 | IO SONO MIA X...
Io sono mia, gridavano le femministe
sommerse sovranità
scalpitavano su tacchi bassi e occhi innalzati.
E dopo trenta anni di pensieri febbricitanti
dopo lo spartirsi del maschio
metà per uno
e lo sfaldarsi dei
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Sei come il mustang indomabile
che rifiuta d’essere imbrigliato.
Sei libera come il vento
che accarezza i fiori dei cactus.
Sei come il candore di un campo
che aspetta la luce del giorno
per esibire i suoi germogli.
Sei l’eco di una
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Sogno di volare
tra le tue braccia,
aquiloni che sfidano
il respiro del vento
alla ricerca della libertà.
I colori variopinti
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La luce ti accolse... era la vita
l’hai seguita
donando vita a esseri simili a te.
Nel cuore avevi la gioia,
negli occhi la speranza di uno spazio infinito.
Sei come un fiore da sfiorare
rugiada che brilla alla luce del sole
la corolla che
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Le schegge impazzite
della mia follia
lacerano il mio spirito.
Sono ancora vivo.
Il plotone d’esecuzione
non ha ancora
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Canta nell’universo
qui ... sulla tardiva foglia di mare
conquistando la luna
tra parole non dette
e musica del trepido
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Volti mascherati
sfilano in allegria,
velando miseria, stragi, e dolori.
Stornellano,
danzano a più non posso, nell'euforia
calpestan al vento, fumo
e arrosto.
Coriandoli
lanciati verso il cielo,
si confondono con i bagliori delle
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 | Senza di te
il mio cuore sarebbe
un vulcano spento,
i miei sogni degli incubi,
la mia vita priva di colori.
Sei tu, la mia primavera,
il sole che riscalda
la mia malinconia,
il fiore più prezioso
del mio giardino d’inverno.
Senza di
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Nuvole di terra
come acqua
ondeggiano in cielo,
nell'intimo tribale
del mio vangelo.
Rapace d'emozioni
ascolto il suono che batte,
cavallo volante il sole
che nell'occhio si dilata
e di colpo divora
ed inghiotte.
E' danza che chiama
la
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Dimmi come fai
a toccar corde
che non sai
e neppure io conosco,
tessendo arpeggi,
invisibili aghi
di setosi fili,
tesi
ad accordar distanze
tra le dita del cuore
e dell'anima
i sensi.
Dimmi dove vai
quando,
poggiate le mani,
pura
ti
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Ti ucciderò
per portarti in vita,
spezzando funi
gravitanti il peso,
rigettando in mare
le perle che, meritate,
credevi in dono
per sì donarti l'oceano intero,
la ricchezza di un suolo
ancora vero.
Terra
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Come saprei
incollarti gli occhi
ai miei,
in quel fremito
che non sa di labbra
solo,
ma di ogni nuda
pregiata ansa.
Come saprei
saziare i silenzi
tra le sopracciglia tue distese,
spazi
tra un granello di sale e l'altro
al battito in
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E mi guardi
di uno sguardo che
non sa di silenzio,
intriso
di turgide penombre
adagiate sul petto
scava
il rattrappito respiro.
Mi guardi,
lieve sussurro di palpebre
rivelanti ciò che
spuma il sangue,
calore
d'un pensiero
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Ti prego Babbo Natale
non voglio pupazzi di sale.
È vero! Sono birichino
ma sono tanto piccolino.
Voglio solo colorare,
il mio mondo disegnare
con la mia vivacità,
l’allegria, la libertà...
Se vieni con la tua renna
portami una bella
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Vola l'aquila maestosa
sopra vette dalla bianca chioma,
manto d'ombra l'ampie ali distese
e un nobile scrutar sulle discese.
Dell'uomo non conosce la catena
libertà è la sola sua dottrina,
giù nella valle rimane
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Rimodellate anime
d'uccelli a guisa,
esulando limiti
avvinti spaziano
in cromatiche sensazioni,
godendo
d'un piacere sensuale
di saper esser vivi
di poter amare.
Trattenute mani
in un intreccio
nel ricrearsi dentro,
sono petali di rosa
i
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Infuocati tramonti,
squarci di brace
tra nuvole fluttuanti
come criniere al vento
di cavalli selvaggi,
liberi,
lanciati in galoppo
tra la spuma del mare
e schizzi di umida rena.
Indomito Sole,
incandescente,
apri spiragli di sereno
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 | T'arravoglio
dint"a nu' surriso,
cercanno 'o mare
add' o ll'acqua nunn'arriva,
è penziero chesta vita!
Puortame
là dove t'aggiu ncuntrate
dint' a nu' suonno,
si tu,
carute dint'o core mio
t'aggiu spustate
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Segue lo sguardo
bianche onde che si rincorrono
agli angoli del cielo.
Non fa paura il tempo
nell’immensità di quel mare
che plana sulle amarezze della terra.
Non mi fa paura il vuoto
che alimenta le angosce
ed il vento che m’accarezza
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Dove sei oggi?
In che parte del mondo farai sbarcare i tuoi sogni,
amico vagabondo che mordi la vita
come un frutto succoso?
Addenti la polpa fino all'osso
e succhi anche la buccia
perché neanche una goccia
vada dispersa del gusto
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Miraggi a venire su occhi imploranti,
omertosi silenzi nel solcare onde
s’avvedono speranze, soffocati respiri
su dondolanti carrette... stracolme,
sponde cercate al destino.
Un mare, un mare di libertà,
un inseguire con affanni gli
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"Ieri":
Pareti d’acqua
e caldo tepore
nell’ovattato
mondo.
"Per poco":
Un raggio
di sole cocente
sul viso.
"Oggi":
Pareti d’acqua
fredda e grida
che non puoi vedere
e
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Nate non sempre tra la considerazione
ignare anime giunte a popolar
un continuo caos...
Petali neri di iniquità spacciati
da tutori dal sorriso persuaso.
Pensieri leali sull'ellisse della vita,
osteggiati da spinose siepi
dove l'alba
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 | Voglia di sognare,
viaggiare verso spazi infiniti...
Lascio alle spalle
maestri mistificatori che usano
ritornelli di vane parole,
vegetano nella palude dell’ipocrisia.
Flash di ricordi
affiorano alla mente, aspirano
pillole di poesia per
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Seppur ogni cosa
lenta cammina
verso una meta,
difficile trovo l’accordo
con la sorpresa
che spesso ogni curva
rivela.
Saziate tasche
di testate all’esistenza,
di sguardi oltre
il rincorso infinito,
cerco
quel timido respiro
così
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Come mai riuscirà
un sax
a dilatar nella mente
i pensieri
sconfinandoli oltre le pareti
e quei violini
che arpeggiano col mare
come fossero il suo stesso
infoiato parlare.
Come mai potrò riempire
il pozzo
scavato dal battito
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Identificati da un cartello di speranze
partenze e saluti ondeggiano
tra corpi vibranti e volti incerti
mani si toccano fondendosi per l’ultima volta.
In viaggio con la fame d’aria
dentro lo scomparto chiuso
ansimando
abbassando finestrini e
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Disdicevole
è agli occhi dell’uomo
il grido scomposto,
essenza colata
sparsa dall’anima
liberata
da perbeniste invisibili
catene.
Scende il pazzo
dalla giostra al volo
sbandierando il lecito negato,
un fiammifero dietro l’altro
al di
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Se rivolgo il mio incanto
Alla luce che irradia,
Il buio gorgheggia dal pozzo.
Se ammalio il mio credo
Solo con simmetrici confini,
Razzolo nel pascolo di mille sovrani.
Se unisco il canto libero
All'albero che sfiora il cielo
-e lo sfiora
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