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♦ Romolo Scodavolpe | |
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Maggio 2025 |
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Deadmanwalking
Le 22 poesie di Deadmanwalking
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Giugno
di consunta primavera
nel lento intessere del sonno
del gatto e del vento
occhi ammutoliti alla noia
sulle rade
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Nei vicoli mai scordati
della mia esistenza
i muri scalfiti di salsedine
richiamavano il coro platonico delle onde
e la città decantava nei tini
e nei saggi singhiozzi dei volti stantii
il vecchio cacciatore di stelle
sedeva sul gradino
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Si fermeranno i battiti
nella clessidra del nostro tempo
e i riccioli del giorno cadranno
come stormi di uccelli ingannati dal vento
in quella cortesia fra leoni
nella savana del tuo silenzio
con sciami di nubi sorgerò
a masticar l’umido
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una rosa
solfuro fragore pungente
per tacere un istante
di narici
a osare grida senza urlare
se mi guardo al buio ora ti somiglio
e se fossero le spine
quel riccio di spilli in letargo su te
il pettine increspato sulla pelle
la ruggine che
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Tu che trascini il primo sole
strisciando dai bordi della notte
e anneghi un grido succinto
nella gola del mare perpetuo
si può morire ora
incatenati come figli di un miraggio
ai tuoi raggi ancor socchiusi
tremanti sibili del
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Alla deriva
nel mare senza una gamba
senza un’onda di spuma da bere
per far ruggire la mia sete
anche nelle orme asciutte
delle tue rive dimenticate
il sole ammaina i suoi raggi
e le stelle osservano
con occhi spalancati
scheletri di nuvole
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Ho un solo ricordo
per tutto quello che ho disperso
nel formicolio logoro del pensiero
per quelli che più non trovo
nei microcosmi alveari del mio tempo
e abbottono i miei occhi nudi
alle asole di nuove primavere
quando il maestrale
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Volterò le foglie
della vite
che riso di bacco galleggi
tra le bocche salve dal vino
e di labbra intagliate
sotto le vesti del rosso porpora
intuirò solo le spine sul telaio del viso
che pare esistere per splendere d’ombra
o per
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Risuonano nitide meridiane
l’amore commuove e tace
a volte rido dentro una gabbia
il silenzio mi secca la gola
nei giardini d’argento tra le umane stoviglie
impilate nei raggi spenti dei giorni dimenticati
nel mio anello che non indossa l’
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Susanna sapeva volare
perpetua dell’esile ramo
col suo maglioncino color autunno
e un treno per scompigliarle i capelli
talvolta frusciava nell’occhio del cacciatore
senza scuotere le tempia per un fugace pensiero
una breve brezza quasi
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Gioia umiliata
da cravatte e sorrisi
di seta annodati a caffè
e fumo che insinua le forme
di costole e archi ruggenti nel torace
di edera e anche arrese a cavilli silenzi
racchiusi in un grido forgiato di petali
chini a steli di mani
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Deadmanwalking.
la tua incoscienza
m'assedia infausta
la neve arde nei camini
si scioglie il rimmel delle stelle
e io perduto
nelle tue ciglia filigrana
sottili virgole negli occhi
sulle labbra il sudicio vuoto
dei giorni dal freddo screpolati
e io
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cade
bianca e severa
l'imparzialità di Dio
in questi fiocchi spumosi
e s'accalcano come odiose donzelle
dai
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padri e figli
fradici di strade
sotto una tunica di nubi
coagulano drammi che scivolano ebbri
pane e vino
come ardere sull'erba secca
nella neve prima del manto salato
se verrà greve spiccheranno il volo
la terra ha zigomi di
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incagliati tra crine di parole
mostrando il fragile grido
tra i fiamminghi clamori
di trasudate emicranie
la notte a irridere
l'acido amore spiato alle persiane
rugiada rosa
talvolta una carezza squarcia il foglio
madre con il manuale di
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ti ho visto morire
con sei gocce di sudore
travolti nella nebbia
quasi in uno strappo di fumo
come il velo di una sposa cieca
forse oltre
uno scialbo azzurro
l'ira delle ortiche
sul tuo corpo accasciato
e i tuoi occhi ora pigri
nel buio che
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per chi dorme d'inverno
tra le putride cicche dei giorni spenti
la brina sulle falangi delle stelle
graffia sul marmo come un disco d'altri tempi
piangono gracili vene di gennaio
il sangue è ora muschio che s'annida sotto i tacchi
mentre
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oggi
mi son bastati tre gradini
per guardarti sorridere
dietro l'uscio dei tuoi occhi
dove prima le locomotive incendiavano
vi è un cerchio di bambini
con le bermuda di legno
il fumo
della sigaretta sul tuo collo
si snoda come un
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viaggiare
con la fatica visibile dei passi
sotto lo scrosciare della pioggia
o su influssi di leggi e fisica
semplicemente due sponde legate
la gente siede volgare
sui disabitati affanni storici
ora arroganti
ora scomparsi dietro un vicolo
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Donna dove sei?
hai attraversato i cristalli di naica
prima delle ombre pietrificate del silenzio
e l'impronta del tuo sorriso già annega
con i miei occhi in questa striscia d'inverno
donna dove sei stata?
la vecchiaia degli alberi
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22 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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