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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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1987
Giustizieri
farabutti
a spaccarci
la faccia
sopra i tetti
di notte
tra i bagliori
dei neon
e
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Vorrei gridare forte il tuo nome
Ma ancora non posso
Vorrei abbracciarti alla luce del sole
Ma ancora non posso
Vorrei con te fare l’amore
Ma ancora non posso, lo sai
Ancora sei lontano
Ancora e per sempre ti vorrei
Gridare forte il tuo
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Al microscopio la vita
appar da sempre ignota,
ogni essere c’invita...
è come seguir la trota
che il fiume vuol risalir
per vita da ricreare,
il battere vuol apparir
sol per farci controllare
lo statico percorso
che trota non ripete,
il
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Ti pensavo sì proprio ieri mattina e oggi sei arrivato
telepatia chissà
resta comunque il caso da non mettere in un angolo
è proprio vero lasciare che tutto si propaghi
indice di vita
quel piccolo grande valore che mai dovremmo abbandonare
un
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Pallido un pensiero vola,
nebulosa la meta
tronca l’andare già incerto
di un’emozione
senza più costanza.
Non c’è più niente
a me intorno.
Solo silenzioso deserto
obbliante.
Dentro di me il susseguirsi
di sentieri evanescenti
come infiniti
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Nel prato fiorito
esplode l’amore,
la colorata farfalla
baccia i boccioli,
l’ape vestita di giallo
accarezza il cuore
dei fiori tutti,
la dolce Fiorella
figlia dell’alpino,
ha una penna nera,
la riveste tutta di petali
la vuol
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V’è n’amica tanto cara
che tal donna è sì rara
ed aita e tutto sana
e protegge a membrana
Il suo nome è una scia
che’l Mal fugge via,
all’istante ti sorride
ed il dì or arride
Qual evento è il conoscerla,
per Iddio tutto prostra
e’l dolor
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 | Sfioro le tue labbra, sottili
come veli, con l’alito del mio amore
sospeso nell’aria. Mieli liquidi
che accarezzano i pensieri,
e sussurro al tuo orecchio, delicato e segreto,
il desiderio funebre di avvolgere
il tuo tradimento in un mistero
di due
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| o massacro di donne assassinate da maschi che si credono padroni
noi maschi non abbiamo ancora imparato il rispetto dell’altra anima
tante vite sacrificate all’altare della violenza brutale di un attimo
donne ferite nel corpo e nell’anima dal maledetto
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| Vi guardo tutti quanti
un colpo d’occhio
e si accende quella luce che mai si spegne
non facile rimanere immuni
calamita ha il sopravvento
liberando quanto trattiene il cuore
sensazione unica per continuare a respirare aria pura
sostentamento
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| Come sai salutare
sull’onda d’un sorriso
sospinta dal tuo viso
che ti fa ricordare
quando la porta apri
per cedere il passo
la cortesia riscopri
senza troppo eccesso
così doni un bene
per la vita di altri
in un mondo di pene
e di soggetti
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| GUERRA e COSCIENZA
Alba, nebbia sottile, silenzi di terra assonnata,
fuori dal bosco sguardi smarriti, animi scossi,
nemici, fatti di carne assetata di vita.
Uccidi il nemico che leggi negli occhi,
dillo ai cari, al pianeta: l’onore è
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“Cumma’, vuie che dicite?
‘O tiempo è farfariello...
Chi ‘o sa si mast’Aniello
s’è fatto perduna’?”
“Ih chillu ‘nchiavecato!
Cu n’ata s’è appizzato...
na bella peccerella...
Sapite a Graziella?
‘A figlia ‘e mast’Alberto
chillo ca canta e
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Di polvere agghindati
regnano sovrani inermi,
vetustà nel mare di sabbia,
soccombono al destino
D’odi lascive inondati
stazionanti in modo infermi,
figuri in gabbia,
come toccati di divino
Or un pianto trascina
fra spoglie
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Lo cercai da tempo immemore
credendo di esserne
ormai privo
poi in uno sfolgorio di luce
infine, lo trovai...
Ero come un passero
alla ricerca del proprio nido
dopo una tempesta
di emozioni e vento,
ero come un’onda
alla ricerca dell’amata
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cerco l’amore nel silenzio della folla
bellissimo sogno sputato nelle stelle
mi manchi nel vento che soffia in cielo
ho
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 | Risulta ancora vuoto il vostro nido
calda “cuccia” piange il mancante garrire
tutto si fa cupo
nemmeno il sole è capace d’illuminare il giorno
intemperie non l’hanno distrutto
pioggia e vento nel rispetto
ogni giorno sguardo si rattrista
sarà
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 | È agli inizi il brivido,
soprattutto allora,
se le labbra si sono già accostate
e la mano supera l’incertezza,
scivola sul vestito,
indaga,
tasta cauta,
poi stringe impetuosa
e spoglia la carne
cosicché guardi furtivo
e poi deciso
senza più
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Se solo me lo avessi chiesto
sarei stato qualcosa di diverso:
avrei spento le stelle al mattino
perché la notte non finisse
in un giorno senza ombra
con il sole a mostrare pietà
per le nostre parole rarefatte
e per un amore senza speranza.
Se
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il cammino di quest ultimo mese m ha portato speranze nel mio cuore
lodo inebriato l’alba del nuovo mese
la mia fatica
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Ad indicar cammino son vicissitudini,
abrasive gocce di vital dolor,
effimere gioie e trattener ricordi,
essenziali al cuore,
attimi ad amor celestiale,
crepe a divenir buco nero.
Attimi a capovolger situazioni,
affetti ed amori a
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"Ciao vate,
marzo ti saluta
da questo tuo sentiero
colmo di vita,
ci accompagnano
cento uccelli
che senti e non vedi,
solo lo spirito tuo
in te salta di gioia,
apri la porta,
entra nel pieno
di una primavera,
tu donale un canto
che mai ho
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Ci siamo mai accorti quanto parlano gli occhi
è bello poter leggere in essi
purezza non da tutti accettata
riuscendo ugualmente a farsi spazio
non criticano non giudicano diverso pensiero
accettano cercando di soffrirne il meno
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Son Marzo di pioggia e di sole,
di nembi rigonfi di pioggia
solcanti il cielo sospinti dal vento.
Fratello son delle cime innevate
che a me porgon le vette ridenti.
Ancor un poco vi dono la mia essenza
con le sue mille presenze,
peripezie
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Il quinto giorno
avrò già dimenticato
la luna si colorerà
di riflessi porpora
come il sangue
e respireremo aria
dal profumo grigio
simile a maledizione.
Il sesto giorno
sarà l’ora del silenzio
dei fiori appassiti
che un tempo la pietà
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Sdraiato lassù sul colle
vivo il cielo
che si scolora,
la allodola quasi ferma
cantarelando mi spìa
e laggiù la casa mia
fuma dal camino,
mi vuole là,
mi aspetta in fretta,
la polenta è sulla tavola,
vado con il mio corpo
mentre con lo spirito
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Idem et eadem
le trovi messe in mostra in via del pero
imprese da procace condottiero
cercando e ricercando a tavolino
le sconce prolusioni da mercato
con fare disconnesso e burattino
per dare un volto in bianco al suo passato.
Idem et eadem
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respiro la bellezza del freddo sole d’aprile
zingaro di semplicità
intenso coraggio del silenzio
sento i brividi impazziti della poesia
ascolto il soffice verso dell’umiltà
vivo la figlia neonata della malattia
trema la lenta paura della condanna
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 | Non crediate di fare brutti scherzi anche quest’anno
non ve lo perdonerei ancora pesa quel vuoto
non ne ho colpa è il mondo che va a rovescio
senza lasciare spazio a chi da più di cento anni
dovrebbe continuare ad abitare
odori fumi fanno da
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 | At dusk’s gentle close,
clouds kiss the treetops’ bows,
far off, a soft haze,
the sea’s bright face it sways.
.
A thousand thoughts take flight,
in my mind’s fading light...
My hat I then release,
to bid my thoughts to cease.
.
"Wang Wei" soft
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Cammino lentamente
respirando i colori della sera.
il cielo sembra corrucciarsi, sbiadire
come i miei pensieri ...
Tremano d’amore petali di selvatici fiori
al bacio di piccole farfalle
Nel sorriso dell’ultimo raggio di sole
si spegne la
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Dove sei, figlio mio?
Tra i meandri di virtuali spazi
dell’intelligenza artificiale
e delle sue implicazioni,
in un oceano di misteriosi intrecci
intangibili e sfuggenti,
pirati e salvifici a un tempo
e a propria corrispondenza.
Né
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I tuoi occhi
riflettevano il cielo
mentre ogni cosa intorno
mi parlava di noi
e non erano il vento
né la luce del tramonto
a sussurrare un addio
ma una luce nello sguardo
che prometteva silenzio.
Le tue mani
non davano carezze
ma
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voi che insultate senza pietà la tenerezza di due ragazzi che si danno la mano
bisogna nascondere la dolcezza dei sentimenti in una società ipocrita e piena di cristiani falsi
in silenzio escono fuori coppie di giovani che affrontano con coraggio il
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Petali della primavera
sono per me
i tuoi caldi baci
e non scende la notte
fra noi due,
ma un’alba sì,
quella scende
con la sua nuova luce.
Non è festa oggi
per il mondo intero,
ma noi due, fra i petali
teneri e colorati
siamo
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Allorché d’arroganza s’assurge,
ecco apparir l’idiota.
Ebbi ad evitare il battesimo cristiano,
d’un infante a me si tanto caro,
per una ratio, da me, avulsa.
Al palesar tale dolorosa decisione
s’erse il solito ed unico pusillanime.
Sai mio "
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 | Piccole con il cuore juventino volteggiano indomite
recandosi dove il tetto attende da anni
inquiline portatrici di tenerezza
significativo gioiello conforto per fanciulli
che a bocca aperta incantati lasciando aloni sui vetri
fantasticano ad
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| Canta ed incanta
il mio cuore davanti
ad un tuo esplosivo
sguardo su di me,
ed io come un cavaliere
apparecchio il mio vivere
per riceverti principessa
della mia amata vita.
E non sogno
e non semino fiori
e non gioco
con la bianca
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Le tue albe ora
sono un cielo profondo
una parola spenta
dai tanti segreti
che hai portato altrove
dove le mie carezze
non possono raggiungerti
né le labbra baciarti.
I tuoi tramonti
avranno il colore dell’ombra
e il mare si sarà pentito
di
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Un caffè, una panchina, un parco,
accendono il ciak d’un nuovo stelo di romanzo
che ci vuole insieme, nell’onor dell’etere,
benedetti da un fior di paesaggio e onesta nobiltà.
Fotogrammi d’una pellicola d’intesa
scorrono l’un dopo l’altro di nuova
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in silenzio guardo con paura il volto degli altri
tremo dinanzi alla condanna degli altri mi fa male l’anima
sento il bisogno di una carezza che mi faccia sentire normale
cerco il coraggio della penna che mi fa sfogare il dolore della malattia
l’umido
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Non è difficile credere
che tutto abbia una fine,
eppure non è questo
il pensiero
a cui vorrei aderire,
a niente do il giusto credo
e non vedo cosa possa
esserci di vero
in questo nostro cammino
se non l’esempio
che ne consegue.
Sì, è
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Ti incontro
arrivi a spogliarmi
da ciò che è solo maschera...
Mi inviti
a scandagliare il profondo
a capire
accettare
quanto sia doloroso reggere la verità...
Sei luce di fucina alchemica
fuoco trasformativo
via iniziatica.
Accarezzi le mie
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Aspettare d’essere a piedi
non implica certo quel voler venire meno ai doveri
gioielli che non tutti sanno apprezzare
in caso di superficialità non gradita
basterebbe un tantino di buona volontà
per creare quella parte simbolica
che nel divulgarsi
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Uccel di bosco canto di frontiera
libero in ogni modo alla maniera
di chi si ammazza roso dalla rabbia
e sfascia in mille pezzi la sua gabbia!
Uccel di bosco volo finalmente
in questo cielo nudo appariscente
con tutta la passione che mi assale
e
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Come Ulisse, perduto navigatore,
io navigo contro il destino,
in cerca d’Amato Amore
e’l veleggiare m’è repentino
Approderò ad Itaca, alfine?
Rio travaglio fra Scilla e Cariddi
ahi lasso, senza fine
fra mali invitti
Polifemo non vedrà
e Circe
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Provvedere ad allestire una nicchia
onde poi chiuderla ben bene
per non fare uscire quanto ha influito
a mettere in dubbio il da farsi
sarebbe il minimo da effettuare
per non incorrere a ripensamenti
che tanto hanno fatto tremare
l’incertezza e
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sento l’amore che viene nella tempesta furiosa sgocciolata dalla purezza della neve
siamo noi con le nostre domande che fremono nel vento baciato dalle stelle
il tuo sguardo rasserena le mie povere ossa vestite di dolore
occhi negli occhi e le nostre
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È silenzio e sul ramo anche la foglia
ha fermato la danza sua gioviale,
ora tace ogni canto e in alto sale
la mestizia dell’ora vuota e spoglia.
Senza sonno sul mio letto adagiato
tutte le notti ricordo ciò ch’è stato.
Era un altro il pensiero,
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Intanto
non sei più qui
a consolare i miei dolori
e a pulire le mie ferite
con la saliva di cenere
prodotta dai sogni
di qualche notte limpida
alla luce della luna.
Intanto
non sei più tu
a guidare il mio peccato
verso una danza
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Nel bacio del Signore
sorge gaia la mia aurora,
tenera accoglie il mio spirito
nel Suo sorriso dorato.
Lieto sussulta il mio essere
nella gioia sublimata
dallo stupendo Amore
del prezioso Dio mio.
È l’infinito
che silente e imperscrutabile
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Ho baci nascosti
che tu non conosci,
ho strade incompiute
che io finirò con te,
ho feste infinite
che aspettano
i nostri desideri,
cerco l’alba giusta
per
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 | Sai, mia migliore amica
ti conobbi quand’ero ancor fanciullo
e la nostra amicizia non fu un trastullo.
Il fiume riportava la corrente
dalle colline in fiore
d’una felicità fatta di niente
tra noi solo amicizia ed amore.
Abbiamo contato i raggi
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| ammiro la bellezza della vita nelle particelle del vento che soffiano leggiadre
cammino nel quadro miracoloso dipinto nel silenzio di clausura dal Pittore dell’infinito
gioisco del capolavoro del cielo dipinto dell’azzurro più estremo come una tavola
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 | Del tuo corpo ho tessuto,
un arazzo di desideri ardenti,
ai tuoi piedi, umilmente prostro,
come un devoto a una dea,
l’eterna musa del mio sacrificio.
Il tuo sguardo, scintilla di fuoco,
accende in me un ardore inestinguibile;
il desiderio di
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| Verdi colline scendono lente al piano,
teneri scenari degli occhi.
Viottolo scroscia silenti gocce,
zampilla diamanti, fiotti d’argento.
Soffi di vento flettono lievi,
piume di fili d’erba trasparenti.
Nell’aria invisibili miti creature
fluttuano,
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| Sarà pure imminente quel prendersi gioco del momento
ma la vedo dura a districare il tutto
tanto è impegnato nell’attimo in cui
potrebbe suscitare inconvenienti non graditi
non resta che accodarsi nell’attesa affinché
quando sarà possibile una
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| Quand’ira s’avventa,
ché’l mal par pigliar piede,
allor nulla si ravvede
e niente si sventa
Che’l malanno giunge insano,
poscia in contrito divien l’animo
e nulla assurge in tale stato,
ché tutto è dannato
Dipoi luce riappare
e’l malo
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| Bruci nella gola
Rigurgito di gioia
Sali dal ventre ridondante
E muori
Così, sul marmo
Come fosse mare
Ho lasciato a casa il sole
Buia è la tua stanza
Mi volto tra carta bianca
Affranta
E non una vergogna
Attraverso la porta
Ho
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E m’ ‘o bevo quann’ ‘o tiempo dice basta
e nu surso doce e amaro se cuntrasta
e sta smania strelleccata scenne e vola
mente ‘a lengua se ‘ncapriccia e se cunzola.
E sul’isso abbraccia ‘o cielo cu st’addore
ca me enchie capa e core c’ ‘o sapore
e
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335708 poesie trovate. In questa pagina dal n° 301 al n° 360.
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