È fuoco che arde,
la voglia di lei,
divora di dentro,
la dove non sei.
Ne paglia, ne stoppa,
di carne e di sangue,
di cuore, polmoni,
di mani bramose.
Pensieri infuocati
d'eteree passioni,
incendi m'avvampano,
ed
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Tu sei acqua,
impetuosa nel tuo letto,
s'irrigano di te
coloro che avvicini.
Abbonda in te la vita,
che appaga chi disseta,
mentre travolgi tutto,
nel correre il tuo viaggio.
E infine dunque giungi,
la dove io t'aspetto,
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Gioca alla vita.
così come viene,
meravigliosa,
comunque t'accada.
Sii sempre felice
ed ama il creato,
sentiti parte
del gioco di Dio.
Rendi felice,
chi ti s'avvicina,
trasmettigli l'arte,
della felicità.
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Ecco, finisce un amore,
ti strazia, t'avvilisce,
ti rende un po' più duro
ma intanto si finisce.
Finiscono i progetti,
che l'hanno sostenuto,
i sogni irrealizzabili
e quelli realizzati.
Non c'è più nulla ormai,
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Ma che vi celebro a fare,
quando voi siete la celebrazione?
Voi siete il cielo,
io l'aeroplano,
siete l'oceano,
io il pesciolino,
il grande albero
ed io il germoglio
siete le stelle,
io un piccolo uomo.
Inarrivabili,
viste da
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Che strana società,
dove si incontra il povero
vicino all'improperio
fatto alla povertà.
Finitasi la vendita,
è tutto da buttare,
banchi gastronomia,
divengono rifiuti.
Meschina la commessa,
non grava su di se,
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Non mi nascondo,
anche se, a volte,
le pieghe del tempo,
si sovrappongono
sopra di me.
Una coperta un po' corta l'età,
anni passati o giorni a venire?
Tirala, lasciala, prendine un po',
non copre mai abbastanza di me.
Vita
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Non ditemi parole
che non vorrei sentire,
dottore, glicemia,
pressione galoppante.
Lo so, oramai, la vita,
presenta caro il conto,
ma che ci posso fare
con questi cinquant'anni?
Sono passati senza
che io mene accorgessi,
mi son
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Portati il cuore mio,
come tua spoglia,
io non saprei che farmene,
morrei nel contenerlo.
Tienti i miei baci, i fremiti,
di questa mia passione,
il desiderio atavico
d'aggrovigliarmi a lei.
Brucia nel fuoco
tutti questi scritti,
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Immigrazione
Credo che non vi sia,
salvo alcuni casi,
qualche progetto dietro,
più grande del bisogno.
Il fatto è che mancando,
l'equa distribuzione,
dove ricevon meno,
non restano a guardare.
Colpa delle frontiere,
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Essere innamorati è un dono,
non tutti lo ricevono,
però, all'amore,
occorre quotidianità,
quel giorno dopo giorno,
di gesti e di pensieri,
che rendano chi ami,
più grande nel tuo cuore.
Un dono ricevuto,
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Sii tu, il primo innamorato di e stesso,
sappiti perdonare quanto basta,
per non recarti danno e intanto
riconoscere e correggere gli errori.
Trova momenti tuoi, in cui guardarti dentro,
chiedendoti che cosa, potrebbe migliorare.
Sii
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Hanno lottato, a lungo, duramente,
vinte battaglie difficili, pesanti,
per ottenere diritti, oltre i doveri,
dare lavoro e certezze ai propri figli.
Di tutto questo vediamo oggi lo scempio,
nulla rimane di ciò che han conquistato,
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Quanta vigliaccheria in quel gesto,
che rende troppe vittime e di più
di giorno in giorno.
Femminiciidio,
persino la parola suona male,
colpevoli i frustrati senza nulla
perché svuotati son d’ogni valore,
privi di senso e senno mai
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Come lo esprimi tu l'amore,
esternazione d'un concetto,
che presso te non trova albergo?
Dire ti amo è assurda velleità,
non estendendo a un gesto l'asserito.
Gesti che faccian parte della vita,
come un abbraccio, un bacio,
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Infradiciato dalla vita,
zuppo nell'animo avvizzito,
colgo l'altero nocumento,
che mi sovvien pensando chi non m'ama.
Fossi tu sponda del mio mare,
travolgerti potrei, d'immensa onda,
ma non ti so nemmeno avvicinare,
dato che stai la
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Come potessi al fine,
tirare un resoconto,
la somma conclusiva,
dei t'amo d'una vita.
Amore troppo detto,
per poco consumato,
troppo affiorato a pelle,
per essere più amato.
Tu, che m'hai detto t'amo,
in fondo così
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Se ti potessi dire
eternamente amore,
darei alle parole,
suoni d'orchestre
e assoli,
di vento,
d'acqua
e fuoco
e della Terra tutta,
farei mia testimone.
Potendoti abbracciare,
per tutto quanto il tempo,
farei di te il mio sole,
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Senza fardello,
nemmeno un ricordo,
nulla di utile
che occorra adesso.
Tutto si liquefa,
pure il pensiero,
diviene instabile,
fluido, irreale.
Evanescente silenzio sovrano,
che nell'immobile, immobile stai,
attraversando di questa
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Per quanto mi costi
notevoli sforzi
e questo io faccia
con seria intenzione.
M'accorgo ch'è vano
lo sperequo impegno
proteso ad illudersi
di render poesia.
Mi rendo partecipe,
al sentir comune
che ignora e bandisce
dal
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Piombo nell'anima,
vivere pesante,
ogni ispirazione,
ogni lacrima,
ogni istante.
Solo rimasto,
mesto, addolorato,
condotto all'essere
medesimo a me stesso.
Incatenato
e rinchiuso nella gabbia,
questo mio cuore,
che impavido
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Sembra si fermi il tempo,
mentre cerco la trama
di quanto mi s'addice
volervi raccontare.
Attimi rallentati
da sprazzi di riflessi,
passano senza fretta
nel render ciò che scrivo.
Costituisco sponde
all'impeto maestoso
del
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Cerco, scrivendo,
lo sfogo all'amarezza,
che dalla solitudine,
mi sale nella gola.
Niente da perdere,
di questa vita vana,
restano briciole,
d'un pasto ohimè frugale.
Tanti ricordi,
momenti in cui credevo,
avrei potuto
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Non voglio tu mi giudichi,
perché non voglio farlo,
non voglio tu mi menta,
perché ti dico il vero.
Non voglio dir non voglio,
perché vorrei che tu,
dicessi a me che vuoi
che io possa volere.
È questo che
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Urli sovrastano irte montagne,
forti rumori feriscono il vento,
rombi che scuotono costanti ogni dove.
Sentire ovunque, nella vibrazione,
respiro intenso e fluente di vita,
battiti d'ali di foglie cadute,
raggi di sole su vette innevate.
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Scompaio piano,
avvolto dalla nebbia,
istante dopo istante,
sinché non sarò più.
Come una luce
in un oscuro mondo,
da cui ogni mio passo,
comunque m'allontana.
Potessi stare fermo,
fissato ad osservarla,
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Costretto a questo vivo,
senza reiterazione,
spoglia non trafugata,
d'un devastante amore.
Osservo sconsolato,
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Come possa coprirlo,
con un velo sottile,
non m'è dato saperlo,
solamente ch'è ostile.
Il dolore
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Come se all'improvviso,
ci fosse un grande muro,
ad impedirmi stoico,
l'accesso all'altra parte.
Nessuna
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In quanti siete, da quella parte,
voi che leggete, che come me,
colto il coraggio, potete affermare,
"io sono stato buttato via".
Preso il pacchetto, giocato il gioco,
soffiato il naso, nel fazzoletto
per poi buttarlo, un po'
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