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            | Emanuele StradaLe 140 poesie di Emanuele Strada |  
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        |  | Ombre in agguato sul ciglio del sentiero che calza il dolore
 scostate lo sguardo vermiglio
 lasciate fluir le parole.
 
 Che solchino il tempo e lo spazio
 che
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        |  | Fu la luce della luna quella sera a impigliarsi tra le dita della notte
 poi quel lume a quelle nubi ormai sedotte
 cedette il passo ed il posto alla ringhiera
 
 Scostasti una ciocca dalla fronte
 e la pioggia scendeva senza tregua
 dalle strade la
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        |  | A volte le gambe folli di forza di fuoco
 pretendono
 di farsi spirito danzante
 nella fenditura di una notte
 quando il cielo terso
 benedice
 con pura brezza.
 
 Allora l'amore incontaminato
 migra oltre le nubi
 di queste valli,
 guidato da
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        |  | Il tempo accarezza i ricordi
 dei giorni usati
 svestendo l'anima sfinita
 dal fogliame dei sogni caduti.
 
 Emozioni
 al sommo della memoria
 riemerse da chissà quali profondità
 riscattano la misura e il tempo.
 
 E resto qui,
 come il
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        |  | La nebbia addormenta i fossi sulla neve vergine,
 le strade si tracciano nei boschi
 per il vento che ha scordato il suo cammino.
 Sulla fronte della montagna
 un biancore assopito.
 La roccia disegna sulla sua carne
 rughe sbiancate.
 Prima di partire
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        |  | L'ipocrita folla additò la mia colpa
 
 libertà che decolla
 buccia senza la polpa
 
 assolo di fiamma
 si bruciò la ragione
 
 il lume si appanna
 nella disquisizione
 
 la gente indirizza
 in direzione del vento
 
 solo quel che
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        |  | Salperà la nave intreccerà le vele
 per riportare a riva
 tesori di parole.
 
 Da sola si nutriva
 del vento che imbastiva
 la rotta perigliosa
 che già da sè intuiva.
 
 La notte tenebrosa
 d'umidità nebbiosa
 lo
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        |  | Nelle acque del lago un tappeto di cielo
 come un lembo di pace.
 
 Una nuvola
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        |  | Trine argentee di pioppi e verdi cipressi
 invocano un canto di pace
 alle porte del cimitero.
 
 Annunciano in squilli di silenzio
 che la vita s'arresta di colpo
 e arrossisce alla vergogna del suo mistero.
 
 Senza ritorno
 risuoneranno i passi sul
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        |  | Pianura mia natia ove riposa Dante
 è terra solatia
 per tutta la mia gente
 
 che scelse nel silenzio
 un grido di coraggio
 ricordo di Bisanzio
 rifiuto dell'oltraggio
 
 del tempo e degli umori
 di certi purosangue
 fini incantatori
 se
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        |  | Fendesti la rugiada di un prato vestito
 col mantello di sogni
 dell'incanto svanito
 
 chinavano i rami
 il capo ormai stanco
 passava il poeta
 disarmato dal branco
 
 sostanza dell'essere
 di anime ascese
 creature celesti
 che nessuno
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        |  | Coscienze annacquate vigilano il pianeta
 nel nome del denaro
 nel ventre dell'impero.
 
 Per soggiogare l'uomo
 guinzagliano il destino
 di ogni minoranza
 né disegnano il confine.
 
 Popoli da sempre
 colpevoli in esilio
 di un'anima
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        |  | U s'fa sera int un zil scur
 piov la nebia coma una red int e mer;
 trapess al chesi
 us smorza e lament d'un burdell stizzì.
 Int un vas sora la fnestra
 un fiuradin stil piga la testa
 sot e prem guzzlòn.
 Com' int un zug
 in un
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        |  | I suoi occhi s'infransero sui miei, la tempesta
 sospese il suo respiro
 per
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        |  | Ad un letto di marmo abbiam reso le ossa 
licenziammo il mondo con uno sguardo ferito 
tutto il tempo passato s'è arrestato in quel giorno, 
fontanili di lacrime che scorrevano ancora 
nel torpore pietoso di un compassato viandante.
 
Mille croci
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        |  | I fratelli vivono nel lacerante litigio sgorga il pianto
 dietro a maschere di distanza
 vorrebbero dirsi parole
 prigioniere nella gabbia dei denti.
 
 I fratelli s'inorgogliscono
 sotto l'ala della sconfitta
 vorrebbero fondersi
 ma hanno braccia
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        | La via saccheggiata di gente, 
ingoia un sole basso d'autunno,  
arrendevole  
come un amore dissolto, 
drappi di ruggine deposti nell'aria.
 
Un vento malinconico 
trastulla esili rami svestiti 
come coda di pavone legnosa 
paiono ombrelli senza
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        |  | Violetta notturna, che la nuda notte ti difenda
 come una Venere al vento
 su un palcoscenico di cemento
 concedi la tua arte
 in un'incontro di solitudini.
 Nel tuo inganno di trucco e tacchi
 vai e vieni
 lunghi capelli biondi
 sul marciapiede
 le
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        |  | Poesia disabitata nel condominio vuoto di parole
 dietro un'ombra notturna
 senza un colore di vita
 e un cordoglio negli occhi.
 
 Poema evaso
 smarrito dietro l'angolo
 afferrato al volo
 per una sillaba.
 
 Acquazzone di vocaboli;
 parole che
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        |  | Ne accendo un'altra, aspiro
 gonfiando l'assenza ed il cuore;
 avidamente spillare
 dal cilindretto fumoso
 la soddisfatta sazietà del vizio maligno
 e fumare smodatamente
 per percorrere il tempo
 con i gesti consueti
 di ripetitive
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        |  | Ho strappato alla mia storia, da una calligrafica monotonia
 di una pagina di noia,
 estirpata e gettata via.
 
 Non ci son segni dorati
 sui miei fogli decorati,
 ma lividi filigranati
 sogni e china così intrecciati.
 
 Non ho fogli bianchi e
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        |  | PROLOGO 
 Prima di ogni contesa
 pronto a fuggire
 da un'indomabile smania.
 
 CORSA
 
 Sono la strada baciata
 dal tubolare della tua bici
 sono una faccia di rughe
 che morde
 il volto della tua fatica
 mi vedi appena lì sotto
 e non mi hai
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        |  | Un vento leggero ha cominciato a soffiare, muovendo un poco le creste delle onde,
 come se una mano senza peso
 le avesse appena sfiorate.
 Ti sento dentro questa brezza,
 che ti porta tra le case;
 tra i muri di ruvidi sassi,
 del recinto di questi
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        |  | Entrai nella stanza assopita per affiancarmi al doloroso letto,
 uno sguardo mosso a stento
 c' incontrammo in una stretta di mani.
 
 Le parole,
 la voce diversa,
 rantolante lo intuivo a fatica,
 il suo volto cupo e contratto,
 innaturale
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        |  | Ospite di me stesso ubriaco d'idee illusorie
 disintegro la simmetria
 per creare il vuoto nero;
 traghetto per la pazzia.
 
 Squilibrio embrionale
 per un errore di misurazione
 nel discernimento libero,
 oltre il bene e il male
 passare i
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        |  | Clandestina, intelligente come il dubbio
 agonizzante di sogni,
 vorrei non doverti abusare
 con le parole,
 poesia, belva da domare
 che non posso ammansire,
 crudele e selvaggia,
 ermetico scrutarsi di occhi.
 
 Acqua stillata
 da roccia
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        |  | Ci imbarcammo, direzione speranza;
 con valigie di sogni e cartoni
 lasciammo tutto, quindi niente,
 per partire senza bandiera
 per fuggire da una vita ferita.
 
 Dall'Italia a Ellis Island traghettammo,
 isola d'arrivo che consuma ogni
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        |  | Ho bevuto una cantina per avere i miei galloni;
 tu che ingolli ed arrossisci
 affacciandoti al timore,
 l'oste osserva imbambolato
 riempirà anche il suo barile;
 non bevo mai la vita liscia
 annegherei nei miei ricordi.
 
 Appendo il viso alle
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        | Percorro la mia pena dalla notte dei tempi
 per cercare un rifugio
 ove celare il timore
 di consegnarmi intero
 alla morte.
 In questo carcere iridato
 da una crepa illune
 prigioniero senza processo
 indosso abiti da lutto
 ed ingoio
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        |  | Ravenna l'è na vecia sgnora smuleda in te fianc.
 Da una chent la tin a mol e pid al e mer
 e dall'eltra la si schelda in tla campegna,
 un pe des in te cunfen de mond,
 int l'oltma tera.
 
 L'è un post in cui la zent la da tnè
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            | 140 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
 
 
 
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