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Massimiliano Zaino
Le 1198 poesie di Massimiliano Zaino
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Trilla il grillo brillo di Notte,
brilla l'astro lilla nel ciel.
Trilla il grillo pell'erme motte,
brilla l'astro spilla di gel.
Soffio di vento sul violino,
sul liuto di questo cantor.
Soffio di vento sul meschino,
sul sogno frequente
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Dodici tocchi. Dodici lamenti.
Dodici tormenti sul letto del cor.
Terribili saranno sempre cruenti
sempre frequenti questi sogni d'Amor.
Risòna la Notte a mezzo temprata,
risòna pell'aër un cieco furor.
Perduta nel sonno, o mia
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Com'è bello e dolce il canto del cigno,
fluisce sull'acque che bacia solingo,
cammina sul folle soffio de' venti,
parla di speme, denunzia tormenti,
soffoca pell'aër un cenno d'Amor.
Quale Fato ha marchiato la sua bocca,
quale
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Come ride la rosa
rossa nel dolce stelo.
Sul mio core si posa,
dal mio cor scatta in cielo.
Come brilla tra i nembi
il Sol che bacia i campi.
La Natura ha più grembi:
uno colmo di lampi,
uno pieno di foco,
l'altro ricco d'Amor.
Io canto
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Sui nembi del cielo Amor t'ho cercato,
sui limpidi sentieri del caldo Sol.
Sui nembi del cielo non t'ho trovato,
sul volto del Sole non era tuo vol.
Sulla viscida terra di te ho chiesto,
sul verme squamoso che brama strisciar.
Sulla viscida terra
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Sull'onde si culla la bianca Luna,
il mar della Terra è speglio degli Astri.
Lattea luce invade questa laguna
perduta nelle fresche acque del sospir.
Vò errando per questi antichi pilastri,
pe'i vestiboli cadenti del porto
che un
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Viene ora la notte mezza
che pell'aura vòl gridar.
Questo Sole che si spezza
vola dunque a riposar.
Tanto corto m'è sembrato
questo giorno che finì.
Io meschino e sconsolato
non so più restare qui,
ove'l mondo sembra
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Son viandante che in contrada
or silente me ne vò.
Ma infelice sulla strada
il mio cor s'affaticò.
Son straniero in questa terra
ove afflitto sempre errai.
Ove volgi in tale sierra
tu'l credi ma non lo sai.
Son gitano che in
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Io possente, tu sgualdrina,
quest'è ver è strano Amor.
No, non può la ghigliottina
separar i nostri cor.
Cedi... cedi a Buonaparte,
cedi orsù in un balen.
Là nel Cielo pure a Marte
scopre Venere il suo
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Dall'istante ond'io leggiadra vi vidi
vagar contenta e pia per queste stanze,
dall'ora ond'io vi contemplai tra i gridi
saltellanti delle festose danze
attesi quest'estasi ch'or si svela;
e cosa il cor mio in mosso petto anela
sarà
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La bella biondina sen va al ruscello
di fresca rugiada la rosa a bagnar.
L'allegro usignuolo dall'arboscello
in solitaria quiete sta a cinguettar.
Ma quel fiore che nell'acque ella immerge
non è per me che quel fior sempre anelo,
né
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Sull'ale del vento,
sul crine del sol
il bel torneamento
ormai spicca il vol,
piaceri d'Amore
e gioja e desir,
diletta del core
e d'alti sospir,
tempesta che freme,
che dolce sarà,
il sogno ora geme,
ormai finirà.
Tu, Musa
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Sull'onde fresche d'Oceano lontano
a lungo volsi il ciglio del cor
mesto... piangente... solingo ove vano
gridò un sogno perpetuo d'Amor.
Sulla salsedine dell'onde inquiete,
speglio de' nembi che fûr lassù,
stetti
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Il Sole
bacia le sabbie
di quest'aspro
deserto.
Sta ardendo
la fresca palma
in quest'oasi
solinga.
Il Vento
debole soffia
sulle dune
d'un confuso
miraggio.
L'acqua ora
non ha più gole
per gridare.
Moriremo
di sete,
tutto
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Sognai sull'onde folli
di portentoso mar
imago dolci e molli
che vollero danzar.
Sognai in Notte irrequieta
là, tra gli astri del ciel,
fanciulla bella e lieta
che toglievasi il vel.
Sognai; e m'apparve allora
la bionda Musa
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Dormi, Notte! Dormite, astri del Cielo!
Placate il sospir vostro, o sogni miei;
e concedetemi che in questo gelo
d'un sogno io rivegga lei che perdei
alle luci primiere
di quest'alba fatal.
Spirate, bei nembi! Fermati, Luna!
Doma la corsa tua,
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Invia un messaggio privato a Massimiliano Zaino.
Batte la pioggia cadente dal cielo,
batte e s'appoggia sul ventre del suolo.
Rugge furioso il lamento del gelo,
rugge e glorioso è il tormento del duolo.
Soffia meschino l'alito del vento,
soffia e il Destino s'immischia al suo
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Ascolta nella notte,
ascolta, damigella,
odi; e dimmi se a frotte
senti vagar rubella
l'ombra de' miei sospir.
Guarda nel cielo fosco,
guarda, Genio di Musa,
mira; e grida se'l tosco
dell'Amor mio ricusa
e ti lascia soffrir.
L'upupa canta
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Infuria il vento.
Si lagna il Don.
Sen vola lento
dell'eco il son.
Ove mi trovo?
Chi mai son io?...
Forse mi mòvo
in fosco oblio,
forse per colpe
lontano andrò.
Umil, non volpe
qui non sarò,
ma sarò assente
qual
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Bell'iri del cielo, bianco fulgore
di melanconica Luna e di Stelle.
Poscia la tempesta questo bagliore
bacia del suol l'erbe, e de' fior la pelle
che novellamente sen va a sbocciar;
e questa Notte sublime che canta
la voce de' grilli, l'urlo
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Sento che sono polve,
e fango, e fral saliva,
miseria del percorso
delle stelle, corriva
alma d'aspro rimorso
o nostalgia esecrata
della Vita che fu.
Sento che da' palpiti
e da' sospir dell'ore
fugan repente e speni,
e gaudio, e gioja e
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Vedi, orbe, venir dagli orizzonti
le balde fiamme della vitrea guerra?
Tòna il cielo. Cadono i colli, i monti,
spiran col tosco i fiumi della terra.
Guarda! Ridendo Satana s'avanza,
in sue mani catene pegli schiavi,
urla; e'l peccato suo
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A terra!... Prostrata a sorte corriva,
supina nel singhiozzo del dolore
ella gemendo... gridando soffriva
supplice ai nembi, al Cielo dell'Amore;
e nello strazio ultimo delle lene,
aspre onde d'un Oceano di singulto,
il seno battendo urlava alle
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Amore infinito,
Amore d'un uomo,
Amor che smarrito
ristori l'atòmo.
Ave! Dolce sire,
ave! Allegra rosa
che il caldo desire
ispiri alla sposa.
Ave!... Ave!... Ave!
Ave, Amor... Amor che diffondi
pell'aër della Notte il
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Lido citereo del miceneo istante,
arena calda dell'acque dell'Egeo
che l'orme mostri e pur l'essenze sante
dell'alta Diva onde ardente mi beo,
se quel corpo d'ambrosia, al Sole ignudo,
e quel volto biondo, labbro dorato,
son di lei che
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Trilla, fischia
urla il vento.
Or s'immischia
lo sgomento.
Canta, sona
l'eco oscuro.
L'ora nona
copre il muro.
Viene, ansima
notte cieca.
Lì spasima
stella bieca.
Urlo... trillo
sì ferale!
Piange il grillo
stral
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Brilla, riluce d'Orion l'alta forma,
Empiro d'Egitto, Patria de' Re.
Splende, favilla e lento segue l'orma
l'astro ridente che il Nilo rendè.
Lapislazzuli dipinti d'argento,
coralli, diamanti splendenti d'or.
Dalla chiatta s'alza
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Trema! Tetra terra che truce temi
l'ignota forma, ombra dell'avvenir.
Piangi! Spargi singulti ora che gemi,
lagrima sull'alito del sospir.
Fischia! Fisso salto del sozzo vento
che su'i campi spandi morte, dai orror.
Strozza! Schiaccia lo
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Padre celeste
del Cielo eterno,
delle tempeste
spiro d'inverno,
Padre de' nembi,
de' fondi mari
acque dai grembi
de' tuoi altari,
aër di vera,
brezza marina,
Voce sincera,
Stella divina,
Tempo presente
che fugge indietro...
Tempo
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Danza, danza
dolce dama,
danza, danza
bella sposa,
lui che t'ama
una rosa
presto o tardi
ti darrà.
Canta, canta
bel violino,
canta, canta
gaudia lira,
follie e vino
con voi gira,
caste labbra
baceran.
Dormi, dormi
Notte
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1198 poesie trovate. In questa pagina dal n° 961 al n° 990.
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