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♦ Massimo Chiusi ♦ Josiane Addis | |
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Il vin dël cheur, a l’é com un ruscel
Ch’a scor dëdlà dla montagna
A l’é la vita, ch’a sgorga da dentro
E ch’a fà vibra ‘l cheur, coma na canson
A l’é càud, com un abraz
E frësch, com una breva d’està
A l’é colur dël sol, ch’a surtiss dal
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Il mio tempo terreno credevo fosse appagato,
prima d’un evento fortemente voluto.
M’apriva alla luce d’un amore infinito
e custodiva, per me, le piccole cose,
che fanno grande la vita d’un uomo.
Gioivo, convinto d’esser completo
ed ignaro che
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Mormora il vento tra i fili spinati
quasi carezzando quei resti
- e nevica.
Rimbombano i passi
sulla terra gelata,
- e sembra voglia sfuggire dal petto
il cuore trafitto d’angoscia.
Sul cancello, - come bocca assassina –
forgiata a rovescio nel
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Vulesse scancella’ sta sciorta nera
cu chesta mana janco ancora ‘ntatta
ma ‘a vita c’o passato nun fa ‘a jatta
e t’addeventa na scarrafunera.
Vulesse fa’ ‘o patrone ‘e chistu munno
facennelo piatuso e assaie capace
’e da’ a sta ggente ‘nsuonno...
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Lo sento,
questo desiderio sfrenato,
riaffiora come lama calda
sulla carne pazza di te.
L’assaporo,
questa sete d’amore,
disseta la mia arida pelle
al contatto delle tue labbra.
Lo respiro,
quest’ardore incontenibile,
sbatte come foglia
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In quell’angolo del giardino negli anni
fiorivano le primule oggi fine di gennaio
dormono sonnolente sotto terra le sveglierà
più avanti il
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Una notte rubai una stella,
l’ho rubata col silenzio, con palpitazione
il buio attorniava le mie emozioni...
avevo rubato la più bella.
I colori del cuore si sommavano
ai colori delle parole
mentre ammiravo la luna
che sorniona ammiccava con
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Certezza
non potrà mai prendere il posto di quel bene
che nel tempo ha voluto e dovuto mimetizzarsi
onde non creare disparità quanto mai inaccettabili
in un convivere idoneo al momento
ove trovarsi sempre all’erta
per qualsiasi cosa dovesse
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È il rintocco di mille carezze
un silenzio abbandonato
da anni in catene sulle cose
che scivolano via lentamente.
È un dubbio sotto la pelle
che invecchia mentre il tempo
lascia i suoi segni ovunque
nel cielo e nelle albe del mondo.
È il
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lanciano arcobaleni i tuoi occhi
frecce che attraversano il cielo
come il mare il tuo corpo
disegna musica nel foglio del silenzio
come il vento che porta via le nuvole
nudi i pensieri
colgo un respiro il tuo
come un fiore appena nato
tra le dita
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 | Partorisce
dentro una patina ambigua
quel sesto senso
nei dintorni dell’intuizione.
Ne rafforza il corpo
delineato
in
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| Un attimo guardo un albero in giardino
un soffio di vento taglia l’aria poi ecco
di un ramo ne nasce un dondolio lì
un vibrare
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Le vittime d’una legge razziale
camminano lenti, col capo chino
sembrano avvolti dentro una spirale
sono tormentati da un aguzzino.
Quando domina la forza del male
l’uomo si trasforma in un manichino
per ubbidire a un ordine maniacale
e far
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Al cor protesa avea la mano,
nel mentre, disgiunta d’esso,
al di Lui cospetto, la discostava.
Mesto, s’ebbe a ridestar,
dall’antico
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Tanti e poi tanti ne sono passati da quel dì
un ricordo che ha fatto crescere
non cessa di ringraziare
e quelle mani le cui dita hanno accarezzato
onde allontanare tristezze di bimba ritornano sovente
forte la loro tenuta quando carte
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Silenzio intorno
pensieri che mi avvolgono
stringendomi la gola e
cerco di restare a galla
senza quel respiro che soffoca
parole senza note.
Frugo tra le vecchie cose,
foto ingiallite e canzoni graffiate
che mi riportano indietro nel tempo
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Non ci siamo
mai detti addio
se non negli sguardi
e nelle parole
mai pronunciate
nella tenebra
quando la luna
trema di luce
e d’ombra silente.
Non ci siamo
mai detti amore
né altre dolci bugie
che la sera usa
per ingannare
la notte e
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Accendi un fuoco un altro e un altro ancora
sopra l’altare della intumescenza
e a quanto pare non puoi farne senza
bruciando la tua fiamma come allora
non dentro il petto ma su un foglio bianco
con un lamento unico mai stanco.
Ti guardi intorno ma
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Mi sei gradita luce di gennaio
che procedi spedita dalle tenebre
schiarendo giorni di rosei tramonti
coralli al collo
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 | Ti racconto le pene che ho patito,
ti racconto la fame e la paura,
gli abusi e umiliazioni che ho subito,
imprigionato nel campo di morte e di tortura.
Trattati come animali in gabbia,
ammucchiati in un lurido vagone.
non si provava più nemmeno
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| Oggi se ne è perso il senso suoni dimenticati
ma un tempo l’orologio dei poveri altro non era
che la campana non solo dettava atti momenti
e richiami tempi di funzioni religiose o quel
rintocco che accompagnava ed accompagna
ancora di un anima il
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| La mia luce s’è affiochita,
e non avrei voluto,
infine son cambiato,
senza a fondo aver vissuto.
Ho accantonato sogni,
gli obiettivi li ho perduti,
ho cercato ispirazione,
anche in posti sconosciuti.
Mi allontano dalla gente,
cerco un luogo
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| Con la maschera del continuo presenziar di bugie
affiora dal mero dettaglio del scuro intento
il color vero della stoffa del tradimento.
Si svuota il cuor di tutta l’essenza
per quel rettilario di balle e ire
che modula una manovrata condotta di
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| Sensazione strana nel rileggere vecchie poesie
verrebbe voglia di gettare il tutto
se riflessioni non giungessero in aiuto
perché mai agire così
si sa la vita cambia
per età o per situazioni
dobbiamo adattarci
non critichiamo
l’operato della
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| Me ricordo, co’ lo Professore,
quanno ‘nnassimo a beve li’ a Sa’ Rocco,
se ‘n stevi attento te veniva ‘n blocco
da cure de prescia dar dottore.
Da lui de cose ne ho ‘mparate ’n sacco,
a legge lo giornale a mezzodì,
li libbri de Lenin, de Ho Ci
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| Ma tu chi sei,
che entri nelle case altrui,
mimetizzato da buonista
per non farti riconoscere
celandoti alla nostra
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Vertigini e voragini
colme di canto,
in mattini di
ali vocianti
che spezzano cieli
fra nubi serene.
Effimeri gli
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 | “Nun sacciu nenti,
haiu li me chiffari
e nun mi pozzu
mettiri a taliari.
Tutti ci l’hannu
cu li mafiusi
comu si fussiru
omini schifusi.
Sapiti quantu beni
ha fattu
e quanti cu iddru
c’hannu mangiatu?
E’ veru c’ammazzani
tanti
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| Notte senza luna,
oscura e vuota
cielo senza stelle,
privo di luce.
Deserto senza fine,
arido e solitario.
Vento che soffia,
freddo e implacabile.
Silenzio che regna,
opprimente e inquietante.
Sono solo con pensieri,
oscuri e
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Petali di rose danzano
nella sottile brezza del mattino.
Che meraviglia oggi il cielo!
Rondini festose garriscono nel volo.
Sorride il sole
tra bianche nuvole
vestendo cirri d’evanescenti colori.
Il prato si fa gioia d’occhi chiari e viole
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Ci sono presenze in quel giorno
rimasto nel cuore.
Il tempo non aspetta
l’emozione chiusa in noi
nel breve ricordo
le labbra di un’estate andata via
con le sue onde e la tua freschezza
in quel sorriso che ancor oggi è nel mio silenzio.
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Scavi mentali,
origami di coscienza,
finiti nella cesta di un’analisi,
inventano una finta amicizia,
all’alba di un transfert psicologico.
La linfa vitale
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Nella mia infelicità vorrei la felicità
raggiungere e lì con lei poi restare
ma poi presto mi dico con qual metro
o sistema di misura di tali stati nostri
se ne hanno il grado o di riferimento
il punto? Meglio non osare cercare
in tale incertezza
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Scendono le dita sul tuo ventre,
scendono sempre più giù...
Si fanno largo nella tua carne,
volubili e assetate cercano la tua acqua.
Il calore si espande dentro il tuo dolce inferno.
La tua voglia incitata dal tuo affanno squassa
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Solleva il vento al crocevia
cento emozioni decantate
– non più colori ho per cantarti –
di grida e mare un dondolio
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Me vojo immagginà la dipartita
quanno che tutti strilleranno tristi
“Che disgrazia! E pure questa se n’è ita!”
Un groppo fermo drento ar gargarozzo
ce sarà er fracasso, la confusione,
la gente trista appresso ar carozzone.
Drento a la chiesa ce
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Nel richiamo di sillabe discordi
si distanzia
il timpano
dall’avanguardia d’ascolto.
Raggiunge l’immaginoso
nel respiro
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Quanto sarebbe opportuno poter cogliere
ogni piccolezza che la vita mette davanti
peccato però che non sempre siamo disponibili
a raccogliere i frutti cercando altrove
sotto altre spoglie quanto più aggrada
lasciando indietro un vero e proprio
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Che Angoscia!
Reminiscenze antiche,
Oceano in tempesta, Alte maree,
mosse d’eclisse totale di luna
Scudata da Sole debole,
guidato da Polare fatiscente.
Annego!
Sotto una coltre diamantea.
Incomprensibile e d’altri tempi;
Terribile
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Quando le guerre infuriano
i poeti scrivono,
i versi si accavallano
e le loro menti
si fanno verdi prati
e, là fiorisce la speranza
per un vivere ... alto.
degno di chi si chiama Uomo.
Si nutrono i poeti
di forti e leggeri venti
che caricano
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Sarò sempre Amore
gli aculei del tuo dire
quieteranno la piaga dell’indifferenza
ed io
atrio di una casa
di vacanza
ti accoglierò famelica
Morderò l’acume delle parole sole
e imbrigando la follia dello stare assieme
colma sarò
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Come un soffio di vento scaccia la nebbia
e alla vista ecco nitide tornano le cose
così i vecchi calendari a caso presi in mano
rimuovendo gli
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Non è sera
è solo un momento
di nostalgia
per il tempo che passa
e non torna più.
Non è una morte
è una rinascita
è il vento che soffia
parole lontane
che nessuno può capire.
Non sono i tuoi occhi
è uno sguardo leggero
con le
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 | La dolce musica del primo pianto
donato al mondo
da un bambino
si udiva quel mattino,
mentre un seme di fagiolo
germogliava in un campo vicino.
Crebbe il fagiolo, divenne pianta
arrampicandosi su una canna.
Più in alto saliva
e più cose
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Figlia di un tempo che fu il mio tempo.
Anima pudica e ramoscelli di mimosa,
profumo intenso a profumar la vita,
e m’ appartennero gioie e dolori.
Anima viva a sostener l’incanto,
paradisiaco cuor a batter d’amore.
Oh l’amor va oltre, immenso ed
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Tu sei la donna della porta accanto
la piccola signora del momento
la mamma ricamata dal tormento
il fuoco dentro casa col suo manto.
Tu sei la vita che conosce il pianto
la bocca che si apre allo sgomento
l’asse da stiro vivo monumento
la mano
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Cercando di alleggerire ogni problema
vorresti che almeno una volta
si potesse fare finta di niente quando
per cavilli inaspettati tutto sembra eclissare
attimi nei quali il ricercare verità diventa urgente
scartabellando tomi dove antica
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Prega le mie catene
e confondi il giogo
del tempo che scorre
senza un motivo
perché camminerò
con te per vedere
se la vita se ne va
come un soffio
di vento nella pioggia.
Spezza le mie nuvole
e il cielo non sarà
una tomba aperta
ma vuota
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In alto con lei
scalando muri
tra eroi, artisti e dei.
Come un funambolo pittore
la vertigine d’amore.
L’ardore per
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Sconfino,
come sole al tramonto
nel silenzio di pace,
mentre
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Sono compagna del vento
anche se non so dove andare,
sè il vento mi dà tempo
mi fermo per abbracciarti.
Ti porto sempre
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Ogni dì l’alba rosata
s’ allunga verso il rosso tramonto
indignata e offesa
per l’abominevole guerra
che ruba ossigeno alla terra,
per il gorgo dissennato
dello stolto uomo
che crede essere Dio.
In uno squarcio d’azzurro
inebria il profumo
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Assente la fantasia
di nuovi giochi,
chiusura totale
per ciò che è sacro,
l’arrivo non è,
né lontano, né vicino,
guardo, taccio, sogno,
ma muoio dentro.
L’uomo nuovo, giovane
nemmeno la speranza
ha come maestra,
eppure le parole
di Quel Morto
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Naturalmente, io sono la più bella,
nessuna discussione,
potente e accattivante seduzione.
E tu anima in pena nella mente,
vorresti conquistare,
il cuore ridondante ed esigente,
non sai più cosa fare,
quando mi vedi immensa e prepotente,
confuso
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Tra i suoi pittori stanotte l’inverno
ha chiamato a dipingere la brina
e di buona lena questa all’alba poi
ha dato inizio al suo fine operare
ben paziente attenta a non sbagliare
ed ecco nel breve la natura e le cose
il tutto vedi nel suo insieme
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Dolcezza tenerezza si scontrano in quegli occhi
amore accoglie a braccia aperte fagottino
sussurrando benvenuto piccolino
come farfalle parole si rincorrono
affinché niente interrompa l’attimo
segui il tuo destino benvenuto piccolino
tutto si fa
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La vita è un soffio
che danza sull’amore
a piccoli passi
si accompagna al tempo,
musica di sottofondo
tra tasti neri e bianchi
mentre una voce canta
e come sirena ti rapisce.
Non si può vivere in eterno
ma si può morire mano nella mano
col
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Nel cielo di gennaio
il silenzio della solitudine
è un ermetico respiro.
Ascolta il vento
spinge le onde del mare
sulle dorsali del tempo.
È solo amore
il tramonto
sotto un cielo di stelle.
Tu sei
fantasia di un giorno andato via
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Hai visto il cielo
prima di me
e queste nuvole
mi parlavano
di altri sogni
e di altre stelle
ancora vive
ma scure
come il mare
al tramonto
del cuore malato
in attesa.
Hai visto l’ombra
senza di me
e non piangevi
che lune
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Si siede la sera
oltre il mio cancello,
ma mi lascia ammirare
le stelle e l’infinito,
che, più lo guardo,
più scruto il Creatore,
ed il mio spirito
sale in cerca,
di domande e di risposte.
Mille religioni
dicono la loro verità.
una trova posto
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331818 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 90.
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