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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Dicembre 2025 |
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Massimiliano Ruggiu
Le 45 poesie di Massimiliano Ruggiu
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Stammi vicino, mia torbida amica
ho un bicchiere di pianto per dimenticare
e un monologo intenso da farti ascoltare
con l’eloquio vibrante di una formica.
C’è una lacrima eterna che al buio ristagna
da quando hai iniziato a seguir la mia
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C’è un’ombra sul palco, durante il concerto
una sagoma enorme, così come l’assenza
ed un suono che vola tra il cielo e il deserto
dove nasce il ricordo di un’oscura partenza.
C’è uno spirito accanto al fratello perduto
una nota silente che ascolta
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Ho dei dubbi da raccogliere e certezze da buttare
in questa notte dai contorni così mistici e suadenti
ed un suono misterioso che non smette di sferzare
la mia mente circondata dalle ombre impertinenti.
Sono un’aquila ferita sulla sponda di un
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Sento il gusto del ricordo che mi scorre nelle vene
in questa notte tormentata da speranze disattese
che marciscono nel buio delle lacrime indifese
dove affiorano rimorsi ed annegano sirene.
Ho vergato cieli spenti con inchiostro luminoso
per far
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Guardo la terra sognando il mare
col suo miraggio di libertà
pregando il cielo senza un altare
che mi dispensi dalla realtà
del mio destino da maledire
dietro le sbarre di una prigione
molto da scrivere, poco da dire
nel buio fulgido di
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Sale al cielo più recondito una vergine senz’ali
che la brama del demonio ha stuprato con lo sguardo
e una madre si risveglia con il grembo insanguinato
su un giaciglio di speranze e di sogni criminali.
Soffia il vento del Peccato sulla polvere da
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Ho visto un sasso restare a galla
contro la legge di gravità
e un ubriaco toccare il fondo
senza un bicchiere di dignità
lungo il mio viaggio chiamato vita
con un bagaglio d’inesperienza
ed occhi spenti come i ricordi
rinchiusi nel vuoto della
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A volte il ricordo è una spina nel fianco
che disseta le serpi di un giaciglio violato
con il flusso instancabile del disincanto
sbocciato nel buio di un sogno che langue.
Attraverso le lenzuola rivestite del mio sangue
il rimorso mi trascina come
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Ho cucito le mie piaghe con un filo di speranza
e lavato i miei peccati dentro un calice di vino
mentre il suono dei rintocchi aumentava la distanza
tra le rughe del soffitto e i ricordi sul cuscino.
Sento l’eco della pioggia al di là del
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Sento i vermi brulicare nel mio cuore decomposto
che ho gettato nella fossa col sorriso di un bambino
ma continua a sanguinare ad ogni battito nascosto
e nel buio, stranamente, lui mi sembra più vicino.
Ho indossato una corazza d’inviolabile
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Guarda i miei occhi, senza vergogna
e stringimi forte nel buio che incombe
scoprirai che l’amore non è una menzogna
se il morso del dubbio con un bacio soccombe.
Giaci con me nell’alcova impaziente
e lascia che il tempo addormenti i pensieri
così
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Massimiliano Ruggiu.
Non un sorriso cadrà dai tuoi occhi
nessuna carezza sfiorerà la tua guancia
e avrai sassi vermigli sotto i ginocchi
come i fiotti di sangue sulla bilancia.
Resterai sveglio al calar della sera
per nutrire di sale quelle piante avvizzite
che non
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La nostra dipartita sarà un sogno ad occhi aperti
costellato di lampioni lungo il viale del tramonto
dove noi ci inoltreremo come sabbia nei deserti
o rigurgiti d’inchiostro sul candore di un racconto.
Scorreranno silenziose le vestigia del
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Ombre indistinte rapprese sui muri
vegliano il pianto del mio silenzio
in questa notte di anime sorde
e vene recise da onirici graffi.
Scrivo versi giulivi come epitaffi
vestendo di sangue le pagine spoglie
nel vano pensiero di assopire per
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Disarcionato da un destino imbizzarrito
con stampelle di fango a sorreggermi il cuore
traccio lunghi sentieri con un rosso vermiglio
sorseggiando il ricordo su una mappa sgualcita.
Verso antichi rimpianti tra la morte e la vita
circondato dal
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Com’è nero, l’inchiostro dei poeti al tramonto!
quando il sonno non bussa alle porte degli occhi
e la mente è il teatro di un duro confronto
tra l’inerzia del tempo e gli oscuri rintocchi.
Con la schiena di un vecchio ricurva sul foglio
danno voce
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Le labbra dischiuse per un raro brusio
lo specchio degli occhi senza riflesso
vivo lontano dalla grazia di Dio
sputando rimorsi contro me stesso.
Ho bruciato la Fede su un rogo dannato
sfuggendo al castigo come un codardo
ma ora so che i ricordi
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All’ombra di un salice allegro
sedeva il dio dell’ottimismo
che sorrideva all’uomo pigro
pieno di noia e vittimismo.
Ed io ero lì che lo guardavo
con gli occhi spenti del tramonto
e senza voce lo pregavo.
Sul manto erboso di un crinale
giaceva
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Nella notte più violenta di un artiglio religioso
che recide i turbamenti dell’umana devozione
come un sibilo nel cielo squarcia il velo del silenzio
una nuvola d’acciaio che ha nel grembo solo morte.
La paura ci rincorre nelle tane di
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Il cielo è una nube di silenzio
in questo giorno vestito di notte
dove le lacrime non spengono il fuoco
e bruciano dense lungo il mio viso.
Il fumo ha sepolto le voci del Paradiso
sotto una lapide senza preghiere
così resto inerte e spoglia di
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45 poesie trovate. In questa pagina dal n° 21 al n° 40.
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