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Le 89595 poesie dei soci sostenitori |
Essere indipendenti implica un bel peso da sopportare
quando il tutto si presenta in maniera inaspettata
al contrario invece quando possiamo aggrapparci
a chi sostentamento riesce ad elargire
aiuto difficilmente rifiutabile non significa
prendere e
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Breve
e’ quell’attimo che hai voluto eterno,
Tu che nel silenzio hai voluto far rumore.
Non senti?
Il profumo del muschio
dell’abete accarezzato dal fiume .
Del sole del mattino
che fa brillare le gocce di rugiada .
Cosa? Cosa vuoi rendere
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Di un Padre del cielo scuro
che non vuole sapere
se sua figlia vorrà
anche le pieghe del vento
dove una parola
è scomparsa senza lasciare
amore o altri desideri
da scolpire nella pelle fredda.
Di un amante sorpreso
da uno sguardo
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Vorrei tornare sui miei passi
vedere come sarebbe andata,
capire dove ho sbagliato
per ricevere ora solo sassi
Credevo di agire bene
pensavo d’essere corretta
ma la vita mi ha insegnato
che il giusto riceve solo pene
Forse sono troppo
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Calma distesa sul lago stanotte,
anche i mostri sdraiati sul fondo
dormono costruendo
sogni di eroismi e di avventure,
di austeri leggendari cavalieri,
di audaci militi combattenti
e di alati draghi incandescenti.
Sognano i mostri
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‘A pace è na speranza
na smania na bannera
nu viento scarcagnato
ca scioscia ‘a quanno è nato
‘a quanno nu mappino
vulette fa ‘o caino.
E ‘a tanno è storia vecchia!
Caino cchiù caino
so’ addeventate mille
miliune a centenaro
senza fermarse
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A salutar la sera son rimembranze
ove a trittico di ieri sorridevo,
senso d’abbandono ad assopir il cuor,
poesia a volar tra spire di vento e
salutar giorni ed anni.
A sorrider sorrido,
sorrisi miei, a specchiar umor costante,
sorrisi di ieri, oggi
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Pietra
che mi ascolta.
Ombra curva
nell’alba cieca.
Un respiro
sospeso
tra i vetri spenti
del tempo.
La
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In quel batter d’ali
che toccando cielo e mare,
librata la mente, m’accorgo d’essere.
C’anch’essa s’avesse a dire,
descriverebbe attonita,
copiose, inenarrabili, increspature.
Nel frangersi d’emozioni
che, seppure avulso, colgo,
l’altrui
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Ti perderanno
così come han finto di volerti
Ti perderanno
perché non sei nulla
in questo presente bugiardo .
Fatto di vestiti, alchimie
Inganni romanzati .
Cammino veloce
abbandono idee immortali
così da confondere il mio Io
mentre tu
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Gea, corpo vivo e anima profonda,
ci desti un paradiso verde, fertile, immacolato,
lo seminasti di frutti, di cieli aperti,
di fiumi che cantavano, di radici parlanti.
.
Ci offristi il tuo grembo, Gea, la tua acqua, il tuo tempo,
ci desti
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Corrono veloci quelle voci
tanto da renderle insopportabili
quando volendo essere uniche
non si esimono dal diventare antipatiche
provando persino ad imbastire un centro d’aggregazione
dove esercitare tutta la loro intraprendenza
carta da giocare
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La notte, vestita di velluto profondo,
cammina scalza tra i tetti e le colline,
porta nel grembo un cesto d’oro e di polvere
da rovesciare sopra il respiro del mondo.
Ogni stella cadente è una sua carezza
che graffia il buio e lascia una scia
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Ti lascio giocare
con le speranze
per poi colpirti
e non ti accorgi
che l’amore è già
sfumato nei colori
di un tramonto
acceso in inverno
dall’addio del mare.
Ti lascio sussurrare
una nuova preghiera
da pronunciare ora
senza che sia
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Un numero soltanto può fare ricordare il passato
sia bello o sia brutto non fa differenza
l’importante è prendere atto
di come la vita deve essere vissuta
senza porre paletti e con un occhio al futuro
cercando di ampliare quanto attualmente
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Mia madre aveva occhi tristi
quando venti di guerra
lacrime e odio scavavano buche
mentre ingrigivano i volti.
Lei era raccolta, minima, in disparte
dalla gioia, quando l’eredità
della paura fu parzialmente spartita
in taciti accordi
tra inermi,
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C’è confusione nelle strade
C’è caos
Mentre la vita scivola via
noi apparentemente viviamo
inconsapevoli della fine .
Perché se ancora non lo sai
la morte ti determina .
Tutto si silenzia
tutto si compie .
Allora abiti la vita
respirando
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Filtra la luce tra rami d’ulivo,
In ogni stilla c’è un sogno che vibra,
Orme di vento accarezzano l’alba,
Rugiada d’amore dischiude la sera,
In un petalo scritto col cuore.
Danzano lievi parole sorgente
In un ruscello che canta alla luna.
Verso
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Tanta è la tristezza che ho nel cuore,
pensando a te, vecchia mia.
Seduta e lacrimante t’ho lasciata,
che non sapevi,
o non volevi dirmi
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Te hoo fissaa dent ai öcc,
o Signur,
e l’anima mia
s’è staccada di quij
che no vedéven.
.
Me son strins al calor
de la tò Lüs,
e lì hoo trovaa el me vertader me stess.
.
Perché Te, o Signur,
te see el fià che me fà campà,
el coeur segret
che
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Non sai neanche di avere
un filo di nostalgia
sulle labbra del cielo
e un sospiro di carne
che mi fa chiedere di più
alla pelle rimasta
a guardare le ombre
che scivolano sul pavimento.
Non preghi neanche
le ultime tracce d’amore
che la
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Da un monte celato tra pieghe del tempo,
dove l’anima umana prendeva forma,
la tristezza scorreva in ruscelli d’argento,
la rabbia si accendeva in grotte vermiglie
che pulsavano come cuori impazienti.
La gioia germogliava in piante arcane,
da cui
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La calda estate addosso
le smanie seminate sopra il petto
con le sue bianche ondate...
La febbre e l’orma dei capricci al sole
nella cocente attesa in parte arresa
mentre la sabbia complice e barbina
si avvale dei suoi sogni e nuda giace
col corpo
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La vita una pallina che corre senza requie
sino a raggiungere il traguardo prefissato
da chi possiamo soltanto immaginare
gareggia in mezzo alla pista insieme alle sue coetanee
riuscendo persino ad evitare curve
prendendole alla larga con l’aiuto
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La mente che parte
che arriva che transita
crogiolo di pensieri
idee in disparte
senza costrizioni
c’è un verso libero
sul quale ragioni
che danza
non sempre paziente
l’inizio di un parto
a volte irruente
così si incamminano
come
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Dovrei silenziare
questo mio essere convulso
domande, riflessioni
il destino che incrocia l’impossibile
anzi l’impensabile
Anzi il mai abbandonato pensiero
speranza
illusione
Sogno .
Perché?
Solo tra le righe
del Centesimo bicchiere di
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Resto qui, sulla riva
a contare le onde
che fanno da richiamo
ai mille pensieri che ho
in questo mattino,
spesso ne perdo il conto
costringendomi
a ripartire da zero
neanche fosse nuova vita
dopo ogni addio...
Immobile guardo il mare
fin
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È forte il sapore della vita,
nello scivolar d’eventi.
S’ascolta, ora, il coraggio
e l’impalpabile da cui s’è fuggiti,
nel confrontare l’altrui a se stessi.
C’è bisogno di nuova linfa vitale,
ch’impone radicali, inversioni di
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Ogni mattina un’alba da spiegare,
tra occhi spalancati come mari,
sedeva accanto a chi cercava spazio,
ricamava pazienza in ogni abbraccio.
Portava in borsa alfabeti diversi,
righelli parlanti, mappe da toccare,
trasformava gli errori troppo
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"Non è matura ancora", disse un giorno
l’astuta e ingorda volpe, quando vide
che l’uva al pergolato a lei d’intorno
competer non potea con le sue sfide.
Ciò nondimeno fece un altro salto
e poi un altro ancora in tutta fretta,
ma d’improvviso
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In questa pagina dal n° 901 al n° 930.
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