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 Poesie pubblicate: 363’572Autori  attivi: 7’459 
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            | Angela FragiacomoLe 655 poesie di Angela Fragiacomo |  
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        | posto che possa soffrirne appena è ruvida pena il saperti
 - nero altrimenti
 
 tosto l'affondo dei denti, rastrella
 carne tremula;
 
 bestie da soma gli ammanchi
 al traino d'amore -
 trema la terra ai passanti
 trema la merla, nel
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        | cerco una parola nel bagaglio nel bagagliaio dell’auto che mi precede;
 
 noto (dove abbonda il tempo)
 che la base del crocefisso è un po’ consunta
 l’ombra fissa al suolo
 ci gira intorno
 
 guarda – penso a una bufala –
 mani bianche
 non lo
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        | - sabbia - dice; 
 la donna il figlio
 il fratello soldato
 
 con cura e precisione
 da giorni
 attraverso un senso a caldo
 
 sino a tacere
 l'acqua e l'acqua in mare
 - dai pesci innominabili -
 
 come il suo sguardo
 come ghiaccio che senza
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        | Pensare è un pensiero basso e fai bene tu che della barba al vaso, rose rosse
 indichi il cielo – guarda! – e già m’infilo:
 esco dalla testa, spingo dove posso un dito scalzo – dove riesco vengo
 e mi vieni incontro con fare nostalgico, di
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        | nulla di solito - così i piedi: prova schiacciante della tua esistenza, imperfetti e bianchi
 calpestio nudo - cucina letto cucina - non lascia orme sul pavimento
 tinteggi l’arrosto: perché di fame si tratta
 
 piedi; gesti avvolti in
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        |  | stasera mi toccherà la mano,
 mamma e papà m'han dato il permesso
 
 il brufolo si vedrà meno,
 che scarpe metto, il lucidalabbra
 i jeans, quelli là
 
 la prof d’italiano, oggi chiamerà
 ho studiato,
 capelli a
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        | ti farei bene ne sono certa
 stretta, a coprire spazi di quel delirio
 
 considera le mie braccia
 il mio corpo al tuo, il calore
 senza necessità
 
 considera il tempo senza tempo
 il silenzio colmo, la tua eco la mia
 il respiro poggiato nella
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        |  | di balene nel pozzo e maree da controllare in fase ascendente
 ma lei è luna ed io, io chi sono
 
 non ricordo e perdo il filo
 da intrecciare e poi dargli un senso
 cui appendermi per risalire
 pareti lisce, a strapiombo sul mare
 
 stanca
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        | Un gestouno spazio
 o che sia rimorso
 d'un bacio
 
 Nell'oblio non ho nome, né oltre
 
 Occhi dissero tutto, incantandomi
 in essi riesumai
 
 Eri nudo al mio cospetto
 un bisogno penetrante, t’arginai di braccia esili
 di cuore
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        | Un silenzionell'animo
 ingoio
 desio di un nulla
 incolore.
 
 Nella polvere
 muovo
 un gesto
 in prospettiva
 fuori luogo.
 
 A rilento
 scintillio
 sulla lama
 scheggia il vetro
 vibra l'aria.
 
 Campana
 infranto è
 il rifugio
 l'ultimo
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        | Tra le pagine di una vitatra le lenzuola del mattino
 di solitudine
 nel perdono lento
 cadenzato.
 
 Nelle lacrime trasparenti
 ristoro d'assenza
 accanto ai timori
 un passo dietro
 nella moltitudine.
 
 Nel cielo corale
 di rosso e arancione
 nella
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        | Lacrime lente e silentifluiscono dentro
 a lenire un cuore spezzato.
 
 Ecco come accade
 che si infrangano i sogni.
 Senza un rumore
 nel silenzio di un dolore stanco
 sotto il peso di sguardi muti.
 
 Una voragine dentro
 riscuote il suo
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        | Tienimi nel cuorein quei silenzi che tanto
 ti faranno male.
 Mi cercherai nel buio
 dei tuoi pensieri amari
 ricordi di quando ridere
 risuonava su colline e campi arati.
 Mai stanchi
 mai vinti
 mai sopiti
 desideri e umori accesi
 noi.
 Lacrime
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        | mi sto restaurando, tinta ceretta unghie devo smettere di cercarmi in alto
 (piuttosto in basso)
 dove ambiamo essere, al di sopra di ogni necessità.
 Una vespa entra
 rumoreggia a un palmo dal pavimento
 in cerca
 se ne va.
 Quale gola
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        | perché ho sempre qualcosa che macina la febbre del lebbroso e la paura
 di chi
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        | Perché insistete? Il senso compiuto non è cosa da umani:
 circoscritto in parole fedeli
 il pesce più bello fatica a volare -
 con ali d'angelo pinge il cielo e completamente nudo
 s'inabissa.
 Cosa sa, che non ricordo?
 Cercando
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  Invia un messaggio privato a Angela Fragiacomo. 
 
 
 
 
 
 
  
  
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        | amo l'otre concava del silenzio il cono di luce che infrange le scale,
 dove un uomo lavora
 toglie peso all'acqua e non se ne avvede
 
 galleggio nell'impasto
 
 amo la solitudine delle mani
 una a una mi riconoscono
 d'alcuna saggezza
 
 come un
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        | Che sconcezza la baia ha uno scoglio ferito
 mentre giuro fedeltà con la mia lima lucida
 il tempo sbianca la nuca,
 scuote l'ulivo dal frutto.
 
 È misteriosa decisione: traccio una ruga
 due, fino a illudere lo slancio
 con cui mi
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        | eravamo più bianchi come gigli impazziti
 più giovani
 
 non riconosco più
 le tue ali
 
 i tuoi nervi
 tesi nell'arco della fionda
 mirano al
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        | Non mi urtare con le tue cosce d’albero; non evacuo: ho ingigantito ogni mia sosta.
 Potrei eluderti
 potrei illudermi di trionfare una vita soltanto,
 per le ninfette calpestate dall’acqua, che le partorì.
 E se
 vendicassi, ogni respiro di
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        | do you remember the high school – the best – my little little face
 on town
 when snow still coming down:
 down white, then
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        | un vocabolario di parole così povero, così condito
 per misurarne la vita...
 ma se trovi quella giusta ti
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        | mi sento in forma questa mattina infilo l’ironia sul paesaggio dalla porta
 - quella a vetri
 rimanda la sagoma della grande ombra verde
 
 impegna...
 come un fardello che abbia già dato tutto e sia ora
 il benvenuto -
 
 m’inquieta la
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        | Non dormire, diceva la donna, non dormire, parlami. 
 Sembrò naturale. Finalmente la strada
 e con essa le chincaglierie: s'ergono sedute, ora
 a riposo. Finalmente. Finalmente le mani i fianchi le calze pulite, nascoste -
 
 vidi, erano gabbiani
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        | Scrivere per fare bene per compulsione per stare bene
 mentre
 di là
 aspettano
 qualcuno
 
 qui ci sono fotografie mi guardano, penne e fogli, luci ingannevoli
 - non so il tempo fuori, sarà sole? –
 c’è il mio stomaco
 
 gonfio,
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        | Parlare trasfigura.
 
 Ti sei accorto che non porto rossetto?
 No, certo. Non ha importanza alcuna, l'attenzione.
 Ad altro.
 Poiché le
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        | Pallida ipocrisia d'ipocrita, il pianto ubriaco.
 Bambini nudi per le strade du Cristo Redentor come chicchi di riso bollito
 cadono a terra, invisi
 Si spazzola presto al mattino, si fa limpeza das ruas.
 ancora
 ancora le truppe
 ancora cresceranno
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        | posso farne a meno, sai? gettò la ventiquattrore dal finestrino, striando il cielo di verde -
 schizzò sulle strade sfiorando passanti
 come cortecce sfregiate dalla sega del padrone
 - le buganvillee così buganvillee
 le
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        | si può ch'io prescinda da me?
 buona e matura – oh poesia, mia vergine
 di tutte le volte: tu!
 
 - si fottano! -
 non dovrei esser così dura
 il corteo di piccole parole in fila;
 
 non posso prescindere dalla scimmia
 che mi
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        | ah, eccoti - rullo di tamburi! - domandami di noi -
 Minerva,
 
 non voglio parlarti. Ascoltarti
 come corvo che torna sul ramo. Guardami, e rendi i miei abiti allo stolto
 cui fa orrore nudità -
 dico guardami! dal tuo albero. Sono? Muovo, di
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            | 655 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
 
 
 
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