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Le 73 poesie pubblicate il giorno 07/10/2014
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Ho vagato, ho vagato tutta la vita
in cerca del volto del mio Amato.
L’ho trovato appeso ad una croce
e in profondo silenzio ha sussurrato:
“Ho sete!”.
Avevo sete anch’io dell’Amor suo
era segnato nel mio nome, “Gonxha”,
ed io come un
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| Non è semplice vivere
in certi posti, quando un cappio preme
la giugulare e stagna il sangue in cuore.
Non é semplice vivere
se nel petto ferito esplode l’eco
d’un sepolto splendore.
E, vacillando tra crepacci occulti,
tirano avanti
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Scrivo di luna e di sole,
l'anima, mai languida, mi dona parole
intinte nel cuore e nelle viole.
Scrivo di musica e amore
scevra di umbratili foglie e stonate more
ma ebbra di dipinto silenzio in fiore.
Scrivo di sogni e storie
a rabboccare il
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Esita il respiro
sul rivolo malato della pioggia
è la goccia nera
che esala l'ultima sua tenebra
Notte che non scende
a sussurrare i tanti sogni
ed a tessere lune
tramontate a mezzo cielo
Quando il buio denso
corrode pori e pelle
e
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Veniva dal mare
credo dalla Svezia
stremato, affamato
planando su vento a sbuffi,
vide la terra
smanioso cercando
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| Non conta più le volte
che ha provato a liberarsi
da quel legame maledetto.
Ma in lontananza,
lei, sente sempre il richiamo
del suo lupo, che ulula
come un dannato
cercando la sua preda,
e coi lividi nell’anima,
leccandosi le
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Ho per nome di casato un complemento oggetto titolato da un verbo
accompagnato da depressione omicida curata da psicanalista
venne mutata in esaltazione suicida e tal son diventato
fino al punto d’esser ora uno spirito.
Che gran professore di pneuma,
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Nel buio scuro dell'ora notturna
apro la porta, furioso s'alza il vento
ad indicarmi l'armonica rotta...
echi e voci nostalgiche fuoriescono
dalle pareti sfaldate dal tempo.
Accantono l'intimo dialogo lunare
infrango con la libera
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Solamente al pensiero di scoprire
il vero colore di quegli occhi,
nella mia sfinita psiche
riecheggiavano i suoi melancolici versi,
indecifrabili liriche sensazioni
mi rimandavano alla soave voce
che invece conoscevo.
Con malinconica
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| mi han detto che attraversi il cielo con un dito
che sollevi nuvole e ricami al suono di cornamusa
che la terra ti corre sotto i piedi
che non fermi non muovi e non discuti
(hanno detto ma non sentito)
mi han detto che non ascolti le nuvole
che
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Cadono piccole gocce di rugiada
son nutrimento per il tuo fiore
o almeno è quel che pensiamo di vedere
senza capire l’altra faccia del dolore
cadiamo spesso in quest’errore
poiché volgiamo altrove lo sguardo
e poi come sempre in
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| Immagina che la tua finestra
sia il mondo
dove guardi incantato
o che il mondo sia la tua finestra
dove ti guardano incantati.
Immagina
arcobaleni senza colori
o pioggia che sale alle nuvole,
alberi con le ali
che si riposano tra le
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| Io non capisco cosa vai dicendo!...
Credo che proprio non ti renda conto.
E dici stare insiem, ma come, e quando?
Che debba poi durare ... quanto tempo?
Avrai bevuto, o sei tra veglia e sonno!...
Congiunto o genitor mi raffiguro
avanti qualche
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| Prove d' autunno nel meriggio stanco,
e fino alla finestra mi raggiunge
l'alito caldo della terra ed unge
l'aria di ozono sotto il cielo bianco.
Ottobre... e la giornata si restringe
nell'estate che muore lentamente,
mettendo fra i bagagli il
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| Rovistare
tra le ombre
dell’intimo sentire
poiché un fragile tumulto
chiede e implora voce
Specchiare il cuore
negli abissi sconosciuti
E scorgere
la rosa dell’amore,
graffiare e scalfire
con le sue spine,
le paure
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| Da quella mela
al sole di Therak
raccatti amaramente
la tua pena
e l’uomo che continua la raccolta
si attarda ancora
e ancora a lacerare
la pelle
e la tua voglia di lottare.
E sulla pista ardente
della vita
si apre puntualmente
la
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| la dama
tratteneva tra le dita
con lieve sussurro
il suo palpitante cuore
mentre la rosa
schiudeva pudica,
al suo caldo
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Uscì dalla gola come fosse pianto
ma pianto non era,
poi alzò verso il cielo il suo viso...
Colore amaranto
o grigio di nuvole basse
nell'eco di sogni incompresi
che restano accanto per tutta la
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Il giorno mi sfiora.
E sono unghie di rosso laccate
a martellare la tastiera.
E questa voglia di solitudine
che tanto lievita,
e parla- e ascolta- e scrive- e si basta.
Una partitura ingiallita
contiene forse il giogo.
In un angolo-
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Si scaglia
allo scontrarsi del sentire
l’enigma dell’esistere,
e al senso inevaso
di risposte mai tracciate,
non fa
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Consolar il dolore, tagliare rami vecchi
per dar posto ai nuovi, diventar fronda, foglia,
linfa vitale, agognar aria nuova, senza dimenticare.
Respirar sorsi di mondo, lasciar che il vento carezzi
il tempo, lasciar liberi i pensieri di albeggiare
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E fuori il vento
incarna la bufera
e dentro il cuore afflitto
si dispera
e tu che sei
la rosa del mattino
ti accorgi
dentro e fuori
che l’oltraggio
si avvale della forza
e il tuo coraggio
non chiama
e non si affanna
per sedare il
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Ti ho cercato nelle aurore del mio tempo,
nell’aria rarefatta dei mattini d’autunno,
quando il silenzio
naufraga fra i respiri malinconici
e attraverso i rovi
impigliati ai miei calzari,
ho raccolto uva spina nel grembiule dei sogni
e cucito
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| I tuoi palmi ai lati del cuore
vele gonfie di vento
rubano i miei battiti
e respirano
Con me una corsa
verso la nudità dell'Anima...
Quella gemma scoperta
alla dolcezza delle tue gambe
che spingono e chiedono
l'immenso che siamo
in
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| Sopra il mio viso in ombra
quella tua mano, timida di pioggia
vagava clandestina e senza patria
sopra la confusione delle rughe,
tenero ragno a rinforzare tela
nel ricercare strade senza uscita;
l'acqua sui vetri rigava le sue prove
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| Eppure corro e salto, eppure vivo alla velocità del lampo,
miope nel tuo sguardo c’e solo un tempo lento
il mio.
Eppure rido insieme al tuo sorriso, e canto la tua canzone,
stonata ti arriva la mia voce e non ascolti.
Corro e rincorro la tua
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Tu sei l’alato che al mattino
dilegua nel celeste cielo;
che lascia i miei perduti sogni
tra manti di bianche nubi.
E ciò che mi rimane di te sublima
come amara percezione nell'anima;
come se il fiore più bello di un prato
fosse
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| Fuori
dalla visuale di un altro
il mondo apparirebbe
meno complicato.
Con talune persone
è solo un dehors
l’adiacenza di uno spazio pubblico
in comune
lo stesso desiderio di respirare il sole
velato però dal fuorviante vetro.
Sulla pedana di
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| Navigando in mare aperto
senza una meta da raggiungere
e una spiaggia dove approdare
ho provato il fascino
di non avere
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Come l’acqua
i tuoi capelli scivolano
tra le mie mani
e a stento ne percepisco l’onda,
la luce sovrasta la montagna
come l’anima va a Dio
e gli uccelli come i miei pensieri
frivoli svolazzano nel vento
dove brulica di emozione d’un tempo.
La
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73 poesie pubblicate nel giorno 07/10/2014. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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