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Maurizio Melandri
Le 422 poesie di Maurizio Melandri
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 | Avrò
mille e una faccia
fino all'ultimo giorno
affinché l'aria respiri
tutti i miei differenti respiri
affinché i computers
impazziscano
per il mio censimento.
Vorrei
appartenere a tutte le epoche
mangiare la sabbia
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Il corpo cercava avventure
ma insieme all'Anima
s'era estenuato.
Solo la carezza della Morte
mancava
ma sarebbe risultata estrema
anch'essa.
Possibile che al mondo
si sia già cantato tutto
possibile che gli spettri
ci
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 | C'é un luogo
giace lontano
immemore ma vivido
dove poesia non detta più frasi
non declama versi
là tu diventi Poesia
devi solo fermarti
accogliere la luce
a mani giunte
senza paure o dubbi
accoglierla
e farti penetrare
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Nuda così
mai t'avevo vista
eppure il tuo corpo
lo conoscevo bene
nei minimi dettagli
dai capelli irriverenti
alle unghie dei piedi
oblunghe e sensuali.
Ma così nuda ...
era la prima volta.
E' la trasparenza
un occhio di
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Quando sono apparsi
i tuoi occhi
nella mia vita
dissipata e stanca
non avevo ancora capito
quanto era misero
quello che possedevo.
Rare le mie paure
eppure così tanto temo
la fine di un'aurora inaspettata
l'inaridirsi delle lacrime
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Guardo fuori
attendo
che il sole inverta il moto
con la terra
Inspiegabili superstizioni
come stormi neri
a sprazzi
fuliggine del cielo
farmi oracolo non mi arrischio
le carte in tavola
sono coperte
a girarle vorrei fosse
una mano
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 | Considera il vento
poi rifletti sulla piuma
avviluppata nella corrente
ascensionale del vento
Fluttua leggera
sale in perpendicolo
senza sforzo
senza nulla chiedere
stabilita che quella
é la sua natura del momento
quello é il
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Maschere indossate
possibile siano diventate volti?
Scusami se parlo poco
credimi
non lo faccio per snobismo
non ho talento
per la conversazione
anche se ero intonato
in chiesa.
E col tuo pianto
non mi turbi affatto
é vero
do'
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 | Soli
io e te
su questo ponte
cavalcavia della notte
persi nel fuso orario
sul desertico marciapiede della folla
Così
senza parole stiamo
sotto la trasparente volta
come cellophane confezione regalo.
In qualche dove
si cambiano i
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Nell'umida cantina
ristagna il trascorso inverno
staccando dal muro crepito
puntine appese e foto
ondeggiano a fil di polvere
poi sciamano sconfitte al suolo.
Solo un rammentar parole
che non fluivano
nessuno ci ha messo il sangue
la mano
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Lasciami al meditar da solo
ch' io possa alfin trovar
ispirazione e genio
pel prossimo componimento austero
a versi d'una quartina stramba
che sappia d'originale e criptico
un grammelot d'assalto
iperbole disgiunta
un fraseggiar
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Sensibilità
in te m'affondo
trasparente e solido
a regalarmi
unica
la purezza del diamante.
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Disseminava sparse foglie
il giardino pubblico
ma non per questo
percepivo confusamente
il mondo che m'affiancava.
Andavo stracco
per la deserta strada
assonnato ogni angolo
sbadigli dei portinai
angurie ammassate
nella lunga gabbia
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Isola
in mezzo al lago
in mezzo al tempo
autonoma
solitaria tra l'acqua
Traghetti
alternanti e goffi
portano avanti e indietro
pendolari da terra ferma
Ma il movimento
non porta cambiamento
sottolinea vieppiù
l'isolamento
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Un saluto alla tua noia
non trattarla con indifferenza
quando entra rasente mura
graffiate dal tempo.
Dalle un po' di nutrimento
falla sedere vicino al tuo dipinto
dai colori rubati.
Un saluto alla tua oscurità
alleata di notti
a
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Ricomincio dalla zanzariera
no
della lavastoviglie non so che farmene
odio il ciarpame inutile
appesantisce il trasloco.
Quel che é leggero e inutile
quello m'affabula la mente
mi solletica fantasia
come la tua giarrettiera di seta
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Invia un messaggio privato a Maurizio Melandri.
Ti accarezzo morbida
la vita ancora non ci ha sottratto
l'unica proprietà inalienabile
i nostri corpi
Come d'arcana placenta
sono dal tuo ventre attratto
Sdraiati sul giallo ocra
del tuo pareo
col mare sulla schiena
e sulle
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Oltre stelle e pianeti
su pei sentieri inesplorati
e su quelli consueti
vola
attraversando porte della conoscenza
affrontando buio e mistero
guarisci
a scorger lontano fioche luci.
Nella pianura del perdono
nell'aspra sporgenza della
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E' quando mi arrendo
a me stesso
che rimbalza addosso
il suono della tua mano
al profumo di lavanda
E dei tuoi piedi
fantasmi di passi
appena accennati
Tu non esistevi
ora come allora
Solo il suono di mani e piedi
t'aveva
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 | Aggrappato alla tua mano
ti chiedevo
padre
perché in quest'ora
che s'accompagna a sera
un'ombra scende
e m'ammutolisce l'anima.
Non rispondevi
e con le dita mi sfioravi il capo
come a scacciar pensier molesto.
Or anni son
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 | Ho cessato d'amarti
epilogo banale
Hai smesso d'amarmi
finale scontato
L'amore va salvato
si
dai compiacenti MAI
dagli infantili PER SEMPRE
L'aspettativa é
un inganno sottile
allestisce commedie di attori
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 | Come grondaia a pioggia
lo scivolar dei tuoi occhi
sull'appannato vetro del tempo.
Ci trovammo incatenati
due sponde distanti
l'acqua intorno corrugava appena
raggelante e immota.
Tu evanescente
un ghiacciolo in lontananza
l'ombra
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 | Dietro notturno silenzio
abbraccio ciò che esiste
e quello che ancor deve accadere
Così mi aspetto il peggio
e questo mi fa sorridere
Mi fa sorridere il mio umore
a volte tràcima felice
a volte addolorato sosta
altre
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 | Già si parlava del mare
presto spunterà all'orizzonte
il mare ...
Sarà calmo?
Sarà agitato?
Pazienza ragazzo
ancora un po'
e lo scoprirai da solo ...
Ecco, un bagliore
e la cinquecento carica di
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Bava di vento
non accenderle ancora
cattivi pensieri.
Lascia che smazzi
le carte dei tarocchi
curva sulla sua antica saggezza.
Nel vortice delle figure
incalza sorgente di affanni
rischiarano volti
sfuocati sul fermo immagine.
Ha
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Sempre si troveranno
occhi di donna
prestar rifugio al tuo timore od ansia
a cui poter affidare
scalpitanti sogni ribelli.
Sempre si troverà
spalla di donna
su cui reclinar scapestrata testa
assaporando lieve
il calore della
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Vagabondi sulla strada
sostavamo facendo l'amore
senza tregua
con la benedizione del corpo.
Ci amavamo così
come accadeva
il desiderio balenante negli occhi
la fiamma stessa c'illuminava
irradiando l'irrealtà.
L'amore
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Brivido alla schiena
sale su in gola
sinistro e solenne
a ricucire nella notte
urla di sordomuta solitudine
A largo trasuda
richiamo di temporale
dai vividi bagliori
fa da spalliera il tuono
invita silenziose spettatrici
divinità
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Impresa transitoria
é delle passioni il movimento.
Un'altra forza
mi sorprende e avvince
quella che dall'interno
diffonde sapor di perfezione e stasi.
Al di sopra del tran tran
illuminato da niente in particolare
ma alieno dal
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Investire su se' stessi
la sola strada.
Apprendere a riconoscere
i sottili segnali
che il corpo,
strumento sensibile e primordiale
disseppellisce
facendosi strada tra i tranelli
della mente contorta.
Arrivare al nucleo
no
non in
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422 poesie trovate. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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