implacabile cenere color cremisi
ti
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Sul sentiero che attraversa il prato,
la rugiada avvolgeva la terra.
Nel mattino cresceva silenzioso
il fiordaliso, fragile e ribelle,
blu intenso tra l’erba verde e fitta.
Brillava come una pietra preziosa,
e chi lo scorgeva si colmava
di
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piccole barchine di salvataggio che bordeggiano il mare rigoglioso di spume
uomini e donne che sentono di accogliere l’amore per la vita
il cuore dal mare arriva al massacro quotidiano di Gaza
sale a loro l’abbraccio tenero dei volontari
paladini dei
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se decidiamo di fraseggiare il silenzio senza che la luna si sciolga nel mare
se riusciremo ad essere noi in mezzo al mondo a piangere ridere vivere
qui io ti amo guardo la luna di cristallo l’implacabile cenere color cremisi
sale a te l’implacabile
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toglimi il pane toglimi l’aria ma non levarmi il tuo sorriso
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
il silenzio danza tra le nubi rose piovose
dura è
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sento il profumo irradiare la nuda pietà della mia calma
vedo la carta increspata morire nel soffio ardito di madonna
sogno il sereno confronto tra i cinque coraggiosi del millennio
sale a me un fiore solingo implacabile ardore del riposo
mistero di
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Napoli s’era svegliata nella pioggia moribonda di silenzio
il dolore atroce di una tristezza addormentava la gioia di Pulcinella
o alba che spezzi il respiro della dolcezza nell’amore velenoso
o dolorosa scalcinante ferita del buio che filtra le gocce
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come un foglio di carta dove scrivere sentimenti immensi
sale a te il profumo di una rosa di sale ed un topazio di stelle
sogno il respiro di una luna di cristallo
ardo il soffio di un bacio portato dal vento
brucio l’immensità che vuole l’amore
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sale a te il fiore implacabile d’acciaio sorgente di bellezza
tu che sogni la morte nel soffio di un bacio
io ti ringrazio perché mi hai dato i tre minuti di miracolo
ho conosciuto tante e tante vite indifferenti
ha accarezzato il viso di una leucemia
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Sol di linea sottile
si dolce collina si sciolse al dolce zefiro
e di eco rimase voce.
Amore rispose
e si abbracciò alla sua scia
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ti vorrei trovare nel bacio del vento
tu non mi vedrai ma io sarò lì nelle stelle
io muoio nei sogni fioriti di una careza
se guardo la luna di cristallo se tocco l’impalpabile cenere tutto mi porta a te
nel silenzio argentino della notte soffia il
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Forse è colpa del vento
che spiega le lenzuola nel letto dove si addormentano i pensieri
forse è colpa del vento
che spinge una piccola nuvola verso un gigante d’azzurro
-in cui nascondersi-
forse è colpa del vento
una voce che si perde dentro ad un
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nel silenzio argentino delle nuvole io ti insegno ad amarmi
io ti bacio a piedi uniti contro le porte incendiate della notte
non ti dimentico o brace ardente dell’amore
tra le mie braccia resta il silenzio delle tue isole
io ti amo nell’accesa
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Una carezza si posa sul viso,
segue ogni piega, ogni smorfia,
ogni contorno indurito e scavato dal tempo.
Ricordi di spazi senza dolore
cullati dalla brezza di anime sincrone
che danzano strette il loro tempo migliore.
Raggi di luna a rischiarar
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Quando in alto non vi erano ancora cieli,
e in basso la terra non portava nome,
quando le acque erano una sola corrente
e il silenzio regnava,
allora nacque il Tessitore.
Egli non aveva trono, né tempio,
solo mani di fuoco e di tenebra,
da cui
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qualora tu mi lasciassi io scinderei la cenere rossa e il legno verde della mia nave
a tentoni ti dimentico abbraccio di un silenzio che fugge
io non raggiungo più le tue isole ninfa di una roccia verde
se tu decidi di esserci io arderei la brace del
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nel sogno più reale io sono sveglio
nel silenzio più amaro senza medicine
io sono pronto ad aiutare i miei genitori
io cammino lentamente senza paura
il vento
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si sentì la furia del festival pianto dal silenzio
tanti poeti si scambiarono le poesie assolute
quell’anno il potere vietò la loro piazza con arroganza
i poeti sussurrarono in silenzio la loro protesta e coinvolsero Aletti e Quasimodo
si trovò una
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Nell’anima muta dove il mare tace,
vive il cetaceo figlio dell’oscuro.
Non è il più grande, né il più temuto,
ma porta in sé l’eco del profondo.
Scivola lento tra le fredde correnti,
cerca nel buio il suono della vita,
respira l’ombra come fosse
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ho sognato l’airone rosso del silenzio
nel sonno più profondo vive l’aquila delle stelle
ho raccolto un piccolo fiore che suona la lira
madre che suona il flauto traverso nell’infinito
la bellezza del creato sorride tra i denti bianchi di neve
sogno
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il vero sogno è la realtà feroce in silenzio
voglio pubblicare un libro nell’applauso dei firma copie
voglio che mi batta il cuore perché io possa parlare delle mie poesie
sento l’onda del mare tremare il verso inflorescente
brivido suona la cetra
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Da un monte celato tra pieghe del tempo,
dove l’anima umana prendeva forma,
la tristezza scorreva in ruscelli d’argento,
la rabbia si accendeva in grotte vermiglie
che pulsavano come cuori impazienti.
La gioia germogliava in piante arcane,
da cui
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Su un’ampia pianura, in luce sospesa
tra notte e giorno, due schiere avanzavano.
Nel cielo immoto, le ombre si incrociavano,
come getti di fuoco e di sorpresa.
Da un lato il Fare, in vesti scintillanti,
con l’oro e l’ambizione tra le dita.
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Ho sognato una landa silenziosa
dove giaceva un pozzo senza età.
Nessuno ricordava chi l’avesse
scavato, né da dove fosse nato,
ma si narrava fosse tanto fondo
quanto l’azzurro alto del suo cielo.
I viandanti, presi da stupore,
sostavano e
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Nell’Eden senza tempo,
dove ogni foglia mormora luce
e il vento conosce segreti antichi,
un passo lento cercava
un dono capace di parlare
senza voce d’amore eterno.
Tra gli alberi della beatitudine,
uno solo ardeva di un sole interiore.
Le sue
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A chi solleva il mondo, a mani nude,
tra calce e visioni, muti nell’atto.
Il martello risuona come un’eco,
la polvere sul volto è una maschera.
Erigono l’alba, pietra su pietra,
mentre camminiamo sulla loro opera.
Nel sole che consuma e non
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Hanno scoperchiato la bellissima panchina dove siedevamo nel vento
Noi comunità di poeti che ci regalevamo parole sincere nel silenzio del cerchio del tuono
I versi di Caterina danzavano nella nebbia dei suoni della cetra
Ho pianto lacrime amare quando
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 | Il tuo braccio di cenere ha conservato
una postura strana e vuota
in bilico nel tempo statico
che sfuma
tra le tende
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69883 poesie pubblicate nel giorno . In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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