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Le 5070 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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Non Luogo... Silenzio!
Il cancello vetusto e silenzioso!
Il cancello dal sapore senza vita
conduce al luogo del Non Luogo
seguo la ghiaia del sentiero
nera pece mi circonda.
Silenzio!
La pioggia silente e discreta cade
sottili lacrime di un
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Insapore sulla lingua il giorno
lo ingoio, l'amaro prevale
le mani, tappano suoni
occhi, guardano lo svolgere
l'inizio, gioca col fine
la madre dei nascosti
ha fiori finti
su angoli e fossi
incavi del tempo
avvolgono il buio
lane non
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A festa son vestiti
i guardiani degli estinti
nel viale sorridente
in fila sull'attenti.
Il lume nelle aiuole
il profumo delle viole.
Tre rose
una margherita
il ricordo
di una vita.
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Sono l'inferno e il paradiso
la luce e l'ombra
il fuoco che brucia e distrugge.
Sono la tempesta
che spezza il pennone
il vento che lacera le vele
l'onda furibonda
che squarcia lo scafo
il fulmine che sventra
l'albero più
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Volavi libero e felice
inconsapevole del tuo destino
e la morte rapida
ha rapito il tuo volo
le ali insanguinate
sull'asfalto.
Crudele e spietata
arriva la morte
ad annientare
il nostro incerto volo
qui sulla terra.
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Tòna il cannone
pel freddo vento.
Balda legione
nutre spavento.
Squillan le diane
in nom di Francia.
Tra vite vane
urla la lancia.
«Viva l'Impero!»
s'ode gridare.
Istante altero
che s'ha da obliare.
Figli innocenti
del
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raccogli
il tuo dolore
e tramutalo
in rabbia...
e dopo,
mai più nessuno
ti fermerà...
stilla
il tuo odio;
come un nettare
puro
accudiscilo
finche sia
assoluto;
come rancore...
da musico
saprò scriverne
gli
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Volando i passeri del cielo
intrecciano tra loro percorsi di fiamma
tra i quali ogni memoria di fiori è smarrita:
davanti ad essi spine penetrano nel cuore
che come terra secca si rompe in mille frammenti
di vita di vetro colore su
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 | Sfila tra ali di folla,
dal suo ultimo teatro di vita,
un'eroina di solare essenza,
si trasforma in eternità dorata.
Cedo e scambio le mie ossa malfatte
che mi impongono un celere fato,
dove in compagnia di mille anime
mi ritrovo ora
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| Ingannami con il tuo sguardo
mio angelo nero.
Avvolgimi nel buio del tuo cuore
bruciami come candida sofferenza!
Che io possa morire nel tuo dolce inferno.
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| Muta la stanza del giaciglio della carne spenta
osserva i volti storditi da un freddo annunciato
Nessuna lacrima si ferma a far sfogare gli occhi
Solo un uomo tormentato dall'ascesa degli anni
ricorda ogni tanto la moglie e accende il pianto
Spunta
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| Nel vuoto di quell'umida strada
si perde l'eco dei tuoi passi
e l'ombra,
che s'allunga con i fari,
disegna strane forme sopra i muri.
Il vento,
che sputa addosso a te la vita,
ti bagna gli occhi
e al suo passaggio,
ruba dagli occhi tuoi una
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| Oggi,
solo oggi
resto fermo
Guardo
Ogni angolo
Tutte le strade.
Vedo uomini,
donne
piegati
ricurvi
d'amore spolverati
Vedo bambini
correre
uscire da cartoni animati
Ancora,
la solita corsa,
le mille
e poi
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E cosi venne!
Inaspettata;
pur silenziosa,
e ubbidiente,
tanto famosa
e irascibile
e dapprincipio,
nei secoli... dei
secoli...,
ci spinge al
sonno eterno.
Chi sei tu... Morte?
Ad accarezzar col tuo dolce velo
quel dì che sarà
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 | Piagato nel decubito supino
soffice letto ove sprofondi
fermo su ogni cuscino
perimetro invalicabile
di dolorosi confini.
La mente libera di volare
praterie cavalca
odalische sinuose
ballano per il fiero emiro
petali di rosa rossi
cadono sul
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| Al volgere del vespro e prima dell’aura funesta,
nel mentre d’immensa beltà gioiva l’aere,
un raggio di sole colse il tuo respiro.
Smisi d’esser figlio, che m’eri ancora mamma,
sicchè, d’ignaro stupor serena,
addio, cercami, sarò là dove mi
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 | L'assenza di qualcosa
da sempre
lasciando i segni
volle apostrofar il mio esistere.
Il cuore rammaricato
si ritrovò sovente
a prender atto della paura
a dover lottare
contro quella diabolica natura
che del dolore
quasi volendo
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 | Scriverò del nostro amore
scriverò dei pensieri che vanno
immergendosi nell'anima che geme
dei tuoi sorrisi
muore e freme.
Mentre cerco dentro me le parole
tra le lacrime di una corsa affannata
per raccogliere quello che si è
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| Quando un giorno di luglio
conobbi la morte
non rabbrividii come pensavo
mi scrutava ad occhi spalancati
annusando il mio nervoso sudare
sembrava attendere disattenta
con le braccia conserte sul trono
non una parola ho udito
nemmeno un fruscio di
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 | Mi sentirai gemere
quando si alzerà il vento
tra le gocce di pioggia
ci saranno i sorrisi
che non ho potuto darti.
Se cadrà una foglia da un ramo
sarà una ciglia dei miei occhi
ed il petalo di un fiore
avrà la docezza
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Capestro spiraglio d'una tregua ancor mai giunta.
Granitico ed algido torpor d'un mortal bivio di scoscesa solitudine.
Lettiga d'un perpetuo inanimato, cullato da leggendari silenzi.
Mutuo clamor d'un fu presente, paradossal termine d'un esser
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Tu, Corradino della casa di Svevia,
che sfidasti con forza l'avverso destino
invano tentando di riprenderti il trono,
Dove giacciono le spoglie mortali
che testimoni furono
di gloriose tue gesta?
Ancora piangono la pietra e il cippo
Dove con
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Gelide e notturne alghe
fluttuano dormienti
al ritmo del mare.
Insieme a loro
mi sciolgo
e mi
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E' rantolo il respiro
che ancor oggi non è ricordo
Quella mano
sempre forte che sol al tatto stringea la mia
Quegli occhi di velo offuscati
aperti a luce di nuovi orizzonti
Oltre
oltre il sipario di quell'ultimo atto di
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Orrore! Sònan le triste campane
che della morte nunzian l'ora estrema.
Cantano i neri preti; e l'anatema
si perde nel cielo, nel bruto tònar.
Infamia! La piazza s'empie di sgherri,
di gente crudel che furor non molla.
Le preci
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Nei giorni passati
su divano ozioso
trascorsi attimi desiderati
Dal mattino prezioso
di sapido grigiore
nell'essere ansioso
Su quello squallore
le labbra asciutte
di dolce dolore
Nell'aspirare brutte
arie di dipendenza
a vite
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Nella guerra dei giusti
schegge di condanne
conficcate nell'anima
piovono a tradimento
crocifiggendo sentenze
su cuori di legno.
Sentimenti pugnalati
alle spalle della fiducia
spirano agonizzando
tra le fauci sanguinanti
di mordaci
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Una nuova sofferenza
è apparsa nella mia vita,
mi accompagna in silenzio,
mi addolcisce i ricordi.
Mi lascio pettinare
ad ogni spazzolata
la mia vita si accorcia,
si avvicina sempre più a te.
Aspettami,
non oltrepassare quel
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Eri lì con il flebile filo che regala la morte,
ed eri lì impreparata, sperduta
ed un insolito senso d'abbandono.
Forse imploravi,
ma lei impavida ti stringeva sempre più a se,
si saziava adagio della limpidezza della tua
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Strattonati
dagli insulti di una vita
che continua ad esigere
senza mai
nulla a rendere.
Umile alba
a fronteggiare il sole...
Insidiose stelle
a braccare il buio...
E' fievole la notte
che cala sul sipario
ad offuscar le membra
di un
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Un manto di nebbia ad incoronare
in cima alla collina, alti cipressi.
Esili atomi sciolti in lacrime di pioggia
a nasconder l'odore della morte.
Soffice, il vento tra fioche fiammelle,
è la voce del silenzio che canta
al tempo che si
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Vilma |
23/05/2011 04:19 | 1556 |
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5070 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3841 al n° 3870.
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