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Duilio Martino
Le 578 poesie di Duilio Martino
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Perso... ed è un vero strazio aver già perso
uno sguardo che ha tinto il mio cammino
silente ascesa verso un cielo terso
penetra l'anima l'acuto uncino -.
Affamata di polvere e di sangue
la terra che pestiamo ci
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Proprio io,
io che mi nutro di parole,
ho frantumato tre giorni e le notti
- inutilmente -
ad intrecciare parole
per dire:" forza... coraggio...".
Cos'altro potrei dire, senza inciampare,
- occhi negli occhi -
volgendomi ad un
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Babbo natale s'è fermato ad Eboli
e Befana è attaccata ad una flebo;
solo Gesù Bambino dalla croce
disceso in terra ad ascoltar la voce
degli agnellini; Fedro ha dato sebo
insieme al grano al lupo per placebo;
s'è
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 | S'apprende, sprofondando nell'inferno,
a carotare roccia per sfuggire
quando le tenebre t'han posto assedio
estinguendo la luce d'un sorriso.
Come nel pieno dell'inverno, sogni
un sole tiepido che scalda il viso,
così, quando sei
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Non è banale fare una nazione
evitando che il potere poi diventi
monopolio di falchi che al balcone
soffiano fiato sulle fiamme ardenti.
Pare la storia scritta dall'azione
di "papi" e altri perfidi potenti
che hanno di sangue
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 | (Il tratto d’un popolo lo scrive la storia!
Sfuma la memoria se impera ignoranza...
labile e leggera come anche la gloria
la divora il tempo se regna arroganza).
E migra la moda, lo stile, il buon vino,
rosso maranello, la classe
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accade...
qualche volta la lancetta dei minuti
eclissa quella delle ore
- non
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 | Sarà perché son io
o perché forse non so farlo
- ma credetemi-
decriptare il silenzio non è il cruccio
che mi consuma come un tarlo.
Uno sguardo può urlare strazio...
l'omertà veste la menzogna
e tace il
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Impagabile...
un vero spasso osservare mio padre
affasciare ramaglie
- ginestre i lacci -
coi ciuffi di felci
e sterpaglie poi sagomava il pagliaccio.
Camicia rossa e neri calzoni
sul capo
- esumato da mia madre -
un berretto d’alpino un po’
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Flebili stelle a illuminare il cielo
lucciole pigre che sembrano oziare
tramato il manto con puntuale zelo
resta all’inverno poco da imbiancare.
Anche l’abete argentato nel gelo
guarda impettito laggiú sopra al mare
una nube che stende il bianco
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 | Baluginanti luminarie ed ori
dentro teche addobbate degli empori
derrate tra i trastulli orripilanti
frivole nel bistrot voci d’astanti.
Tra le alchimie magnifiche proposte
natività non noto e ben composte:
stonino pare nel sontuoso ordito
la
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 | Forse è l’ambrosia a dare forza o il vespro
che sparge sangue sul celeste velo...
si fa vermiglia l’aura e sveglia l’estro
e la brace dell’astro accende il cielo.
Forgia e ti strega il borgo, gran maestro
ben presto in alma scrive il suo vangelo
e
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 | Colgo il silenzio
ancor prima delle timide parole...
larve i pensieri in metamorfosi
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Ho i piedi gonfi
segnati dai tizzoni ardenti
sui quali troppo a lungo ho camminato
e non dan pace
i turbolenti ologrammi
proiettati nell’antro della mia ragione.
Le unghie sono nere
abrase dal catrame metropolitano
ho bucato con gli occhi
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Agli aridi tecnocrati e baroni
deliziose porzioni
di chiose pungolanti porgo in rima
a motivare l’acide razioni
mi spinge tra ragioni:
pulire l’olmo dalle larve in cima.
Appollaiati condor e grifoni
le volpi alle Regioni
morse da fame molto più
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 | Ti conosco notte!
So bene della subdola latenza
nella ingannevole quiescenza
d’ombre ritorte...
che raschiano sul fondo dell'anima
e dalla botte cacciano le scorie
che graffiano il cuore.
Conosco la corposa opalescenza
dell'inchiostro in cui
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Duilio Martino.
Indirizzo personale di Duilio Martino: duiliomartino.scrivere.info
 | E' crudele la vita
stava per scivolarmi fra le dita
ma forse fu Fortuna
a vomitarmi su questa terra bruna.
Sul podere che dici maledetto
scorsero rivoli di sangue
di noi che frugoli
morivamo di fame
privi d'un decoroso tetto
(disse ancora
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 | Non v'è pietà per voi ch'avete schiuso
la botola del baratro infernale
sacrificando l'uomo con sopruso
sull'ara rovinosa del globale.
Burocrati e statisti in un refuso
gozzoviglianti in eden tropicale
funamboli e maghetti
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 | In assenza di brezza ho navigato
bruciando forze
nella scottante quiete della notte
e soffiando incertezza
su di un misero fiocco issato a prora.
Dentro snervante piatta
ho costeggiato spiagge desolate
a ridosso e annusando
uno sputo di
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 | Appaga i figli
l'immagine riflessa dal ciglio paterno;
rende speciale un pasto abituale
il grembo materno
- colostro e battito vitale
danno sostanza ai non maturi gigli-.
Per ogni tempo un appropriato pasto;
ciò che sembra normale la
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 | Non cercarmi nell’ammorbante ricamo
di parole ora
che l’anima soggiace all’inverno.
Non cercarmi nella malìa di lemmi
sussurrati o nell’eco di note discordanti
in una macabra ridda
d’ombre dei ricordi.
Non cercarmi
nell’idrogeno liquido
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 | Vorrei mutar l'ordine delle cose
pregnare il "bello" d'ammorbante odore
al dolore il profumo delle rose
sottrarre a spose effluvi dell'amore.
Dare alla notte tinte più radiose
il sole spegnerlo abbrunando aurore
alla morte
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 | L’impeto della pioggia
lo sorprese sui colli carunchini
i cumuli sospinti dalla brezza
occupavano il cielo
ed adombrando i verdeggianti poggi
spruzzavano la pioggia sopra ai pini.
Non fu "Rosina"(l’asina)
a far salire la preoccupazione
quanto il
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 | Il sole bacia Maja e al mattutino
sulle guglie le adagia aurate spoglie
la valle si rischiara e al ponentino
cominciano a tremare verdi foglie.
Si sveglia il borgo e i coppi accarezzati
mostrano – austeri – un intenso rossore
l’albore spegne i
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 | Ben sai di guerre tu
dentro la statica trincea t'esalti
t'infervora il fragore di battaglia...
"solo gioco" pensavo
frattanto strategie organizzando
sbrigavi ogni dettaglio.
Fortificavi il fosso
oblio svolgendo respiravi il
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 | Trincea dura
presidiata da logori soldati
è un fronte aperto sulle austere alture
sentinelle del tempo sui tratturi
manipolo d’eroi
i capri predestinati.
Retroguardie sacrificabili
abbandonate in fondo alla pista
mentre le truppe marciano a
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Ancor si tornerà a scannar maiali
nel gelo dell'inverno sotto i monti
scorrerà sangue lungo antichi viali
i nuovi briganti mineranno ponti.
Senza ragione dati in pasto a squali
sacro diritto a presentare conti
ai molti populisti
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 | Fu l’inezia ad uccidere il soldato al fronte
una palla di piombo lo colpì nel petto...
un dettaglio banale quel tiro di fumo
che indicando il bersaglio lo finì negletto.
In ogni ruga è scritta una storia
ed è dettaglio
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Per nulla facile sfogliar l'amore
t'impone di scalzare l'interrato
che spande ancora l'ammorbante odore
sepolto sotto un acido substrato.
Dalla sorgente è sorseggiar dolore
copioso fiele l'orrido invecchiato
l'antico crimine ti raspa
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 | Quali valori abbiamo assimilato
se non quelli che Rizzo e de la Penne
han tramandato?
Quadri dipinti con il sangue nobile...
pennellate d'esempio
di rari uomini che in perniciose acque
sprezzando l'empio
il coraggio non l'han mai
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578 poesie trovate. In questa pagina dal n° 421 al n° 450.
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