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Le 54 poesie pubblicate il giorno 03/08/2014
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Era Notte e la Luna or sanguinava
rossa di Fato estremo,
e ‘l cimitero santo - onde ne tremo -
alluminava,
e a’ sepolcri invecchiati or si scagliava -
il suol che in sogno premo -
e questa antica cripta e avvolta in stremo
cieca
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| Se amore senti
parlerai d'amore
ma chi di tanto
capirà l'ardore?
Frasi già fatte
standard di parole,
nulla e nessuno leggerà nel cuore;
il mondo corre
segue le sue mode
e tutto il resto è storia
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La felicità è avere una bici
pedalando di valle in valle
o per lievi declivi
a sentir l'aria carezzar
e odori e suoni
fino all'immenso blu
che pedalar non vale.
La felicità è avere un veliero
che corra di mare in
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Ogni tanto me risistemo le cose mia
li panni, li carzini, la fantasia
e 'n mezzo a tutta ste zozzerie
m'aritrovo davanti
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Ricordo sfumature
d'inchiostro, nei tuoi occhi
velati di malinconia,
trasformate in nero su bianco
sulle pagine
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Resta a tua cadeira vazia e a saudade desmedida
No rosário de lembranças de contas iluminadas
Resta a dor da ausência de você meu pai amado
E a certeza de teremos, o reencontro marcado
Resta a luz do teu olhar gravada em
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Juanita è un’india, Juanita è una negrita.
Cammina scalza e ti tende la mano
sotto questo sole
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Vulnerabile
Dove cresci e ti ritrai:
Una carezza
O il neo d'una parola.
Ora i colori sfumano
E non resta che un volto
Triste nel chiaroscuro
D'una stanza fredda.
Ti rivesti
Del pensiero migrato
Chissà dove
Del tuo silenzio
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I giorni
mi sfuggono dalle mani,
quasi non mi accorgo
del domani.
Tengo a me vicino
il ricordo della tua
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La mia solitudine è
come un gioco che
regole non ha,
è un momento che può
durare tutta una vita,
è un eco senza ritorno.
La mia solitudine è
una goccia in un mare
che non ha
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| Hanno tagliato i papaveri rossi,
hanno giocato le partite di sangue,
hanno ingoiato l'umano sentire.
Ora é in
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Hai chinato il capo
in quel giardino
senza odor di fiori,
solo il tuo sguardo assente
mentre scuro è il sole
e il ciel lontano.
Si spengono pensieri e parole
disarcionati dal cuore
ove langue il profumo
dei tuoi verdi anni,
e sale amaro il
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Basta niente
ed un cuore a forma di scrigno
capace di estrapolare
ingenti commissioni di una vita
abbarbicandosi instancabile
a quei rami che saturi di amore
trovano nell’attimo
quel calore imprevisto
proprio di chi niente tralascia
onde
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| Ho attraversato la notte
senza mai spegnere i pensieri
ed ho seguito nel buio
un sussurro sottile
Veniva da dentro
dal profondo fondo
del mio essere primevo
Bisbigliava incomprensibile
parole illeggibili
L'ho sentito
chiamare il mio nome
E poi
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| Dove vai, minuscolo goffo essere,
che pur senza artigli né scudo
scampasti a preistoriche ere
e ancor proliferi tra secoli di storia
macchiando il Creato d'orrendi delitti?
Laviche colate di sangue innocente
bagnano la terra e gridano
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| Più che la direzione, d'ogni vento,
avrei voluto capire le intenzioni.
Mentre mi guardo vivere e mi accado
(perché sempre accade qualcosa d'imprevisto)
tutto questo io possiedo,
dal puro- finto- legno di due scuri.
Un Mig e un
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Volo tra cielo e terra
pensando all'istante
che potrò abbracciarti...
al tuo sguardo di fuoco
i solchi del viso
i tuoi segni del tempo...
ai pensieri multicolori,
i nostri sogni irreali
le labbra colme di baci,
volo non ancora
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Come piuma di gabbiano dipinge la musica
la Voce che ha cantato il sogno
di un’estate al mare.
Ha la freschezza delle sorgenti limpide,
t’investe come una cascata,
ti sferza come il getto inebriante
delle acque gelide dell’Alcantara
sgorgate
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Il mondo
dove va?
Va in fondo al pozzo
insieme ai sogni dei bambini
che non giocano più con la
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| Come di piume,
acque di fuoco,
come di cinguettii
le dita flebili,
come di occhi
-fuoco- ardono nei fiumi.
Come d’arco le frecce
i silenzi sono sagittari
dalle cicatrici molteplici,
dalle mani pallide,
dai figli senza eredi.
Come di
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| Stai sul tavolo di cristallo con un monte di cose sgraziate,
più piccolo di tutto l'immaginabile. Ingestibile, qua e là
ci salgono tutti, s'appoggiano al bicchiere della morte
e sei minuto
più delle loro braccia comode ad
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| Sfoglia la margherita e guarda il film
di quest'oggi che si sfalda in ogni angolo,
tu umile proletario prestatore di braccia
di quei tuoi ideali ne han fatto una focaccia.
Cambiare verso per metterti alla gogna
tu infame prestatore hai appestato
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Tempo che scorri
porti via con te
il vigore degli anni
avanzi lentamente
a passi incerti
scavando solchi
su anime
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inutile nascondere quello che senti
stanca di tutto di tutti
perfino del tempo
inesorabilmente passa
dimenticando spesso la faccia
sempre corrucciata
non sorride mai
la stanchezza la trasfigura
rendendola antipatica dura
sembra una corteccia
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54 poesie pubblicate nel giorno 03/08/2014. In questa pagina dal n° 31 al n° 54.
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