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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Maurizio Melandri
Le 422 poesie di Maurizio Melandri
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T'ho ridotta in cenere
nel guardarti fissa negli occhi
felicità
offendendo la tua natura mutevole.
Tu sei astratta
vaghi con i piedi ben piantati per terra
e non ammetti rancore.
A ricercarti
ogni volta m'arrischio
interrogando
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 | Tre cani
m'abbaiano in fondo alla strada
canini acuminati
fauci spalancate
Uno é grigio e tozzo
l'ululato strappa a brandelli l'anima
senso di colpa
un pugnale nel fianco
regala incedere dal passo greve
Il secondo é bianco
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Lumières
Luci riflettevano umidità
mentre seccava labbra il vento
quella fredda sera
all'incrocio di rue du Commandant Mouchotte.
Sussurravano aria e mistero
fiati corti di viandanti
dal passo frettoloso
zigzagando tra i
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Breve incontro
comprendere a fatica
l'abisso devastante
delle reciproche diffidenze
Eppure le labbra
accostate profumavano
di vino rosso e maestrale.
La notte poi
giaceva supina
a rendere superfluo
il secondo bicchiere
e le
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 | Allo specchio sciogli la treccia
sparge il mattino
dal balcone fragranza di gelsomino.
Sgranchita pigramente la flessuosa schiena
la pelle ti accarezzi
sotto il palmo umido
all'olio di Argan.
La mano libera i seni
cosi' sodi e
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Taci.
Ora respira questo silenzio
che scende lento nella gola.
S'effonde nel petto.
Poi rimbalza nello stomaco
celebrando il mistero di un attimo.
Senza peso.
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Angosciati dalla solitudine
anneghiamo in sterili compagnie
vincoli di inutili amicizie
amori che masticano tabacco e noia.
Fino alla tomba
ci facciamo perseguitare
col sorriso triste
esaurendo barattoli
di nutella e chiacchiere
rubando
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 | Gronda spugnosa vita
imbevuta da pioggia e fulmini
sole distende zolle
nell'essiccata profondita' giace il domani
e poi ancora pioggia e vento.
Assorbito tutto quanto
riposa in pace il suono della terra
e litania si diffonde
come se tu non
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Come ridevi
del calore delle mie mani
che s'incamminavano sottili sotto pelle
oscuri camini
sciogliendo il declivio nevoso
della tua schiena.
Sulle mie linee infantili sostavi
dissertando a sproposito
di chissà quali virtu'
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 | Sei la faccia segreta dell'amore
sognatrice di lune taglienti
ti specchi evanescente
sui sagrati della mente
tirando a lucido i miei sogni
Sono intollerante al tuo latte
non alla bocca
di rosso vermiglio
stampata a fuoco sulla mia
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Chi sono io adesso?
Sbarazzato dalle futilità
vagabondo asimmetrico
lungo strade dalle lampadine fioche .
Scivola nell'oscurità
insonnia densa
popolata d'ombre misteriose e fuggenti
ed al risveglio
l'odore del
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Anche stasera sei entrata
hai tolto scarpe e rossetto
per trapassarmi pelle.
T' ho aperto piano
la porta era socchiusa
dall'uscio spiravano zefiri taglienti
che congelavano fiato
e irroravano tempie madide di sudore.
Lo sguardo
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Sarà che m'ha toccato
l'anima deserta
quel riverberar tramonto in mare
riflesso espanso
d'attrazione mai sopita
quell'assurdo miracolo
sospeso tra demoniaco e celestiale.
Riaffiorato allora
é il canto antico
s'é
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 | Evadere
dalla foresta nera
dove rinchiusi
il microcosmo di un domani affamato
annientando proiezioni irrisolte
e facili profezie.
Evadere
ed era voltare faccia
al mattino scheletrico di noia
per assaporare il flusso ininterrotto
di
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S'avverte a sprazzi
lo scatenar di passi
al galoppo vermiglio
d'estinti ricordi affluenti.
Allora si smorza l'enfasi
nella profonda foce
del superfluo vivere esangue
segnando il fiato
nel doler che sale al petto.
La verità
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 | A volte scivolo
lungo canali di magma lavico
divampa ardente emozione e sogno
pagando il prezzo a notti deserte
e impietosi baratri.
Piu' spesso
risuona eco di pareti a ghiaccio
aguzze stalattiti di pensieri attoniti
fiumi riflessi di
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Maurizio Melandri.
La mia gatta si lava
segno indiscutibile che tutto scorre liscio
la vita dei felini
e quella degli uomini.
E anche quei buchi neri
che infastidiscono l'ultimo miraggio
non compromettono la stabilità
del precario equilibrio
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 | Notti indecise
sgretolano silenzi
come grani di rosario
conficcati nel pozzo buio
della gelida segretezza
Siamo soli di fronte al mare
Soli
incontro a fiumi di pianure
Soli
mentre illanguiditi abbracci
condividono letti di estranea
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Si può fare l'amore
parlando di sogni
esplorando vicissitudini
in spazi senza tregua
Evocando fantasmi
istanti di ieri
ci scoprimmo diversi e migliori
simili e peggiori
nell'assordante richiamo
di un passato che riesumava
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Sciàmano scarniti pensieri
mentre trepida
la clessidra del tempo
misura color di sabbia.
Colpi di stilo sulla carne
ricordi indugiano sulla soglia
dell'iride rovesciato.
Nel cimentar l'ignoto
un rassegnato invadere d'ombre
-
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In queste stanze
dove il sole non filtra
s' accumulano ragnatele
di sottile spessore
non serve estirparle
Risuonano echi
di rintocchi gelati
stonate campane
di ferite ancestrali
E i muri
i muri trasudano esperimenti
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Rabbia che attanaglia gola
percorre sentieri di sangue pulsato.
Sgomento sfila l'orrore
di civilta' deambulante sterile
lungo viali di cipressi adunchi
disseminati a cenere e ignoranza.
Anime come ectoplasmi
schiaffeggiano verita'
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Abbandonata remora
insieme allo scivolar morbido
di vesti in terra
alla soglia del talamo
fioriva gia l'immaginar dell'estasi.
Poi desiderio prese il sopravvento
fuoco divampo' nell'ansimar
del respiro sincopato.
Bocche di morsi
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Un fantasma
afferrata l'ombra dell'ennesima reincarnazione
entro' in questa vita
ma ricordandola d'averla già vissuta
ebbe a trovarla insulsa e un po' meschina.
Dismesso il fragile corpo
abbandonato ghigno di grottesca maschera
ora
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Certe volte l'avverto ...
lo sguardo del mondo reietto
l'urlo di gracili mani
levate al cielo
chiedere diritto alla vita.
Un'ombra scheletrica
dipinta sulla grigia parete del nulla,
gli occhi sgomenti
di creature affamate di tutto.
E
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 | Al buio di questa cella
ripasso a fari spenti
le fatalità del vivere quotidiano
aspettando un verdetto infame
con il cervello in fiamme
ed il cuore madido di sudore.
Ho corso invano anche stanotte
ora riposo ossa dinoccolate
sul fianco
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Al capezzale di questo Amore
m' inginocchio e aspiro forte
ad annusare dolente ampolla
ma non commento i battiti
del cuore aritmici
M'inginocchio e aspetto
Rimescolo gli ingredienti
aggiungo un sapore
tolgo un'essenza
ma il filo
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Aspetta l'ora in cui
tra cielo e terra
tutto ridiventa calmo
come nel cuor dell'uomo
al momento della preghiera mattutina.
Solo a tratti
soffierà da Oriente
un vento freddo
che salirà fino a scompaginar nuvole.
Cosi'
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 | Spiritualità .
Partendo da me stesso
alba del giorno nuovo
perdendosi
immergendo anima e corpo
dentro abissi inaccessibili
fessure oscurate
incubi notturni.
Pentagramma mai suonato
spartitura indecifrata
sigillata
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Prendi quel che resta
il bottone di madreperla scucito
l'ombrello dimenticato
sull'ultimo tram della notte
il filo di seta rosso
che scende invadente
sulla spalla della memoria
Nell'attesa dell'inventario
dipano la matassa
ombre
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422 poesie trovate. In questa pagina dal n° 331 al n° 360.
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