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 Gli ultimi 5 iscritti: Ivan Catanzaro - Fabio Paci - Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 - Ava 
 ♦  Pierfrancesco Roberti    |           | 
   
 
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            sebina pintaldi
            Le 295 poesie di sebina pintaldi
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        La loro vita insieme era la somma di calamità e rugiada. 
Da questa unione era venuta fuori la loro storia d'amore. 
Non erano sempre stati fatti l'uno per l'altro! 
Lo erano diventati! 
Tenendosi per mano... 
lungo il pentagramma costellato  
dai
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        E ripeteva a se stessa, 
che tutto sarebbe andato bene... 
e intanto che s'ascoltava 
era già pascolo nel vento! 
Bruciava e si proclamava bestia della terra, 
spezzava gli argini della coscienza, 
per trafiggere di volo 
gli oracoli catturati
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        La penetravano verticali orizzonti 
e il vento la munì di sfida incolore e irrilevante. 
Alcuni affermarono di averla vista approdare da una fiaba oscura... 
altri, che era una naufraga intrinseca e arcana, 
foderata solamente dei suoi anni. 
Tutti
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        La mente esalta la pergamena dell'animo erratico! 
E tra le mani l'erpice errabondo 
si erge solido nel vuoto del mio pugno. 
Colloco l'Eremo
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        Ogni poro della mia anima 
è una pozzanghera. 
Qui si specchia la luna. 
Fredda! 
Libera! 
Nell'abbandono notturno. 
Essa
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        Ho riempito le fessure  
della mia cellula  
di tonfi primordiali, 
che colmano gli spazi  
di luce ritrovata... 
sono vuoti che odorano di vento 
e
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        Nella penombra dell'intimo bosco 
mi attraversano gli occhi neri della notte. 
E l'anima si raccoglie nell'infantile canto 
che agita i cuori in un perfetto moto ardente. 
Orchi e sciacalli ridestano in me antiche scontentezze! 
Ma poi, nel silenzio
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        Intervalli di catarsi interiore 
vivificano l'empatia 
tra l'anima e il cosmo... 
Mentre l'inquietante 
musica diegetica 
orbita nell'estensione 
dell'assoluto silenzio. 
E' così che io edifico 
il mio tempo sullo spazio! 
Dal quale mi sottraggo. 
Per
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        M'attardo sulla soffitta dell'anima 
tra i canestri d'ombra e di mistero. 
Nell'aria la melodica voluttà 
di una vita che implora fioritura! 
Mi accompagnano le maree fertili e selvagge 
di pensieri annodati agli angoli dell'esistenza, 
che si
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        Si increspano le onde  
di illogica morale 
sotto un cielo genuflesso  
alla lirica del mare. 
Ed io costeggio  
la malinconia dell'inverno 
quasi fosse l'intrusa crepa  
sull'indole di marmo. 
Tutto scivola. 
Si disperde. 
Nell'incontro con me stessa! 
Dolce
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        Passi incerti 
soccombono 
nella solitudine voluta 
e stringono le caviglie 
di notti evasive 
che non trovano riposo. 
Grigia è l'indifferenza, 
ma preferibile al colore 
dei sorrisi sfiniti... 
E quando tra il petto e l'anima 
cala il silenzio
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        Mi avviluppano gli interstizi di un folle sconcerto 
mentre bevo, fumo e mi do un tocco di rossetto! 
Percuoto le corde di una sarcastica risata 
assuefatta dagli smarrimenti di una me stessa ladra. 
Di fronte allo specchio mi intingo di
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        Non vi è tempo 
là dove si riconciliano le note... 
Non esiste repulsione 
nell'immenso indicibile 
silenzio canoro. 
L'invisibile incarna il "Tutto" 
e l'orrenda smorfia 
dell'amara vita 
si inchina 
all'ardore del
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        Il vento respira fra i salici 
infilzandone il tronco, 
con le sue intricate infinite storie. 
S'ode con il favore della notte 
e interroga il brigante 
che risiede nei soffi generati 
dalla madre terra. 
L'urlo rammenta 
lo scontro 
delle tante
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        Trovo alquanto sublime 
eclissarmi nei burroni 
della mia essenza. 
Rotolare negli scossoni 
delle mie pulsazioni! 
Mi è indispensabile 
per ritrovare 
la capacità d'amare. 
A volte è di cristallo! 
A volte mutilata! 
E spesso di contrabbando!
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        Sono venuta dall'altrove precipizio. 
Svago e mi nutro di deliri. 
Alloggiati nell'anima stridula e selvatica. 
Mi abbevero di luce elegante! 
Inferocita mi penetra le costole! 
Miscelata alle cromature 
della brulla esistenza 
ho varcato la distesa 
della
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      Invia un messaggio privato a sebina pintaldi. 
 
    
     
     
  
  
    
        Ho paura che tu possa risuscitare 
e così anche quest'anno mi toccherà morire. 
Vorrei sottrarmi a questo tragico destino 
ma mi bastava non essere trucidato ancora vivo. 
Venuto al mondo come un batuffolo bianco 
ho i giorni contati e non
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        Evolvo nell'orizzonte di respiri agili e felici 
esaltati da infiniti tumulti. 
Stemperati al crepuscolo d'acciaio. 
Soave è la lotta 
di chi duella volutamente con se stessa! 
Delineando fiori vaganti 
lungo le ferite roventi della sua mente. 
La brama
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        Intreccio geloso 
di un pigro violino 
flessuoso incarna 
la trama malinconica. 
Conquista l'anima 
odorosa di spiga 
flessuosa e straziata 
nell'ebbrezza onirica. 
Baci stillano 
sospiri di velluto, 
infiammano brividi 
nella fragile
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        Frantumo grumi 
d'inutili dolori 
incastonati nel gelo 
che arde nel deserto. 
Ed ecco... 
taciti
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        Intonaco d'illusioni 
il morso agitato 
dai silenzi, 
adagiati sulle ciglia 
traforate e accese 
su selvaggi travagli. 
Tremula voce 
ripassa il corso 
della memoria lesta... 
ma non muta 
di un solo filo d'erba, 
la corsa nel vento 
dell'esule
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        Ho sanato la sostanza dell'abbandono, 
di cui non ricordo più la vile mano. 
Ho ereditato il mancato viaggio 
di chi mi ha preceduta, 
anche se il codardo 
non mi ha mai chiesto scusa. 
Fecondata nella silente armatura, 
intorno a me ho eretto
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        Ripongo il mio credo 
nell'ispirazione 
frantumatrice di schemi 
e allaccio la mente 
in quell'altrove 
che sconosce la vergogna... 
Incline alla benevolenza 
mi riscopro tiranna di me stessa 
e sospingo la mia lingua, 
velenosa matassa, 
nell'oblio
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        Io! 
Postilla della mia stessa trama. 
Mi rivelo feroce sorda filigrana! 
Tossica e celeste mi dipingo d'affetto 
sulla scorza mansueta gelida e risanata. 
Risollevo l'alba della mia cruda onda... 
Mi riservo nel vento audace spiga bionda. 
Non piango
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        Sorgeva agli angoli 
della malferma penombra 
spiegandosi aria 
nella bellezza di quegli istanti. 
Innalzava e inabissava il petto, 
ostaggio della sfiducia, 
alloggiata nelle ceneri 
di bugie e delusioni. 
Tempestiva 
esaminava il crepuscolo 
che
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        Procedo gonfia di nuda libertà, 
allegra e sorretta nella vagante tempra. 
Le ore consumano le linee della pelle 
e il declino del tramonto 
le tante spine stanche... 
 
Non è l'appassire della carne che mi fa paura! 
 
Ma un mare sfinito
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        Canto la libertà 
dei miei tormenti 
con la penna dello stupore diseredato. 
Non ha colore il moto segreto all'abbandono, 
di un gioco tiranno nel sinistro anonimato. 
Disciolta nel tempo! 
Rimango lontana dall'impalpabile mia figura. 
E con fame
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        Fiati briganti 
penetrano  
occhi ammaccati 
con pupille  
colme di vuoti 
sopravvissuti e crepati. 
S'allungano bisbigli 
sul ventre che dorme 
e squarcia il germoglio 
l'ambigua belva informe. 
 
Sono impastata  
di talco e cantilena 
ma il suo morso
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        Eretta e acerba 
tace nel suo guscio. 
In se fioriscono 
canne immobili nel vento! 
Dissepolta radice 
le ha svuotato la luce 
e l'ombra amara 
sommerge il suo candore. 
Freme lo squarcio 
dei suoi anni andati a male... 
Struggente è il valzer
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        Mi scalzano i vuoti  
della mia cattedrale 
sospesa nel buio  
che accende la memoria. 
Sporgono i singhiozzi  
rattoppati
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             295 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
       
    
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