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 Gli ultimi 5 iscritti: Ivan Catanzaro - Fabio Paci - Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 - Ava          | 
   
 
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            Alessandro Labriola
            Le 269 poesie di Alessandro Labriola
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          | Non vagherò 
camminando a vuoto nell'apatia gialla, 
suppur con ali di cera continuerò a dimenar le braccia 
- la mia pelle in fiamme 
 
le ali terse 
arde tutto il resto ma 
con le piume al vento; 
 
l'ultimo soffio di grazia, 
prima
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         | L'ochetta disperata nel ruscello, 
svezzavo di carezze i fiori e le farfalle 
annusavo le nuvole estasiato e fiero; 
con l'astio dell'imminente resa ma 
fin troppo piccolo per capire... 
 
scoprivo il bosco con un nonno - non il mio 
ascoltavamo
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          | Riluceva d'innocenza pallida 
all'irriconoscente luce del faro: 
magra piegava gli occhi 
io sempre su di loro - a sperare  
 
Abbracciava il vento con la tenerezza d'una vergine 
eppure il tempo la tradì, spezzando gli zigomi 
- per me pur
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          | Collane di liane e di verde 
crescono svelte là dove s'adombra il sole; 
donano fiato all'umile sterrato 
per sussurrar le liturgie ai piè del borgo. 
 
Seppur vecchio, un frate smuove 
con rughe di stizza una corda: 
infiniti trofei e
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        Sì, ora lo so 
tutto ciò vale la mia vanità 
la patria ed ogni onore; 
fischia già adagio nello stagno dorato. 
 
Sì, lo so 
tutto ciò vale la mia pena e la salute 
il rantolo d'ogni respiro rauco; 
m'abbaglia
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        Lambisco con entrambe le braccia 
il Metodo -me l'hanno insegnato 
le ritrosie perverse del buon avvocato, 
le smanie del giovane inetto - ho provato i costumi tutti 
degni e indegni; (anche il randagio) 
 
Vedo scindere le vie opposte innanzi 
e
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        Fratello, 
se tu sapessi ciò che turba gli stolti: 
la Vedova d'ebano ci costringe 
e ci soffoca -sentendoci deboli. 
 
Non ascoltare e non aver pena 
ch'ella ci guarda e consuma 
la vita; 
imbrunisce tutto laddove vi è luce, 
 
reca
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        Gli occhi di Aurora  
creano grossi echi nella mia memoria; 
 
scavano con dita azzurre 
solchi profondi e gemiti: 
fulgidi specchi d'anima 
e di bene, 
d'improvviso osceno. 
 
Di ciò che vorrei amare 
stretto forte al seno; 
e toccare, 
-
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        Sortir di sera leggiadra, 
m'incanto sulle scoscese maree; 
una soave ancella che danza... 
e danza origliando: 
 
Oh per i tradimenti del nostro tempo!(a volte) 
 
Sì, che io l'andavo cercando: 
a me solo spiegò il ritmo 
della passione
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        Ed è anche dolce  
come un limpido assaggio 
fresco e puro di rugiada 
- a freddo  
colata degna al postumo risalto del sole: 
lacrime d'un fiore e delle gocce 
tutti quei ninnoli inaspettati e cari! 
Di un dì chiaro il divenir feroce 
-
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        Dove siete carezze di madre? 
 
Calano sozzure dal cielo, 
pigolano i camini  
e ribolle 
la vergine infreddolita. 
 
Un'eremitaggio... 
fa il fumo con le nuvole 
- idolo del cielo stesso 
perché tutto viaggi in sintonia: 
 
ciò che hai
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        Si muove pigra un'orchidea, 
nell'acquazzone di mille arcobaleni 
tra le gocce, 
come trecce 
d'una Bellezza rossa: 
 
fa nascere piccoli soli 
nei fiori e ovunque 
un'immenso stagno di occhi, 
una nuova speranza 
- non più vana  
 
fra le sue
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        Arriva il vento dal mare, 
perché così lieve è il lento cullare 
della continua onda sui pini;
 
spettri rincorrono fra i rami 
il desiderio 
coi sonagli dell'arguta infanzia:
 
m'indicano la via del lago, 
la via dei cigni, 
dove
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        All'ultimo rintocco della settima ora, 
la campana dei vespri assottiglia i passanti 
e ne fà notte. 
 
Sotto un cielo di diamanti sparsi 
-i palazzi solo come specchi per la Bellezza più in alto- 
gli alberi prostrati nell'icore d'ombra
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        L'interessantissimo diorama, 
ha il sapore del thè e delle tisane  
colorato di rame sul tappeto, 
tesse le più improbabili tonalità 
gialle di nostalgia e agio, 
screzia un adagioso alterco 
di foglie stanche 
laggiù con
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        Giovane, 
sedevi tra due volte 
di botti. 
L'indifferenza di rovi 
- un noioso pub 
forse alla Donzella rovente 
hai donato più d'intensi pensieri! 
E ancora ne trai logiche scure: 
vani telai di congetture mitiche; 
- nel tuo creare 
di due
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        Regina di fiele e d'oppio 
discendi 
giù lungo il pendio dei salici ammorbati, 
a giudicar vane le nostre credenze; 
 
a faticar improvvisiamo i rondò 
e le giravolte nei dismessi mercati; 
nelle bettole attempate d'un tempo: 
piroettiamo
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        Le tue labbra sinuose chiedono 
e ancora invocano un tocco 
e un'altro... 
 
la smania che le possedeva nello slancio, 
l'impeto che ha scaraventato di traverso  
due giovani nudi; 
i tremori... 
 
incastonati nel "tutt'uno" caldo e
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        E comunque, l'alba arrivò... 
gemente e dolorante, 
- vecchia nuovamente sorta 
s'accartocciò lungo i viali fumando nebbia; 
 
risalì lugrube la ragnatela, 
- chissà di quali incanti parlò al riccio 
svelando ai sapori
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        C'era forse una verità, 
l'ho coperta con riguardo... 
 
è nata là dove ti ho incontrata 
sopisce il battito del ventre sulla mente; 
è volata via chissà!  
Tende tenue alle conseguenze, 
tesa quand'anche fosse
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        La giovane danza scalza oltre i cancelli della villa 
negli orti ignoranti, 
- col clavicembalo di viole 
và risvegliando i raccolti e le primizie d'ogni dove; 
 
Ridestate le gocce e le gemme dai suoi piedi che nelle 
piogge aprono arazzi nel
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        é lo squallido rotolare muto 
(in balìa) 
verso una Salvezza che sappiamo non esistere, 
certi già di non arrivare mai. 
 
La sicurezza di non farcela 
gravida di scuse e rimpianti, 
senza dunque usare sforzi 
nè troppe
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        Il galoppo fiero di cento cavalli spumosi 
bianchi e azzurri 
che s'infrangono suicidi sulla battigia. 
 
(dalle loro criniere scosse è nata la brezza)
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        Sono un'aria che vagabonda nel limbo e langue... 
senza bandiera, né patria... 
ipocrisia dell'attore o negli scopi?  
 
L'incedere dei Diluvi mi trasporta alla deriva... 
dove legnetti sparsi accennano rifugi: 
o morte o liberazione: la
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        E dei ballerini, 
dei nastri e delle piume.  
Dalle sagre... nei campi del gregge; 
 
Fumi della festa aprono variopinti sipari... 
 
divampano nella valle 
improvvisano con le fisarmoniche; 
rumoreggia un languore "vivo"nelle botti. 
 
La
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        Parla ramo mentre rubo un po' di ombre, 
concedo al mio corpo le spoglie di una casa 
mi vesto dei tuoi "ori" e arancioni... 
 
Disseto ogni sete 
e infrango ogni legame  
per un po' della mia pura benevolenza.(e della tua) 
 
Le nebbie ci
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        Il ruvido tocco delle lenzuola, 
non ostacola i sospiri incerti  
dell'Amore consumato stasera. 
 
Addormentata sul mio petto fiero;  
per la dolce Psiche - umile e distesa  
un cuscino di carne! 
 
E un cuore arreso a questo candore 
che teneramente
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          | I pilastri rossi dalla terra (Bellissimi!) 
sorreggono questa sinfonia odorosa... 
 
I vezzi della natura come seni dalle mie muse sbocciati! 
Gli umori dipinti con corolle di vite. (Bellissimi!) 
 
Altrove come un vaso innevato: 
pallidi riflessi delle
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         | Il muschio ha avuto ragione sulle finestre, 
la ruggine sulle ali dei giardini; 
sbiadiscono le mura lontane dalle statue. 
 
Gli aliti fetidi della pianura non hanno poi scoraggiato il clero, 
nè il cielo, né i bambini! 
 
L'egida bruna ha
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             269 poesie trovate. In questa pagina dal n° 241 al n° 269.
       
    
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