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            Sara Brayon
            Le 114 poesie di Sara Brayon
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        E so di essere sciocca 
a tornare da un Musa 
spremuta come un limone 
solo per trovare brividi 
da tradurre in poesia, 
 
estraendone vecchi semi 
nuovi silenzi imbarazzanti 
e un fischio insistente 
dentro l'orecchio destro 
 
La noia mi sta pensando.
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        Hai cucito insieme 
plastica 
per ricavarne 
un umano riciclato 
 
che si guarderà allo specchio 
per evitare di strisciare 
e si crederà libero 
comprando una Mercedes 
 
Non lasciarlo senza 
benzina, o si annoierà, 
e dovremo
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        Il giorno del mio funerale 
me ne resterò in disparte 
a spiare la gente che passa: 
mi mangerò ancora le unghie 
 
Mi divertirei un po, mi piace 
stare al centro delle attenzioni, 
ed ero così giovane, e piena 
di promesse, è
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        Le ragnatele nere sui miei occhi 
uccidono in coro la luce del sole 
 
Ho acceso un miliardo di candele 
solamente guardandole in volto 
 
Sfiora ancora la mia schiena 
di pelle vergine come quercia 
sputerò nel vento per benedirti 
e non temerai i
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        Io e Sally rubavamo le pistole del fratello 
per cacciare gli indiani dal prato dietro casa, 
lei era di febbraio, io di giugno inoltrato, 
quand'erano le otto veniva spesso a cena 
 
Io e Sally crescevamo: lei magra come un chiodo, 
ascoltava Ligabue e
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        Mi sento una tiranna infantile 
quando abbasso la mano 
per farti soffrire 
 
Gridi, ti arrabbi, 
ti senti umiliato 
ma stai sbirciando 
sei interessato 
 
Ti ho in pugno, sei mio, 
sei geloso di me 
mi fermi la mano 
ci provi un po' te 
 
E' allora che
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        Palpebre a mezz'asta: 
ti guardo come 
guarderei un bambino, 
 
e chissà dove andrai, 
chi incontrerai, 
quanto sarai di peso 
 
Ora credi agli umani, 
sono stata per te 
la prova del nove 
 
E' a te che penso 
quando fingo 
di svenire.
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        Non intendo partorire 
lo spettro di una 
farfalla abbattuta. Perciò 
sto zitta. 
 
E non mi capirò mai.
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        Ti vedo dormire sull'ansa del fiume 
troppo pigro per amarmi,  
troppo prosaico per sognarmi 
 
Ma un giorno verrò a svegliarti 
con schiaffi pieni zeppi d'amore, 
il mio piacere è trascinarti via 
 
E dopo averti violentato nel
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        Mi ricorderai come 
fiamme che traballano 
e respiro tra i denti 
 
La morte è il tuo odore 
sul cuscino due ore dopo 
 
Mi hai sussurrato in bocca 
"Non è cambiato niente" 
bestemmiavo sottovoce 
 
Sei qualcosa di illegale e
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        I miei se ne vanno,/"Ti sentirai sola?" 
chiudo la porta,/passa mezz'ora 
arrivan gli amici,/qualche barbone, 
i folletti del bosco/e un camion di suore 
 
Facciamo la colla/per fare la spesa 
mando Francesco,/torna e- sorpresa: 
i 20
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        Siedo in un paradiso freddo 
e la terra è un atomo di cera 
sospeso tra nuvole di vino 
 
Il tuo viso è 
neve tra le mani 
e limatura di ferro 
 
Il mio regno per 
vederti dormire 
ogni notte
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        Ti prego, rimani 
nel cervello 
come l'alone del bicchiere 
sul tavolo di vetro 
 
Sono troppo debole 
per ammettere di amare 
la mia prigionia 
 
Gli spiriti 
a volte russano 
a tratti mi corteggiano 
sento un rumore 
di videocassetta riavvolta 
in un
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        Le foreste di cedri abitate 
dietro alle nostre fronti 
si dissolvono in silenzi 
profondi, neutri, albini 
 
la costernazione 
si avverte nelle mani 
che cercano storie di neve 
e si arrendono spesso 
davanti a qualcosa 
che non sia carne umana 
 
il
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        I miei occhi spalancati 
vagano in cerca di miraggi 
da quando persi per strada 
 
unità di spazio e tempo 
immediati, innamorata 
dell'ombra della cantina 
 
Chi sono io per sottrarmi 
alla dolce tortura cinese 
del dormirti accanto?
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        Ti nascondi negli atomi di polvere 
e nella testa del termometro 
fingo di non averti mai visto 
non smetto mai di barare 
 
Mi annoio a mescolare le carte 
mi piace rischiare, non sono nata 
per le strategie ateniesi, chissà  
cosa succede se
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                 Festa delle Donne 2010 Autori Vari 
                Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
  
                Pagine: 107 - Anno: 2010  
                
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      Invia un messaggio privato a Sara Brayon. 
 
    
     
     
    
     
  
  
    
        Mi nutri di farina di ferro 
scrivo fiamme per te 
scendo a patti col Diavolo 
 
E di te ho paura 
perché sei l'ombra  
delle grondaie 
e la piega casuale 
sulla pagina bianca 
 
Violento 
me stessa.
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        Accasciati in silenzio sul divano 
ho gli occhi rossi, la casa trema, 
mi ci vuole un caffè 
o un miracolo spontaneo 
non ho la forza di pisciare 
nè di cambiare canzone 
basta Nirvana, basta Pearl Jam 
che venga il punk 
ave Rancid, ave
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        Miele denso e dorato 
riposa negli incavi 
dei tuoi sguardi azzurri 
 
Ti scopro come i marinai 
con la fame della terra 
 
Foresta senza odore 
sentiero tra i campi 
in un autunno di sole 
 
All'angolo della mia mente 
seduta, ti aspetto.
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        Figlia di un passato di marmo 
si ciba di un presente di suore 
e colori arruffati, il suo spirito 
brucia nei mercati all'aperto 
ma la trovo nelle birre straniere 
e nei kebab di via Boccea, 
la scopro nelle fontanelle e nella metro, 
la mia Roma di
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        Disegno a matita una regina nuda 
immersa fino al collo nei verdi fiumi 
di invidia trasparente che scorre 
 
Si incide sul corpo lacrime copiose 
si riveste di seta e cammina altera 
perché sa che non le serve una corona 
 
Che anima avremmo, 
che
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        Al mattino trattengo con le dita 
gli ultimi brandelli di ciliege raggrinzite 
 
Scivoli come latte dalle pelpebre chiuse 
rendi vuote le mie braccia indecise 
 
Fantasma di incubi ad occhi aperti 
ho pregato perché avessi concretezza 
 
o per
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        La foglia che cade 
ha un suo perchè 
non la senti, non grida 
d'impazienza e desiderio 
 
E' una scelta sua, credo. 
 
Se io fossi una foglia 
farei un gran casino 
cadendo, non lascerei 
che il mondo m'ignorasse 
 
Non vorrei essere solo 
un
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        A volte arriviamo a sfiorare  
con la punta delle dita 
verità invisibili e fredde 
per poi lasciarle andare 
col timore di avere ragione 
 
Ho paura di toccare l'ortica 
per non sentire dolore 
ma se allungo la mano 
non fa poi così
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        Chiedo al vento di sbilanciami 
rompendo l'equilibrio 
per cadere fuori dalla mia testa. 
 
Figlia dei sentimenti 
bandiera errante e capricciosa 
si consuma e vive nel fuoco 
 
Vorrei sapere il mio nome 
vorrei sapere cosa diavolo 
mi succede nella
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        Certe sere mi trovo incapace 
di inghiottire il nulla che urla 
il tuo nome
 
Ombre irregolari 
strisciano fino a sfiorarmi le ciglia 
e marciano al ritmo dei battiti 
che mi hai rubato
 
Nella nebbia di frammenti 
di plastica, sono trafitta tre
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        Abbandonarmi riversa 
su un letto bianco, 
nella luce del pomeriggio
 
Scivolare, nuda, 
per sentire sulla pelle 
il lenzuolo fresco
 
Pensare a dove sei, 
abbracciarmi piano il petto 
contando le ore
 
Ti vedo, a volte, in una 
vertigine di sole.
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        Verrai di notte 
a riempire le mie 
mani vuote
 
Spaccherai a morsi 
la pietra rovente 
sulle mie palpebre 
Balleremo come 
fossimo in Irlanda 
o in un film porno
 
Sciocche fantasie  
quando sento 
la sua voce 
di liquerizia, 
e parla come 
se
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        Sei lo sputo raggrumato 
per terra, dopo aver bevuto 
troppo. Sei uno spinoso rigurgito 
di pane, sei una mosca ubriaca 
spiata da un tossico, 
 
e io sono verde d'invidia,  
perché scrivo, 
e scrivo, e scrivo, 
e mi faccio del male 
ridendo, son
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        Raschio il tuo nome 
dal vetro azzurro 
usando una mano sola 
 
Mangio a morsi 
polvere di stelle 
e polvere di polvere 
 
Mi sveglio di notte, 
confusa. Scrivo di getto, 
mi pettino spesso 
 
e cambio 
con la luna piena
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             114 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
       
    
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