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 Gli ultimi 5 iscritti: Ivan Catanzaro - Fabio Paci - Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 - Ava          | 
   
 
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            Salvo Scamporrino
            Le 858 poesie di Salvo Scamporrino
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        Questi petali di rose scarlatte 
che tieni stretti tra le tue dita, 
si stanno sbriciolando piano. 
 
Lascia che t’aiuti, le distratte 
pretese sono lacrime di vita 
adagiata su comodo divano, 
 
ma là fuori sono scarpe rotte 
su algida neve e tu,
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        Battiti ignoti di fine pulsare 
celano vetusti riti d’uomini 
e s’odono al di là del suono 
che turba la debole mente, 
non più stantii sogni vissuti 
tra nubi di vento e fulmini, 
non più intreccio di mani 
per afferrare una vita dolente, 
tornano ora
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        Pochi spiccioli di tempo, vil denaro, 
istanti che gocciolano lenti, 
siamo minuscoli germogli, siamo. 
Memorie d’altri esseri. 
Semi per quel che verrano. 
Non ricorderemo più nulla, 
lasceremo ricordi che sfumeranno 
quando il sole sarà alto nel
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        Colma la forma 
trabocca di vita 
scocca l’ora 
di nuova aurora 
i miti assopiti 
son ora svelati 
non più mistero 
né cielo
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        Spine nelle tue mani 
schegge di paure nel cuore 
non sai più se domani 
sarai ancora qui o altrove 
una luna piena 
da tagliare a spicchi 
una vuota altalena 
oscilla nei tuoi occhi 
lungo la schiena 
brividi e fiocchi 
lacrime non viste 
da chi si è
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        Austu malandrinu, 
cauru forti di primu matinu 
squagghia a peddi: 
muluni tagghiatu a feddi 
nisciutu da ghiaccera 
e misu na nsalatera 
p’arrifriscari ‘mpocu 
di st’arsura e di stu focu. 
 
Austu assatanatu, 
s’accupa e manca u ciatu, 
nun si dormi e
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        Il firmamento è lassù, acceso nel cielo, 
no, è intorno a me, io vi sono dentro. 
Pover’uomo, disperso tra le stelle sono, 
tra lo scintillio dell’Universo
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        Ordir memorie d’inconscio esistere 
celato da nebbia che offusca il visibile 
parimenti l’invisibile così appare 
velato da
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        Giorni di silenzi grondanti lacrime 
che pullulano di mille solitudini 
 
solo occhi negli occhi e sugl’occhi 
per percepire le altrui tristi anime 
 
giorni di paure e tormenti sciocchi 
che sgretolano vite di porcellana 
 
tutte appese a non si sa quali
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        Stille scendono, come stelle dal cielo, 
dai miei occhi senza ritegno e vanno 
a bagnare labbra screpolate dal gelo. 
Stringimi le mani, prima che io sia 
un attaccapanni per pensieri stracci, 
intrecciami le dita e strascinami via. 
Trattieni le mie
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        Mezzanotte, un altro giorno 
è scivolato via in fretta. 
Capovolgo la clessidra e torno 
con la mente al giorno finito: 
non vedo più sabbia dentro 
i coni di cristallo terso, 
ma le illusioni di aver vissuto. 
 
Le scorgo ad una ad una, 
tenui raggi di
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        Sa di sale quella pelle bruciata dal sole, 
sa di menta quel respiro che non dice parole; 
l’ansia s’accende e si spegne e riparte, 
il tremore non s’arrende e batte forte. 
E’ Corinna, sta sdraiata con le gambe incrociate, 
gli occhi asciutti e le dita
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        Volare tra le incerte nubi 
finché le ali reggono 
poi precipitare nei sogni 
convinti che siano realtà 
quindi svanire nell’etere 
dissolti nell’evolvere ... 
oppure tornare e ritornare 
a librare sull’esistenza 
in un cerchio d’arcobaleno 
dove ogni
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        Già uno spiraglio di luce 
penetra l’universo intero 
che in me
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          | Urge conoscere 
le poetiche intenzioni 
che vagano qua e là 
senza mai interloquire: 
è il nesso che rovina 
tra irte viuzze scoscese 
e rotola senza freni 
negl’impeti stantii. 
 
Le falci mietono 
campi mai arati 
ricoperti da cardi 
e spinose
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          | Vicissitudini di solitudini 
passeggiano 
tra le foglie scivolate via 
da rinsecchiti rami 
 
tra le dimore il silenzio 
tace gli infreddoliti 
balconi di primule viola 
 
agghiacciato il tempo 
ha rallentato 
la sua corsa verso non si sa 
o non ci
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        poi il vento strapazza 
vite convulse che
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        e mi par di svanire 
come svanisce la nebbia al mattino 
o
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        Nell’azzurro profondo 
dei tuoi occhi, 
c’è tutto un mondo 
di bontà e di fiocchi 
di candida neve: 
al sole si scioglie 
il tuo esser lieve. 
E madre e moglie 
forte e fragile, 
d’eterea sostanza, 
non certo debole, 
ma di buona creanza. 
S’avvolge il
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        Soffi e afflati dispersi 
tra ruderi di vite e morti 
nel cerchio immersi, 
per sempre le loro sorti 
vanno e vengono 
in un infinito incedere, 
nell’alito si perdono 
non sanno cosa credere 
e vagano solitari 
nel dubbio che attanaglia: 
di loro essenza
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        Sono i sogni dei bisogni che non hai, 
avvolte degni, altre segni che non sai, 
sono cigni bianchi su mobili stagni, 
pegni dati in pegno senza ritegno 
pur di stare a galla senza sostegno, 
pezzi di legno marci per un regno 
di ragni dai fili che mai
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        La naturalezza di un bimbo sconvolge il mondo, 
lo ribalta. Lo gira sottosopra e poi lo rimette a posto. 
 
Intanto tu masturbi il tuo cervello, i tuoi pensieri ... 
 
L’ingenuità di un pargolo disarma il mondo, 
lo fa sedere. Lo calma in un consapevole
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        Goccia su roccia 
rimbalza 
la scalfirà di
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        Oltre quelle sbarre vedrai l’azzurro 
e come un fumo che galleggia sul fiume, 
un vapore acqueo che aleggia, una bruma. 
 
Al di là di quelle sbarre il
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        E trovai pace in quel tumulto della mente 
solo quando essa tacque. Finalmente. 
Ed allora sentii un respirar di quiete 
che dal profondo risorse a toglier sete; 
sete di fontana tranquilla e cheta, 
sete d’acqua pura che lava e disseta. 
 
E trovai pace
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        Le acque del lago 
quel giorno tremarono 
e non era il vento 
a farle agitare 
e nemmeno la pioggia 
a inondarle di pianto. 
 
Le acque impaurite 
ti trattennero a loro 
come per proteggerti 
dalla tempesta dell’odio 
travestito d’amore 
senza dolcezza
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        Non riesco più a sognare 
di gemme e virgulti, 
ma di catene dorate ed àncore dismesse. 
 
Mi dissero un giorno 
che m’affacciai al davanzale: 
"E’ da tanto che non esci da casa!" 
 
Scordai che di sotto c’era una via 
che portava dritta alla
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          | Trasparenti alambicchi 
riflettono tracce di visi 
senza occhi  
e senza sorrisi 
limpide ampolle 
d’alchemiche sostanze 
mutano in bolle 
le labili evanescenze 
che
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        Sciupa il colore 
il ticchettio del tempo 
poi in un
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        Mi vulissi ripusari rintra ri ‘nsonnu dilicatu 
pi putirimi svigghiari nta nu munnu ‘ncantatu 
unni a genti si po abbrazzari senza scantu 
e stringiri forti ci si vò bbeni cu sapi quantu, 
mi vulissi ‘mbriacari pi ridiri tuttu u iornu 
e nun pinsari ca
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             858 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
       
    
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