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♦ Michele Serri | |
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Maggio 2024 |
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Le 67 poesie pubblicate il giorno 24/04/2014
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Mi basterebbe un bacio
su questa panchina di ruggine
e due mani che si sfiorano
vinta la timidezza dell'ignoto
e due sguardi che si amano
senza osare incontrarsi
per credere di nuovo
che si possa amare, amati.
Ma son solo su questa panchina
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| Se mai quel seme avesse schiuso le ali
voglioso di conoscere la vita
quanti dolori avrebbe risparmiato
ai fragili germogli
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Schiudi un riso amaro,
un passaggio d'alba
- ORA -
Qui inquieta la semplice esistenza
lo svolazzare d'ali, mai comprese
L'astro dei sogni
cambia già la sua luce
Non nella notte qui si muore
ma dove l'arida voce si fa
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Luna
Che ne è rimasto
Di noi
Tra le voragini
Dei tuoi legami infranti
In uno schianto muto;
Desiderai che
La nostra fine fosse
Un boato inaspettato,
Ma le stelle
Muoion sempre
In ordinato silenzio.
Non ci fu quiete
Ed io vagai
Fra le
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Who |
24/04/2014 16:56| 1506 |
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La mano diviene isola sul colle dei seni
dove mi vive il fiato,
su un ritornello che sale e scende,
come bocca all'aria tra le dita,
come grembo al petto tra la pelle,
fin'oltre l'anima.
Racconto ai sogni quando la luce
ha di te la conoscenza
e
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Oscillano
sull'altalena del tempo
- i giorni dell'amore -
Scelti dal fato
con respiri eterni, profondi;
oppure... in vortice, senza fiato
Petali roridi sfogliati dal vento,
fragili, insicuri, inquieti
vivono, nelle anime smarrite
e
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| Perché
La sete del sole mi canta
I sorrisi pieni nel dolce della sua mano?
Nel verso della sera
Profonda cresce una vita senza
Mentre forte è l’immagine sulla pelle
Perché alcuni affermano che non
C’è nessuno nel
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| Siamo il popolo dell'etere
Siamo voci senza timbro ...
senza un corpo definito
digitiamo il nostro cuore.
Siamo stati
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| Lei, non era mai la stessa cosa.
Aveva tra i capelli il moto del vento
e questo le proferiva follia e
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Parole che sibilano come il vento
sferzano la pelle eppur disperdono
senza sollecitar tormento.
Altre son tradimento
e solcano
lasciando scie profonde
e travalicando carne e sangue,
d’odio si nutrono
i penosi istanti
ingrassando con labili
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Vivì |
24/04/2014 13:53 | 2719 |
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Sfugge il tempo
dei baci consumati
in un letto di catrame e
di carezze avvolte
in un manto di nuvole
senza meta.
Sfugge il tempo,
in delizie di corpi
senza veli e
senza battito di ciglia,
in un prato che odora
di ferro e cemento.
Sfugge il
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Sei partita dalla tua città natale
non ancora maggiorenne,
immigrata verso l’antica Israele,
tua terra materna.
Non immaginavi neppure cosa potesse significar
indossare una divisa ed arruolarsi con l’obbligo
di svolgere il servizio
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Da lucernari grigi
filtrano fumi di
speranza, mentre
il giorno rinasce
nella solitudine
che ha inghiottito
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Languido temporeggiare
percorre l'ardente perimetro delle gambe
dove il miele degli angeli
trova ristoro
nell'alcova della sua conchiglia
dischiusa dalla mano fremente
del vento
Nell'azzardo arrossato
si cuciono le paillettes di
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Forse potrei parlarti...
con parole pesate potrei perfino stupirti;
però per farlo dovrei urlartele
entrando nel
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Fra mille dubbi,
incertezze,
ti sei imposta.
Come l ‘edera sei cresciuta
lentamente,
ramificata
fino all’organo più sensibile.
Quest’anima
non indifferente
porge fiducia
al sentimento profondo,
con la speranza
di aver un po’ di
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Acre odore nei pati
chiusi e assenti
alle strette vie
colori di sete
oltre il fiume
sbiadite
da interminabili ore di
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Sole, sì asciuto all’intrasatte,
pe fà schiarà chest’aria trista e scura,
pe fà scurdà a ‘a gente ogni paura,
pe dà calore a chi tremma into ‘a notte.
Sole, sta luce che daje è vita,
trase into ‘e
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Sciorinano al vento
nella tela dei colori
le bianche vele.
Garruli di goccia salata
come gabbiani saltellano
nello stridulo battente
di un silenzio loquace.
Ed è l'immenso ...
che si apre agli occhi tersi
d'un cielo
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Nelle scolpite vene
ruotan perle di sangue
nel loro divenire
ignee sfere.
S'arroventan tal vie,
si fan pirodotti
pel transito
d'ardente magma.
Ribollon in ragione
parole e grazie,
onde di brama
in fumeo basalto.
Lassù svetta
tra
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Ma parlare d'amore é un'altra cosa,
non é la festa che si spande intorno,
é un pizzico innocente, un altro giorno
in cui scorgi il profumo della rosa.
E' povertà e ricchezza mai avuta
che riempie spazi vuoti, inonda e
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A percorrermi i fianchi
Le braccia, le vene, i polsi.
A lambirmi i crinali sottovento.
A ricompormi delle tue mani.
Diamante
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Cadde tra il vuoto e l'amaro
la malinconia di giorni affannati,
Cadde come in ginocchio
l'eterno domandarsi
se il
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Zeus
Zeno, Perseo, il filo d'Arianna
mancano
ora scopro – sgomenta – che è straccia la mia carta
ora comprendo – sconfitta – che nasce dentro e muore così
quel non so “cosa”
e io sono terra
e germogli tratti;
decisioni
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Su spine di rose poggiai
il desideroso sospiro
di te, di noi allora,
su ogni petalo lasciai un tormento
che potesse seccarsi col vento
che soffiò nel primo temporale
d'un tempo finito
prima d'iniziare...
ovattati passi sfuggivano il
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| E si ritrae il cuore
incrociando mani
poi,
soffre
al cercare invano
parole nell'assenza
Tremolio del
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E' come calarsi in un imbuto
e scavarne i segreti e le pepite
per discernere la roccia dalla preziosità.
Inutilmente ti senti eroe del percorso
solo quando le scelte sono azzeccate,
per lo più sei in difesa
per parare i colpi della
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tutti ne abbiamo perseverato l'inganno
vita vira di bolina e della boa l'anno
ci si ritrova a
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Rigurgitare l'indirizzo dell'io,
assuefazione degli spazi stretti
Una droga
Fa male
Ristagna
Sembra cuccagna.
Se fossi pescato
Da una rete
A strascicare
L'epicarpo dell'anima,
Sminuzzerei
Ogni globo degli occhi
Che se son
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un fiore rosso carminio
attaccato ad un filo di luce
penzola nel vuoto della notte:
cose che si tacciono di
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67 poesie pubblicate nel giorno 24/04/2014. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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