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            Daniela Dessì
            Le 947 poesie di Daniela Dessì
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          | Oltraggiato sentimento, 
agli argini 
di un cuore offeso 
si erge imponente 
la figura di donna guerriera, 
armata di coraggio 
vince le sfide più improbabili, 
anche da perdente 
sia pur avvilita si risolleva, 
non c'è macchia nel corpo 
o
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          | Strane congiunture, 
ad avvitarsi 
chiodi spezzati sulle punte; 
l'incastro mal riuscito 
delude
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          | Accoglimi, 
dal grembo alla luce volgo, 
piccolo sole nascente 
nel tuo seno, 
raggio distillato 
pendo dalle tue
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          | Padroneggiami con veemenza, 
con feroce smania di possedermi 
strappami di dosso la veste 
che copre la secreta intimità 
e con sguardo irriverente 
guardami in nuda trasparenza, 
sferza le mie carni 
senza pietà. 
Lasciando scorrere il
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          | Spiegare l'inspiegabile 
nel discernimento  
del bene e del male, 
contrasto indissolubile 
puntella la mente umana 
che si crogiola nel dubbio; 
come un chiodo spigoloso 
tormenta lo spirito 
rigettandolo 
nell'ignoto buio 
che spaventa 
chi
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          | Là dove con esuberanza 
hai mirato lontano 
sporgendoti dalla prospettiva terrena 
si restringe il cerchio delle possibilità, 
il vuoto torbido senza più visibilità di coscienza 
prende il sopravvento, 
lasciandoti
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          | Bussano i ricordi 
alla porta della memoria, 
scardinati dal tempo 
che li rigetta nel vuoto presente, 
come una valanga travolgente 
piovono sul cuore, 
muoiono nel disordine 
che la vita lascia dietro sé. 
Pezzi del passato 
ripercorso a
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          | Sole e Luna distesi 
in uno specchio di luce 
rifrangente i raggi sinuosi della sera, 
si guardano attraverso il vetro trasparente 
del cielo, 
immedesimandosi l'uno nell'altra 
come gocce d'acqua sovrapposte 
nell'intercalare delle ore 
che passano
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          | Scheletri di case polverizzate 
esplose come polveriere ancora fumanti 
non sono che rovine di città fantasma 
mummificate dal silenzio di tomba 
che spira nell'aria agre 
infettata dall'odore di morte. 
Vite bruciate sotto le bombe 
la paura
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         | Il vecchio poeta 
rimane assorto 
meditando fra sé e sé, 
decanta il tempo vetusto 
di alloro cinto e lo compiange, 
distanziandosi dal caos 
che sconvolge l'assurda realtà, 
aborto di vita in seno all'oscena umanità  
la
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          | Blando sorriso 
sfiorisce sul viso 
inebriato di malinconia; 
sospirano gli
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         | Insegnami ad amare come sai fare tu... 
a non arrendermi alle imprevedibili sfuriate del destino 
che sferza l'animo più fragile 
spezzando il cuore inorgoglito dal forte carattere. 
Insegnami a perdonare, 
anche quando non avrò più
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          | Occhi trasmigrano negli occhi, 
scrutando la profondità 
dell'invisibile tratto 
inerente l'intimo spazio. 
 
Riflessi in nitide
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          | Granitico sole 
dietro una cortina sanguigna 
pulsa luminoso 
coi raggi fendenti  
che a poco a poco si dileguano. 
Il mare ribolle con onde crepitanti, 
sobbalzano all'orizzonte che sfuma lontano. 
Fra crepacci oscuri d'acqua avvoltolata 
mulinelli in
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          | Lascio in sospeso 
parole ardite, 
forse di troppo. 
Parlano gli occhi 
trafugando sguardi d'intesa, 
segnale codificato nel linguaggio d'amore 
a cui corrisponde vicendevole trasporto. 
Sul viso perlaceo 
tramuta il colore 
in rosso pudore. 
La fatale
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         | Forgiare il domani 
con mani sciupate 
rastrellando polvere 
sulla terra asciutta  
piegata dalla miseria, 
si ritrae nel ventre del mare 
sua culla consolatrice per ogni dipartita 
dei figli orfani che alle onde s'affidano  
senza avere più la
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          | Note di violino 
incidono i pensieri, 
corrono leggeri 
incontro al vento di tramontana, 
gela la mente 
libera l'anima inquieta. 
Nel vortice di una danza ancestrale 
si tramuta in ritmica dissolvenza, 
nell'armonia celeste  
dell'Uno
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          | T'inganni 
che il tempo lenisca  
il sommesso dolore, 
ma dalle pareti ancora umide di noi 
il silenzio franto 
rimanda l'eco dei mesti baci, 
il brusio della notte 
i tocchi vibranti 
dei corpi anelanti 
un sospiro d'amore... 
lascia una traccia
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          | Odor di mosto a settembre, 
l'uva matura ricolma i vigneti 
di fragrante aroma, 
intrecci di viti arricciate 
in un innesto agrodolce 
che insapora l'aria frizzantina. 
Grappoli succosi 
tra i pampini porpora 
invitano il palato 
a gustar la
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          | Hai la forma del buio 
impressa 
sul lavacro degli occhi 
dal contorno violaceo, 
segno di notti in bianco 
immobili sulla soglia del tempo 
ad aspettare... 
che rinverdisca l'alba 
rasente un filo di luce 
che infiora nel cielo, 
divelta  
dall'onda
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          | Vorrei acquietare i silenzi prorompenti 
e domare le paure 
che pesano sul cuore... 
sopprimere quest'ansia asfittica 
che stringe con un nodo la gola, 
soffoca in un singhiozzo asciutto 
che raschia le pareti occluse del mio sentire. 
 
Flebile
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          | Assisto alla mia morte 
inconsapevole, 
non sapendo di eclissarmi 
iniettando veleno sulla pelle, 
per correggere il sangue amaro 
di giorni nefasti, 
difficili da mandare giù 
con impassibile umore, 
reprimo i miei cupi stati d'animo 
sguazzando
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         | Assecondi le mie voglie, 
con paziente docilità 
percorri le vie segrete del corpo 
districandoti tra le maglie vigorose 
che tessono le mani, 
scivolando sui morbidi seni, 
insinuandoti piano lungo i fianchi poderosi 
e più oltre ti
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          | Il canto civettuolo  
di donna innamorata 
è un dolce suono profuso intorno, 
risveglia i sensi l'aria primaverile 
col pronunciato respiro di fiori palpitanti 
che anelano al sole radioso. 
Scuote un brivido 
nell'attesa che sbocci il
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          | Ho pareggiato i conti con la giustizia 
scontando una pena assurda, 
sofferta prigionia ha precluso la libertà. 
 
Hanno sequestrato la mia anima 
logorata dal buio artificiale, 
al di là delle sbarre sognando un futuro  
inesistente. 
 
Il
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          | Bruciano a pelle, 
 
circoscritti al tuo intimo spazio 
crescono dentro, 
 
perturbando il sereno 
invadono ogni tuo pensiero, 
 
rapendoti in una nube d'ombra 
isolano l'anima dal chiassoso frastuono... 
 
relegata al muto respiro 
che restituisce
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          | E ritorno bambina 
sui passi incrociati di un andare ardito 
ritrovo pezzi di me, 
raccolti sugli argini di un ruscello asciutto 
dove non scorre più acqua 
e le pietre ostruiscono l'ignoto passaggio, 
immagine sfuocata 
in uno specchio
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          | L'odore tuo frammisto a gardenia 
schiude l'immagine femminea 
che fulgida si dipana, 
tra velate parvenze 
assume la forma nitida 
di un sogno verace. 
 
Eccoti incedere... 
come scheggia di luna fendi la notte, 
scintilla di luce trapassi
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          | Vorrei sbugiardarti, 
estorcere dalle tue labbra 
il veleno insidioso 
di infide parole ingannevoli. 
Sei cibo pesante da digerire, 
soprattutto la notte 
quando il ventre piatto urla il tuo nome 
e di te sognando fa indigestione. 
Petulante
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          | Perché farsi male? 
Incompatibili siamo noi, 
stanchi di resistere 
allentiamo la presa. 
Anime risentite 
dall'ostinata perseveranza 
nell'errore, 
ingabbiate dai litigi  
che si accavallano 
in una rincorsa senza fine... 
tra una ripicca e
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